LA TREVISO CREATIVITY WEEK SBARCA A LONDRA

Dopo il successo oltreoceano al Ces di Las Vegas, il 27 febbraio scatta la seconda tappa della “Road to Treviso Creativity” a Londra, in collaborazione con l’incubatore TechItalia Lab. Il founder Gianpaolo Pezzato, assieme alla delegazione della TCW: “Sveleremo la nuova edizione della competition Creativity Startup”

 

La nuova edizione della Treviso Creativity Week si prennuncia ricca di novità e opportunità, già il debutto oltreoceano, al CES di Las Vegas, è stato un avvenimento che ha portato il progetto trevigiano su un livello internazionale che ha attirato l’attenzione di autorevoli personalità ed esperti del settore. L’ideatore Gianpaolo Pezzato: “La prima tappa della TCW è stata un successo di partecipazione. Abbiamo riscontrato un alto interesse per il progetto, la creatività made in Italy è molto ricercata ed è la nostra forza, ma non basta. E’ necessario promuoverla e creare rete”. E Pezzato, assieme a una delegazione di partner, sostenitori della TCW, ha pianificato un road show che fino a luglio toccherà diverse città italiane ed estere per presentare e promuovere l’edizione 2019 del progetto.

Dopo l’ouverture americana, a breve il team è pronto ad approdare a Londra, seconda tappa di questo intenso “tour”. Il 27 febbraio infatti, TWC sarà presente all’evento organizzato con TechitaliaLab London per presentarsi alla comunità di startupper italiani che lavorano a Londra. “In quell’occasione – spiega Pezzato – sarà svelata la nuova edizione della competition Creativity Startup, aperta a tutte le startup italiane e non, di cui TechitaliaLab sarà uno dei partner”. E dal fronte premi, svelata un’altra importante novità: oltre ai 2.500 euro in denaro riservati dal main partner Marketing&Co, quest’anno i vincitori potranno contare anche sulla possibilità di essere ospitati per una settimana presso lo spazio di coworking eOffice a due passi dal British Museum, con un pitch time finale di fronte ai partner TechItaliaLAb. Il bando completo del Premio Creativity Startup sarà disponibile dal 27 febbraio sul sito trevisocreativityweek.it.

Dopo la tappa londinese, la delegazione di TCW farà tappa a Firenze nel mese di marzo, ad aprile a Ferrara per proseguire poi a Napoli e Rovigo. Ogni tappa sarà l’occasione per svelare un pezzo del programma e la lista degli ospiti. La settimana della creatività si svolgerà dal 20 al 27 ottobre, grazie anche al sostegno di tante realtà del territorio, tra cui Marketing & Co e Ascotrade, e sarà ancora una volta finalizzata ad avvicinare giovani, imprese e istituzioni con workshop e seminari per ragionare insieme sul futuro e su come agire per fare la differenza. Confermati il Premio Creativity Startup e il premio Donna dell’anno, svelate invece due novità: PensoFUTURO, il concorso di idee dedicato agli under 18 e la giornata nazionale della Creatività e della Fantasia (20 ottobre) che vedrà la collaborazione di Gruppo Alcuni, una delle eccellenze italiane nel campo delle creatività.

Info e dettagli su www.trevisocreativityweek.it e sulla pagina FB @TVCreativityWeek.

ASOLO, LA MOSTRA CHE CELEBRA WOODSTOCK E I SUOI MITI TRA ARTE, MUSICA E CINEMA

Dal 23 febbraio fino al 12 maggio ad Asolo si celebra il rock degli anni sessanta nella mostra “Woodstock: freedom” nelle sedi del Museo e della Torre Civica. In esposizione film, fotografie, lettori mp3, testi, multimedialità e dischi in vinile, tra cui Electric Ladyland di Jimi Hendrix con la copertina censurata fino ad arrivare alle opere di Andy Warhol, Mario Schifano, Robert Indiana e Robert Rauschenberg

 

A cinquant’anni da quel famoso 15 agosto 1969 il mito di Woodstock sarà raccontato al Museo e alla Torre civica di Asolo attraverso la mostra “Woodstock: freedom”, uno straordinario percorso che abbraccia cinema, musica e arte per rivivere un periodo rivoluzionario che cambiò la vita di un’intera generazione di giovani. Organizzata dalla Città di Asolo – Assessorato alla Cultura, dal Museo Civico e dall’agenzia MV Eventi su progetto di Matteo Vanzan, l’esposizione inaugura sabato 23 febbraio alle ore 18 presso la Sala Consiliare asolana e sarà un viaggio emozionale e multimediale che vuole far immergere il visitatore nelle atmosfere degli anni sessanta per comprendere le motivazioni storiche e sociali che portarono 500.000 ragazzi a vivere i tre giorni di peace&music sotto l’inno di Richard P. Havens: Freedom!

“Woodstock” – afferma Matteo Vanzan – “è una mostra poliedrica che ha l’obiettivo di far comprendere le ragioni della nascita di un mito attraverso una parte propedeutica fatta di film, fotografie, lettori mp3, testi, multimedialità e dischi in vinile tra cui Electric Ladyland di Jimi Hendrix con la copertina censurata – stampa Track con scritte blu – e l’edizione italiana di Good times Bad times Communication Breakdown dei Led Zeppelin, fino ad arrivare alle rivoluzioni della pittura degli anni sessanta con opere quali Jackie Kennedy di Andy WarholCompagni Compagni di Mario SchifanoLove di Robert Indiana e Light di Robert Rauschenberg, il vincitore della Biennale di Venezia del 1964”.

Fin da subito Woodstock é stato un affare di soldi. Gli organizzatori dal capitale illimitato Michael Lang, John P. Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld scrissero a chiare lettere sul New York Times di essere in cerca di “interessanti opportunità di investimento e business”. Scelsero quindi i maggiori artisti della loro epoca (invitando anche Beatles, Rolling Stones, Bob Dylan, The Doors e Led Zeppelin, che rifiutarono) per presentare un cartellone in grado di attirare la folla dei grandi raduni internazionali: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Joe Cocker, The Who, Creedence Clearwater Revival, Carlos Santana e molti altri ancora. Woodstock altro non era che un’iniziativa commerciale: la “Woodstock Ventures”. È quindi impossibile capire le ragioni della nascita del mito Woodstock senza rivivere le rivoluzioni che sconvolsero la società degli anni sessanta. A essere messo in crisi fu, in primo luogo, il modello della famiglia borghese diffusosi negli anni cinquanta. Il sistema di valori dei padri venne rifiutato dai figli e il conflitto tra le generazioni esplose. La rivolta giovanile promosse un nuovo stile di vita attraverso non solo l’attivismo politico, ma anche mediante un cambiamento radicale nell’abbigliamento, nei comportamenti sessuali, nel modo di concepire la libertà personale e l’uguaglianza tra le persone. I giovani furono i protagonisti di una trasformazione generazionale che inneggiò all’amore libero, alla pace e alla fratellanza attraverso le note di Bob Dylan, i film con Marlon Brando e la letteratura beat degli anni cinquanta con opere simbolo come “Howl” di Allen Ginsberg e “On the road” di Jack Kerouac. Registi, cantanti, scrittori e pittori ispirarono, e raccontarono, il clima di un’epoca che ebbe come fuoco d’artificio finale la tre giorni di peace&music. A creare il mito furono proprio quei ragazzi stesi sull’erba e nel fango, cullati dalle schitarrate di band che fecero grande la storia del rock. Ci si dimenticò della guerra, delle contestazioni e delle rivolte studentesche chiudendo la porta per immergersi finalmente nell’utopia di una società senza più catene.

“E’ con rinnovato entusiasmo che Asolo, Città dai Cento Orizzonti, – afferma il Sindaco Mauro Migliorini – accoglie negli spazi del proprio Museo un importante evento dedicato al mito di Woodstock e con esso a quei turbinosi anni Sessanta; le due mostre precedenti: la prima dedicata a Andy Warhol e di seguito quella sulla Pop Art italiana, con particolare attenzione alla figura di Mario Schifano, hanno certamente fatto da corollario a quest’ultimo progetto che si dislocherà non solo nelle sale del Museo, ma anche della Torre Civica. Una mostra trasversale, strutturata per coinvolgere il pubblico, sempre più numeroso e partecipe agli eventi del Museo. L’augurio è che anche questa mostra possa creare un momento di riflessione e di dialogo in grado di coinvolgere tutti noi emotivamente. Un ringraziamento particolare va ai privati che hanno creduto e sostenuto il progetto, ai prestatori, ai curatori e a tutti i collaboratori che hanno permesso di raggiungere questo importante obiettivo”.

“Siamo convinti che il ruolo del Museo di Asolo”, sottolinea Gerardo Pessetto, Assessore alla Cultura del Comune di Asolo – sia quello di continuare a progettare e valorizzare il proprio patrimonio e le proprie collezioni ma anche, grazie alla collaborazione con partner esterni, di farsi conoscere come luogo straordinario di cultura sul territorio nazionale. La città è tradizionalmente chiamata ad una vocazione di grande apertura artistica e culturale, vista come cruciale occasione di crescita e di sviluppo; credo che anche questa mostra così coraggiosa, volta a raccontare insieme al mito di Woodstock, le contestazioni studentesche e degli operai nel Sessantotto o la guerra del Vietnam, attraverso musica, cinema e arte, possa essere una bella scoperta sia per chi quegli anni li ha vissuti sia per i giovani che ne hanno colto da subito la forza espressiva.”

“Con la mostra dedicata al mito di Woodstock – sottolinea Cristina Mondin, direttrice del Museo – concludiamo un ciclo di eventi che ben hanno raccontato gli anni Sessanta in Italia e all’estero. Arte e musica animeranno le sale del Museo e della Torre Civica coinvolgendo lo spettatore in una mostra che non sarà solo visiva, ma sensoriale. Il Museo di Asolo ha come compito principale non solo quello di continuare a valorizzare il proprio patrimonio artistico, ma anche di farsi conoscere come promotore di cultura sul territorio nazionale, non temendo di presentare eventi artistici che apparentemente non hanno legami con il luogo e il territorio, ma che hanno l’obiettivo di catturare l’attenzione dei più giovani e promuovere quindi la cultura a 360 gradi”.

La mostra è stata resa possibile grazie al prezioso supporto degli sponsor Settentrionale Trasporti, Rosso Gioielleria, Fabris&Associati, Calzaturificio Scarpa, Allianz Assicurazioni, Studio Bacchin e Associati, del Rotary di Treviso  e da Tenuta Amadio.

Ufficio Stampa: press@pkcommunication.it

Info 

Inaugurazione: sabato 23 febbraio 2019 alle ore 18.00 presso la Sala Consiliare, in piazza D’Annunzio 1, Asolo. L’evento, che sarà accompagnato da un volume, avrà i seguenti orari: venerdì: 15.00 – 19.00; sabato, domenica: 10.00 – 19.00.

23 FEBBRAIO 2018 – 12 MAGGIO 2019

Asolo (tv), museo civico – via Regina Cornaro 74. Ingresso: intero 10 €; ridotto 8 €; ingresso famiglie 25 € (2 adulti e 2 minori). Visite guidate su prenotazione

“RISTORANTI DEL RADICCHIO”, SERATA DI GALA A CASTELFRANCO CON BEPPE AGOSTINI

Il 31 gennaio la rassegna enogastronomica itinerante all’insegna del radicchio igp torna a Castelfranco nella stupenda cornice dell’Hotel Roma. Nel menù anche le frittelle al radicchio

 

La rassegna dei ristoranti del radicchio entra in una settimana chiave, con un doppio appuntamento dedicato agli amanti dell’alta cucina. Dopo l’innovativa cena al Migò di Treviso e l’annuncio della notte di gala da Gerry, il prossimo 31 gennaio la rosa invernale sarà protagonista nella sua patria elettiva, Castelfranco Veneto, per una cena organizzata da Beppe Agostini nella splendida location dell’Hotel Roma. La data da cerchiare in rosso è quella di giovedì 31 gennaio, un evento unico anche grazie alla collaborazione con alcuni tra i migliori ristoranti del Nord Italia: il Vascello d’Oro, l’Osteria del Borgo, il Bue Grasso e il Moderno di Carrù, da Cuneo.

Ognuno degli chef porterà la propria tradizione e la propria cultura culinaria, la serata inizia alle 20. Dopo l’aperitivo di benvenuto sarà servita una tortella di kamut con radicchio tardivo su crema di Morlacco del Grappa. A seguire, risotto con cappone e rose di Castelfranco. Quindi, il gran bollito misto di Carrù con salse piemontesi e venete, purè trevigiano e radicchio al lardo. Si conclude poi coi dolci: la panna cotta con rose di Castelfranco e miele allo zafferano, le frittelle al radicchio di Treviso e il caffè.

Si conferma così l’impegno dei ristoratori del Radicchio nel promuovere la rosa invernale. Una realtà che nasce negli anni Settanta come Gruppo di Ristoratori avente per obiettivo principale quello di promuovere i prodotti del territorio trevigiano, il radicchio su tutti. Da Alfredo el toulà, alle Grazie, Dino Marchi, Righetto, L’incontro, Alla Corte, Le Beccherie, Tamburello, da Marian, Monreal, sono i nomi di chi per un po’ ha percorso un tratto di strada insieme e nel Gruppo condividendone lavoro e successi, poi la svolta: una ventina di anni fa nasce il Consorzio Ristoranti del Radicchio che attualmente è composto dai ristoranti Fior, Pasina, Agostini, Albertini, da Gerry,  San Lorenzo,  San Martino, Antico Podere dei Conti, al Migò, Dolcefreddo Moralberti. Il Consorzio ha attivato da una decina d’anni una collaborazione con la casatella che ha acquisito la denominazione DOP il 2 giugno 2008.

Dopo la tappa castellana, il tour del radicchio non si ferma: fino al 3 febbraio al ristorante da Gerry a Monfumo (la serata di gala è programmata per il primo di febbraio) e dal 4 al 10 febbraio all’Antico Podere dei Conti di Sant’Anna di Susegana.

RISTORANTI DEL RADICCHIO, CHIUSURA COL BOTTO ALL’ANTICO PODERE DEI CONTI

Dal 4 febbraio fino a domenica 10 spetta allo chef Carlo Padoin chiudere in bellezza la rassegna itinerante “A tavola nei ristoranti del radicchio” a Sant’Anna di Susegana, nel Trevigiano. Nel menù uovo fritto con tacchino, radicchio e tartufo, baldo con zucchina tropicale, radicchio, schizzo di curcuma e cialda di riso venere

 

Ultima settimana della rassegna enogastronomica itinerante “A tavola nei ristoranti del radicchio”, che da novembre dello scorso anno a febbraio propone tappe culinarie che esaltano il fiore d’inverno nelle migliori realtà della Marca Trevigiana con tappe anche nel bellunese e nel Veneziano. Dal 4 febbraio fino a domenica 10 lo scettro passa allo chef Carlo Padoin che ha il compito di chiudere in bellezza questo tour dove ogni membro ristoratore ha proposto dei menu degustazione che valorizzano la qualità dei radicchi “timbrati” con il marchio IGP: il rosso di Treviso e il Variegato di Castelfranco.

Dopo la recente cena di gala alla Locanda da Gerry a Monfumo con Miss Eleganza, si raggiunge l’Antico Podere dei Conti a Sant’Anna di Susegana, nel Trevigiano. Immersa nel verde, la location ha una storia antica, essendo la casa appartenuta ai Conti di Collalto e il suo interno elegante e accogliente ne esalta il fascino. Veniamo quindi al ricco menù progettato dal creativo chef Carlo, “come il radicchio Trevisano nasce dal freddo – afferma – anche noi partiamo con l’aperitivo all’esterno del nostro ristorante con spiedo di Trevisano, fantasie di fritto, coppa di testa con spuma di rafano e fior di Treviso, treccia di sfoglia con scamorza e radicchio, radici e “fasoi” e infine polenta concia al Trevisano”. In sala ci attende un colorato pinzimonio di cuor di radicchio con vinaigrette al mandarino, burratina con datteri, senape, carne salada e trevisano e il delizioso uovo fritto “3T” arricchito cioè con tacchino, trevisano e tartufo. Si continua con riso Baldo con zucchina tropicale, radicchio, schizzo di curcuma e cialda di riso venere, girolle della casa con salsina di erbette e Stilton e radicchio nel filetto. Infine, il dessert è un goloso waffle con gelato al fiordilatte, marmellata di Treviso e miele al pino mugo.

E con questa tappa, il tour del Consorzio dei ristoranti del radicchio si conclude, ma di certo altre iniziative ed eventi di questo gruppo attivo non finiscono qui e presto saranno annunciati nuovi appuntamenti. Ricordiamo intanto tutte le tappe targate radicchio della stagione 2018/2019 da novembre a febbraio: l’esordio è stato Alla Pasina di Dosson di Casier con Miss Veneto Diletta Sperotto e all’Albertini di Visnadello di Villorba, tappa poi nel Bellunese alla Locanda San Lorenzo di Puos d’Alpago, a cui è seguita quella al ristorante San Martino di Scorzè, nel Veneziano, mentre dal 21 al 27 gennaio Al Migò di Treviso e dal 28 gennaio al 3 febbraio al ristorante da Gerry a Monfumo con Miss Eleganza; il 31 gennaio cena di gala di Beppe Agostini all’albergo Roma di Castelfranco Veento e infine all’Antico Podere dei Conti di Sant’Anna di Susegana. Del gruppo fa parte anche Dolcefreddo Moralberti di Maserada sul Piave.

 

CONSORZIO RISTORANTI DEL RADICCHIO Nasce negli anni Settanta come Gruppo di Ristoratori avente per obiettivo principale quello di promuovere i prodotti del territorio trevigiano, il radicchio su tutti. Da Alfredo el toulà, alle Grazie, Dino Marchi, Righetto, L’incontro, Alla Corte, Le Beccherie, Tamburello, da Marian, Monreal, sono i nomi di chi per un po’ ha percorso un tratto di strada insieme e nel Gruppo condividendone lavoro e successi, poi la svolta: una ventina di anni fa nasce il Consorzio Ristoranti del Radicchio che attualmente è composto dai ristoranti Fior, Pasina, Agostini, Albertini, da Gerry,  San Lorenzo,  San Martino, Antico Podere dei Conti, al Migò, Dolcefreddo Moralberti. Il Consorzio ha attivato da una decina d’anni una collaborazione con la casatella che ha acquisito la denominazione DOP il 2 giugno 2008.