NASCE IL PRIMO INNOVATION HUB BENEFIT IN VENETO, IL 24 GIUGNO SI INAUGURA NEXT HEROES

Fondata nel Trevigiano la nuova cittadella dell’innovazione su uno spazio di oltre duemila metri quadri (con palestra aziendale). Già selezionate una dozzina di start up, c’è l’attenzione di svariati fondi di investimento. Il founder, Bassel Bakdounes: “La pandemia ha originato nuove opportunità di business e le start up sono state le prime ad accorgersene, col marketing le trasformeremo in aziende di successo”

 

Nasce in Veneto il primo innovation hub benefit. Il prossimo 24 giugno, alle ore 10.30, a Castelfranco Veneto si celebra un importante appuntamento per il mondo del venture capital. Si presenta infatti Next Heroes, incubatore per start up pioniere nel mondo delle società benefit. Sarà un evento in presenza: solo poche decine di manager del mondo della finanza sono stati invitati e, considerate le normative anti-Covid, i posti sono già esauriti. L’evento è comunque aperto a tutti, l’opportunità sarà data via streaming sul sito www.nextheroes.it.

Un progetto che nasce da un’esigenza specifica. Oggi tre start up su quattro falliscono entro il primo anno, e dopo tre anni ne resta viva solo una su dodici, stando al recente “Report sull’impatto degli acceleratori in Europa” di Social Innovation Monitor. I motivi non sono quasi mai collegati al prodotto: nel 56% dei casi la causa è la gestione errata del marketing, nel 18% mancano le persone con adeguate competenze, il 16% molla per motivi economici e a seguire il resto: questioni tecniche, legali o operative. 

Sulla scorta di queste analisi Bassel Bakdounes, titolare dell’agenzia di marketing e vendita online Velvet Media, ha avviato oltre un anno fa il progetto Next Heroes. Dall’inizio di questa avventura sono passati molti mesi, adesso viene resa pubblica con l’inaugurazione ufficiale degli spazi dove si svilupperà il progetto. 

“La politica non aiuta gli imprenditori, siamo stufi di vedere idee morire e per questo abbiamo creato un modello totalmente rivoluzionario”, dice Bakdounes. “Nell’ultimo anno abbiamo studiato oltre un centinaio di proposte. Alcuni fondi hanno già chiesto di entrare nella proprietà dell’hub, stiamo portando avanti alcune trattative interessanti. È la prova, anche economica, che le idee possono ancora vincere. L’Italia deve uscire dalla crisi economica causata dal Covid e saranno i business innovativi a salvarla”. 

Entrando nel vivo della nuova cittadella dell’innovazione, al suo interno è stato creato un team di progetto costituito da professionisti con know-how ed expertise diversificati per offrire consulenze trasversali. Ma è fondamentale anche l’ecosistema economico dove nasce l’hub, ossia all’interno dell’edificio che ospita i 150 dipendenti di Velvet Media. Dal 2018 qui dentro l’azienda sviluppa progetti in ambito di marketing ad alto potenziale innovativo e ha già avviato con successo diverse start up. 

“Il Covid sta lentamente uccidendo la nostra economia, per ripartire l’Italia ha bisogno di start up innovative che sappiano pensare un futuro diverso”, conclude Bakdounes. “Siamo certi che l’ecosistema di Next Heroes, amplificato dall’arrivo di fondi di investimento, giocherà un ruolo chiave nella rinascita del tessuto economico italiano. L’innovazione tornerà di nuovo ad essere il motore dell’economia”. 

Insieme nel Coaching, il coaching per l’empowerment femminile nella cultura, nella politica e nel turismo

Il progetto promuove e ridefinisce il successo delle donne nei settori chiave dell’economia e del lavoro del nostro paese

 

(08-06-2021)

“Insieme nel Coaching- Progetti per le donne” è il progetto creato da Giorgia Valenti e Cinzia Costantini, coach professioniste con credenziale ACC- ICF ( International Coaching Federation) per supportare le donne nei settori dell’arte e della cultura, organizzando percorsi per artisti, creativi, organizzazioni e makers del panorama artistico e culturale; della politica, facilitando il raggiungimento di posizioni apicali da parte delle donne ancora sottorappresentate; dell’ospitalità e del turismo, supportando le donne manager attraverso interventi di career e team coaching.

Il coaching è una “partnership” con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione ispirandoli a massimizzare il loro potenziale personale e professionale. Il coach segue il cliente nell’individuazione di nuovi obiettivi, nello sviluppo delle proprie capacità, nel trovare nuove motivazioni e strategie efficaci per raggiungere risultati di successo.  Insieme nel Coaching propone percorsi di coaching online della durata minima di due mesi e ogni incontro è di circa 60 minuti. I percorsi sono personalizzati in base alle esigenze dei clienti.

“La nostra missione è fare in modo, attraverso la diffusione della cultura del Coaching, che la voce di tutte le donne abbia un impatto sempre più significativo e potente sulla realtà che le circonda e sul mondo.Siamo convinte che le donne abbiano un’incredibile capacità di creare ambienti di lavoro ispirati, collaborativi e che possano portare a trasformazioni coraggiose. Il nostro lavoro si focalizza sulla leadership femminile, il work- life balance, la diversity & inclusion per la promozione dell’uguaglianza di genere, sul superamento di convinzioni limitanti e blocchi, sulla massimizzazione della performance”.

Giorgia Valenti, romana, dopo anni nel settore delle pubbliche relazioni e della comunicazione oggi collabora in qualità di artist coach con artisti e creativi: pittori, fotografi, designer di moda, attori, imprenditori e manager del settore per supportarli nel miglioramento della performance, nello svilluppo del talento e nel raggiungimento di risultati concreti sostenibili nel lungo periodo facilitandone la realizzazione personale e professionale.
Cinzia Costantini,anche lei di Roma, proviene da una lunga esperienza nel settore dell’ospitalità e del turismo e oggi affianca imprenditori e manager del settore per accompagnarli nello sviluppo del potenziale personale e del team.    

Nasce Joggo, startup e motore di ricerca dedicato al mondo dello sport ed ai suoi professionisti

Basta inserire sul sito web l’indirizzo intorno al quale si vuole trovare una struttura sportiva. Grazie ai filtri è possibile ottimizzare la ricerca in base alle proprie esigenze

 

(07-06-2021) Un intermediario affidabile, giovane, professionale: ecco “Joggo”, il primo motore di ricerca in Italia dedicato al mondo dello sport e ai suoi professionistiNato nel 2020 come start-up, Joggo è un database di strutture, attività commerciali, tecniche e mediche costantemente aggiornato. Joggo ha infatti realizzato un software gestionale ed una community per tutti gli sportivi.

“Joggo è una startup fondata a Roma nel 2020 dall’intuito di un imprenditore napoletano, Luigi d’Oriano, ed un team di esperti informatici – hanno spiegato gli sviluppatori – La sua ragione di vita ha radici in un bisogno che, nella mente dei suoi creatori, è stato custodito a lungo prima di essere manifestato: creare un censimento completo di tutte le strutture sportive in Italia. Un bacino di informazioni che è sempre mancato. Con questa pulsione di fondo, l’idea di Joggo si è sviluppata nel tempo, per far fronte ad ulteriori esigenze, ulteriori bisogni, ulteriori ambizioni. Avere una lista di strutture censite non bastava più. L’urgenza era quella di offrire alla società una struttura ed un bacino di informazioni tali da permettere a chi vuole fare sport di non trovare alcun impedimento. Turismo, lavoro, negozi, e-commerce, professionisti, ristorazione, socialità e ricettività hanno tutti i loro player a livello globale, nazionale e territoriale. L’unico fulcro a non essere toccato da grandi realtà imprenditoriali era, appunto, lo sport. Colmando questo vulnus, ci siamo sempre più convinti che un progetto ambizioso come fornire una scheda di censimento di ogni struttura sportiva in Italia non bastasse più. C’era bisogno d’altro”.

Analizzando il mercato e i dati sparsi tra varie indagini sul territorio, si è costruita un’immagine chiara dell’impalcatura su cui si fonda: Joggo si è quindi evoluto in un vero e proprio motore di ricerca. Basta inserire sul sito web l’indirizzo intorno al raggio del quale si vuole trovare una struttura sportiva.

Grazie ai filtri è possibile ottimizzare la ricerca in base alle proprie esigenze. A quel punto l’utente ha a disposizione una lista di strutture sportive, attività commerciali e professionisti tecnici e medici del mondo dello sport. Ogni struttura è completa di informazioni, dettagli e servizi.

Dal motore di ricerca e quindi dal software gestionale, è possibile prenotare il corso scelto da pagare poi direttamente in struttura poiché Joggo non ha fee di prenotazione. E’ possibile poi lasciare una recensione per aiutare gli utenti futuri. Il team d’assistenza è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 all’indirizzo assistenza@joggo.com

L’idea alla base del software gestionale è quella di permettere ai lavoratori del mondo dello sport di acquisire e far entrare nelle loro strutture i potenziali clienti nel minor tempo possibile e nel modo più semplice dopo un anno di stop e di pandemia. Per farlo, Joggo offre gratuitamente questo servizio fino al 31 dicembre 2022.

Joggo ha creato così una vera e propria community dedicata agli sportivi grazie anche al proprio sito web ed al blog costantemente aggiornato sull’attualità.   “I nostri tecnici – hanno concluso da Joggo – hanno sviluppato un software gestionale all’avanguardia che permetta ad ogni tipologia di attività sportiva di avere il suo spazio: dal campo di bocce al comprensorio sciistico, fino ai centri polifunzionali sportivi. Tutti gli sport, per noi di Joggo, diventano essenziali.
Quanto analizzato e realizzato è stato poi reso completo dalla volontà imprenditoriale e visionaria che sorregge l’intero progetto”.

 

Al via la terza edizione di International Photo Project. In mostra a Milano l’11, 12 e 13 giugno i lavori di artisti italiani, giapponesi e cubani

Dopo un periodo di pausa ritorna a Milano la mostra fotografica internazionale che esporrà i lavori di autori giapponese, Cubani e Italiani.

 

(05-06-2021) Giunta alla terza edizione, dopo le precedenti del 2015 e del 2017, International Photo Project è una mostra fotografica volta a riunire artisti di tutte le nazionalità. È un momento di confronto tra le poetiche che caratterizzano i progetti di autori che condividono lo stesso strumento espressivo, ma appartengono a paesi diversi. In ogni edizione gli artisti italiani dialogheranno con artisti di diversi paesi che saranno invitati a partecipare di volta in volta. Inserita in un contesto fertile di stimoli nuovi e contrapposti, questa vetrina di grande visibilità mediatica mira a valorizzare i talenti emergenti giovani e non che hanno intrapreso un percorso progettuale personale.


International Photo Project è anche l’occasione per creare un osservatorio internazionale in grado di monitorare le diverse poetiche nazionali presenti nella fotografia artistica, favorendo l’inserimento degli autori nel circuito delle istituzioni e delle gallerie.

Nazioni partecipanti
Per l’edizione 2021 saranno presentati artisti Italiani, Giapponesi e CubaniOgni nazione presenterà 10 artisti senza limite di età, ognuno dei quali esporrà un progetto non necessariamente inedito. Il tema è libero e questo consentirà di tracciare le linee di una eventuale tendenza nazionale.

Il curatore della parte cubana della mostra è Alain Cabrera membro del Consejo Nacional de las Artes Plasticas (CNAP). E’ un critico di fotografia e ha curato numerose mostre e Biennali a Cuba. La sua selezione comprende gli artisti:  Claudia Corrales, Joyme Cuan, Natasha Forcade, Jordan Issel, Ailen Maleta, Sadiel Mederos, Yuri Obregòn Batard, Yanet Oviedo, Juan Carlos Rodriguez, Kmy Ros.     

La sezione giapponese è affidata a Toshiyuki Shinohara, fondatore del Tokyo Photography Culture Center all’interno del quale ha seguito numerosi fotografi emergenti supportandoli nello sviluppo delle rispettive progettualità. Dal 2004 ha aperto la galleria Roonee 247 fine arts e insegna al Kyoto Art College. La sua selezione annovera gli artisti: Michiko Chiyoda, Yachiyo Enomoto, Erico, Takuya Kobayashi, Kino Koike, Ichiro Kojima, Asae Kuroki, Noah Suzuki, Hideki Takemoto, Yurika Toyama.                            

A curare la parte italiana sarà lo stesso ideatore della mostra il fotografo Mino Di Vita. Ha realizzato progetti di ricerca su numerose metropoli nel mondo, è autore di libri fotografici e affianca alla sua personale ricerca artistica un percorso di sperimentazione curatoriale attraverso il progetto Photo Project Pro. Della sua selezione fanno parte gli artisti: Riccardo Bandiera, Raffaele Canepa, Angela Di Finizio, Alessandro Gallo, Gaia Magoni, Franco Martelli Rossi, Michele Molinari, Alessia Santambrogio, Ivan Terranova, Carlo Traini.  

Organizzazione
Il promotore e organizzatore della manifestazione è Photo Project Pro, un laboratorio d’indagine sulle tendenze della fotografia artistica contemporanea, ideato per progettare e realizzare mostre, seminari, master in Italia e all’estero.  


Location
La manifestazione è resa possibile anche grazie alla partnership con Neo Tech, azienda leader nel campo delle installazioni multimediali per musei e spazi artistici, che ha aderito al progetto International Photo Project ospitando l’evento all’interno dello spazio di proprietà The Black Box dedicato alla sperimentazione di nuovi strumenti audio video e al concept correlato. Photo Project Project e NeoTech insieme collaborano alla realizzazione di una mostra fotografica che va oltre la semplice esposizione di immagini, offrendo al pubblico una performance visiva completa, ricca di contenuti costituiti da testi, video e audio.


Allestimento
La nuova edizione dell’International Photo Project si caratterizza per l’utilizzo delle più moderne tecnologie nel campo della videoproiezione. La visione delle fotografie sarà realizzata su grandi schermi che riproducono immagini proiettate con la tecnologia Canon LCOS in grado di offrire una delle definizioni più qualitative attualmente disponibili. L’allestimento della location, creato per sfruttare al meglio le potenzialità delle tecnologie utilizzate, offrirà al pubblico una straordinaria esperienza immersiva in grado di coinvolgere il visitatore in modo completo. Per ogni nazione si realizzerà una video proiezione su grande schermo dove saranno proiettate le 5 fotografie più rappresentative di ogni progetto ad intervallo di 6 secondi, per un totale di 50 fotografie in un loop della durata di 5 minuti circa. Su appositi pieghevoli, a disposizione del pubblico, gli autori saranno identificati mediante un codice QR che rimanderà alle relative pagine personali inserite sul sito internationalphotoproject.com dove sarà possibile approfondirne la conoscenza. 


Online
Cogliendo l’occasione fornita dalle recenti drammatiche vicende legate al virus che hanno reso necessario il distanziamento sociale, l’edizione 2021 è presente anche online fornendo maggiori informazioni in merito agli artisti partecipanti e garantendo la fruizione internazionale dell’evento.  “Periodo” L’International Photo Project 2021 si terrà durante il weekend 11-12-13 giugno, la mostra proseguirà online fino alla fine dell’anno, coprendo eventuali future occasioni di visibilità organizzate in altre location in Italia e all’estero.  


Appuntamenti
Durante il week end di svolgimento della mostra saranno programmati una serie di speeches con interventi di rinomati ospiti e degli artisti selezionati.  


Catalogo
A corredo della mostra sarà pubblicato un catalogo in lingua inglese, edito da Mainland editions, all’interno del quale saranno inserite la foto più rappresentativa e la poetica di ogni fotografo partecipante. Il formato sarà di 24x24cm, con pagine a colori stampate su carta patinata opaca da 150 gr. copertina morbida con alette, in brossura filo refe.    


Enti Patrocinanti
Hanno concesso il loro patrocinio Regione Lombardia, Assessorato alla Cultura del Comune di Milano,  Consolato Generale del Giappone a Milano, Fondazione Italia Giappone, Fototeca de Cuba. 


INTERNATIONAL PHOTO PROJECT 2021 11-12-13 giugno ore 10-18
Si prega verificare sul sito eventuali variazioni a date e orari dovute a disposizioni ministeriali legate alla pandemia  


THE BLACK BOX
Via Savona, 118  – Milano
Trasporti: MM Porta Genova (M2 verde), Bande Nere (M1 rossa) Tram 14, tram 2, Bus 98  


Riferimenti web: https://www.internationalphotoproject.com/  
Contatti: PHOTO PROJECT PRO
telefono: 351.8558.414
email: info@photoprojectpro.com
sito: https://www.photoprojectpro.com/  
Partner: NEO TECH https://www.neotechsrl.com/showroom/

 

GRAPPA VS GIN: ARRIVA DA LIPARI IL GRAPPA TONIC AL MANDARINO, LA RISPOSTA ITALIANA AL GIN TONIC

Una grande novità nel mondo del beverage. E’ la grappa al mandarino prodotta da Il Giardino di Lipari dove il grappa tonic è pronto ora a scalzare il gin tonic dal podio di bevanda dell’estate 2021. L’11 giugno l’apertura ufficiale del Giardino.

 

LIPARI. L’unico vero distillato al 100% italiano è la grappa. In pochi sanno però che non viene prodotta solamente nel nord Italia, ma anche in Sicilia. E arriva da Lipari una grande novità, la grappa al mandarino realizzata da Il Giardino di Lipari, cocktail bar e ristorante nella perla delle Eolie. Ed è già partita la sfida: grappa al mandarino al posto del gin nei cocktail, per incrementare un percorso già avviato in Italia da qualche anno nei migliori cocktail bar, cioè il rilancio del distillato italiano sul mercato nazionale ed internazionale. 

 

L’idea è di Luca Cutrufelli, titolare de Il Giardino di Lipari, ma la ricetta è stata messa a punto assieme al barman Nicolò Verde e Giuseppe La Fauci, giovane distillatore della distilleria di famiglia, la Giovi di Fondachello (ME). “La grappa è l’unico distillato davvero italiano – spiega Luca Cutrufelli – abbiamo deciso di puntare su ciò che davvero caratterizza la nostra bella Italia. Una grappa infusa con le scorze dei mandarini del nostro giardino, dove abbiamo 20 piante di questo agrume siciliano. Con il nostro barman Nicolò e con Giuseppe La Fauci di Distilleria Giovi abbiamo trovato la ricetta perfetta, e con Alessio Affè, altro barman del nostro gruppo (con la passione per il marketing e la comunicazione) abbiamo creato la grafica e l’etichetta. Abbiamo così realizzato il primo distillato a marchio Il Giardino di Lipari”

 

Si punta a “sdoganare” la grappa, distillato finora poco utilizzato in miscelazione. La grappa al mandarino ha una gradazione alcolica di 42 gradi, si può bere liscia come tutte le grappe, ma si può anche abbinare e miscelare con altri ingredienti. Due le proposte del Giardino di Lipari. 

 

Una più semplice e diretta. Il Grappa Tonic, che punta a scalzare dal trono di re dell’estate l’onnipresente Gin Tonic. Il gin, infatti, non è un prodotto tipicamente italiano e negli ultimi anni peraltro è stato largamente usato e prodotto un po’ in tutto il mondo. Il Grappa Tonic all’aroma di mandarino, composto di acqua tonica e grappa de Il Giardino di Lipari, è un ulteriore passo verso una piena valorizzazione del distillato italiano.

 

Ma c’è dell’altro. Il Giardino di Lipari si è inventato anche un nuovo cocktail, ilGiammù” composto da grappa al mandarino, Sambuca Bona (una soda al gusto di anice e fiori di sambuco) con l’aggiunta di qualche goccia di limone. “Un tributo alla tradizione siciliana di bere acqua e Zammù, un liquore di elevata gradazione alcolica al sapore di anice. Si usava assaporarlo nel palermitano per dare sollievo al palato nelle calde giornate estive – spiegano Luca Cutrufelli e Nicolò Verde – il termine Zammù deriva dall’arabo “Zammut” che significa “anice”. Si pensa che anche “Sambuca” derivi dallo stesso termine arabo. Così abbiamo pensato di miscelare la nostra grappa, aromatizzata con i mandarini del nostro giardino, alla sambuca in bottiglia di Bibite Bona, azienda leader siciliana per la creazione di soft drink realizzati con materie prime siciliane”. 

 

Con la riapertura fissata per l’11 giugno il Giardino di Lipari è pronto a lanciare la grappa al mandarino come nuovo distillato di punta del bar. Una vera rivoluzione nel mondo del beverage alle Eolie. 

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: IL GIARDINO DI LIPARI

Tutto è iniziato nel 2014. C’era un agrumeto abbandonato da tre decadi, incastonato in una corte nascosta tra le mura del centro di Lipari, preziosa isola delle Eolie, a qualche minuto di aliscafo da Messina. Luca Cutrufelli, messinese classe 1982, è riuscito a leggere bellezza laddove gli altri vedevano solo una selva di sterpaglie in stato di abbandono. È nato così il club “Il Giardino di Lipari”, un’oasi di mille metri quadri tra case e palazzine. Cutrufelli è riuscito ad unire nella progettazione del locale le proprie due anime: quella da ingegnere edile con una profonda conoscenza dei materiali e quella di artista capace nel corso della sua carriera di numerose mostre personali in Europa, tra le quali una a Parigi, dove vive in inverno. Nel giardino ci sono 20 piante di mandarino. L’obiettivo è quello di far vivere per tutto l’anno, e dunque non solo d’estate, Il Giardino di Lipari. E per farlo è stata realizzata una linea di prodotti ispirati all’anima stessa del giardino, i suoi 20 alberi di mandarino. Il primo prodotto sarà un distillato realizzato ad hoc dall’azienda siciliana Giovi. Ma saranno realizzate anche delle conserve, tramite la collaborazione con la Trimarchi di Villa Marchese. Saranno in vendita anche le divise ufficiali del locale, camicie realizzate da Giocherenda, sartoria sociale nata a Palermo dall’idea di giovani arrivati in città e scappati da territori di guerra come Guinea, Gambia, Mali, Burkina Faso e Marocco. Il Giardino di Lipari è peraltro da due anni completamente plastic free (si usano solo bicchieri di vetro, la drink list non prevede cannucce) e adesso rilancia. È stato infatti siglato un accordo con l’azienda Wami di Milano: imbottigliano acqua nel Nord Italia e devolvono parte dei ricavi alla creazione di impianti di fornitura di acqua potabile per villaggi, al momento, di Africa, India e Sudamerica, sulle loro bottiglie c’è un Qr code che mostra lo stato di avanzamento dei singoli progetti. È poi pronto anche il progetto con la World Rise, onlus focalizzata sulla tutela dell’ambiente marino: saranno invitati artisti da Parigi per un workshop di fotografia dedicato al rappresentare una giornata di pulizia sulle spiagge, le immagini saranno poi messe in mostra al locale. Maggiori informazioni sul sito www.ilgiardinodilipari.it o sulle pagine social de Il Giadino di Lipari.

Il Covid non fa paura alle imprese: il 70% assumerà personale nei prossimi 6 mesi

E’ l’esito di uno studio di Fòrema, società di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, su un campione di 213 aziende del territorio. Nella metà dei casi le nuove assunzioni sono dovute ad un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia. Il 34% dei nuovi contratti sarà a tempo indeterminato, crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali

 

PADOVA. Ad un anno dall’esplosione della pandemia e con l’avvio ora della fase di “ripartenza”, uno dei temi caldi di cui si sta discutendo riguarda il blocco dei licenziamenti che di fatto sta ingessando il mercato del lavoro. I dati che arrivano dal mondo delle imprese fotografano una situazione alquanto particolare.

Il 70% delle imprese venete nei prossimi 6 mesi ha programmato di assumere nuovo personale. Le assunzioni sono dovute in metà dei casi ad un aumento delle commesse e quindi della mole di lavoro da volgere, avvenuta in piena pandemia. Insomma il Covid-19 non fa più paura alle imprese venete, che sono già in piena fase di riavvio e a fronte di un aumento del lavoro hanno programmato nuove assunzioni. Ma c’è di più. Il 61% delle assunzioni dei prossimi mesi saranno assunzioni dirette da parte delle imprese. Il 30 % avverranno nei reparti produttivi e saranno in gran parte assunzioni stabili. Il 34% del totale infatti saranno assunzioni saranno a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage. Crollano sotto la soglia del 10% (precisamente al 9%) le assunzioni tramite agenzia interinale (lavoro somministrato). Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti. 

Sono i dati più significativi emersi dall’ultimo studio promosso da Fòrema, ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova diretto da Matteo Sinigaglia. Una survey intitolata “Veneto 20.21 – Indagine sui fabbisogni professionali della imprese”. Uno studio svoltosi nel mese di marzo 2021 su di un campione di 213 aziende del territorio (51% Padova, 44% Vicenza, 3% altro in Veneto, 2% fuori veneto). Imprese intervistate da Fòrema per comprendere quali siano i fabbisogni e le esigenze del mondo industriale e produttivo nei mesi della ripartenza primaverile/estiva 2021. Le aziende intervistate sono suddivise in queste categorie: 10% grande imprese, 37% media, 53% piccola. Tra i settori di appartenenza delle imprese quasi il 50% fa riferimento al metalmeccanico, il 20% appartiene all’ambito gomma-plastica-chimico, il resto ai settori commercio, grande distribuzione organizzata, edilizia, moda, sport, servizi, alimentare, cartiero, legno. 

“I risultati dell’indagine indicano che le imprese sono attualmente in fase di espansione – spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema, che si è occupato dello studio sui fabbisogni occupazionali delle aziende – i dati ci dicono anche che da un lato c’è un fabbisogno occupazionale, dall’altro che oggi si ricercano nuove professioni e un mix di competenze (professionali, soft e digitali), capaci di innovare i ruoli e le mansioni in azienda. Competenze digitali affiancate a quelle relazionali, oltre che tecnico-operative. Gli enti di formazione in quest’ottica hanno un compito importante, quello della riqualificazione professionale, di saper aggiungere competenze nuove e complementari ai lavoratori, rendendoli capaci di operare in realtà complesse come sono le imprese di oggi. Questo affinché nello scenario attuale non vi sia un’espansione “monca” ovvero priva delle figure professionali adeguate. Per evitare dunque che ben presto, quanto vi sarà lo sblocco dei licenziamenti, si arrivi ad una disoccupazione strutturale del tessuto economico veneto, perdendo le opportunità degli hybrid jobs”.

 

Il 70% del campione intervistato (148 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi. Il 61% saranno assunzioni dirette, mentre crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali. Le percentuali crescono nei singoli settori (gomma/plastica e chimica – 80%; metalmeccanica – 78%, alimentare – 76%). La maggior parte delle assunzioni riguardano le grandi imprese.

Il 30% delle nuove assunzioni avverranno nei reparti produttivi, il 14% in area commerciale, il 12% in area tecnica, a seguire il resto sotto del 10% (amministrazione, commerciale marketing, risorse umane, logistica, qualità, ricerca). L’indagine ha evidenziato una grande attenzione all’ambito “operations” (produzione + acquisti + logistica) che in totale pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale. Per quanto riguarda in particolare le imprese metalmeccaniche, il 50% di inserimenti avverrà in area “operations”, 26% in ufficio tecnico e ricerca, 10% marketing e commerciale.

Quasi la metà del panel (49%) ricerca nuovo personale per far fronte ad un aumento delle attività aziendali. Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all’avvio di nuove attività o processi (10%) o per la necessità di nuovi ruoli e professioni (14%). Il 34% delle aziende che assumono lo farà a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage, il 9% tramite somministrazione (agenzia interinale) mentre solo il 2% ricerca collaboratori esterni in p.iva

Le assunzioni dirette da parte delle imprese rappresentano il 61% del totale degli inserimenti previsti. L’apprendistato mantiene il ruolo di canale di ingresso in azienda (17%; per le piccole imprese 20%), seguito dal tirocinio (11%). Le nuove assunzioni tramite agenzia interinale saranno il 9% del totale (nelle grandi imprese il valore arriva al 16%, nelle piccole invece si ferma al 3%). In merito alle competenze ricercate per i neoassunti le imprese mettono al primo posto le competenze tecniche di base (41%), poi le avanzate (33%), infine le trasversali (15%), di settore o di ruolo (11%). Tra le competenze trasversali le più richieste vi sono: il problem solving, l’apprendimento continuo e il senso critico. Le competenze trasversali, relazionali, digitali, da abbinare dunque a quelle di base, risultano fondamentali requisiti per il nuovo personale.

Tra i profili introvabili per le aziende alla ricerca di personale vi sono al primo posto gli addetti alla produzione meccanica, macchine CNC, saldatori, carpentieri e simili (29%). A seguire tutto il resto, addetti marketing (9%), ingegneri (8%), tecnici (8%), programmatori (6%), impiegati (6%), manager (6%), manutentori (6%), progettisti (6%), altri profili (16%). Il 69% delle imprese dichiara di aver sperimentato difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali per il proprio organico. Il fenomeno interessa più le piccole imprese (72%) che le grandi imprese (62%).

“Da Tintoretto a Walt Disney – Gli effetti speciali di Side Academy”, EVENTO 19 GIUGNO ore 18.45 – Peschiera del Garda (VR)

Ma è vero che Jacopo Tintoretto, il Parmigianino, il Pontormo e gli altri grandi della pittura italiana del ‘500, amavano “sparaflashare” effetti speciali nelle loro celebrate opere dipinte o affrescate?” E che lo facevano tramite usi della luce, dei colori, delle masse, delle prospettive e delle figure degni dei più avveniristici “studios” cinematografici del XXI secolo? Sabato 19 giugno, con inizio alle 18,45 in piazzale Davide Zenato, a Peschiera del Garda, le risposte arriveranno dallo storico dell’arte Vittorio Sgarbi e dalla Supervisor Animator Sarah Arduini nell’evento “Da Tintoretto a Walt Disney, gli effetti speciali di Side Academy” (posti gratuiti a prenotazione, fino a esaurimento, sul sito della Side Academy di Verona, https://sideacademy.com/).

 

Delle relazioni fra pittura rinascimentale e Hollywood uno storico dell’arte della levatura e della notorietà di Vittorio Sgarbi è talmente convinto da avere dedicato al tema pagine bellissime della sua produzione, come quelle dell’articolo “Quegli effetti speciali alla maniera del Tintoretto” pubblicato due anni e mezzo fa da Il Giornale. A Peschiera sarà affascinante vedere Sgarbi a confronto sul tema con Sarah Arduini che, oltre a essere Supervisore Disney, è docente in Side Academy, dove si formano creativi destinati a lavorare nel cinema come nei videogame o nella pubblicità.

In “Da Tintoretto a Walt Disney” Sarah, che è premio Oscar per gli effetti speciali de “Il libro della giungla”, racconterà al pubblico la sua storia d’artista, iniziata da bambina stregata dai cartoni animati e approdata ai set delle più mirabolanti produzioni Disney. Alle sue spalle scorreranno immagini che, tratte da amati kolossal come “Il re leone” o lo stesso “Libro della giungla”, si alterneranno ai totali e ai particolari di opere pittoriche del ‘500 scelte da Vittorio Sgarbi per dimostrare la loro stretta parentela con immagini e sequenze entrate nella mitologia del cinema di animazione.

Su questo duetto raro e prezioso di voci pone il suo marchio di qualità la Side Academy di Verona, nata per formare professionisti della computer-grafica e delle sue affascinanti discipline. “Da Tintoretto a Walt Disney”, eccezionale occasione di conoscenza e divertimento, viene proposta in concomitanza con l’inaugurazione della seconda sede di Side Academy che, a partire dall’imminente anno accademico 2021-2022, affiancherà alla sede storica di Verona, sita in un magnifico palazzo rinascimentale di via del Fante, le aule e gli alloggi ricavati in un’ala del lussureggiante Golf Club di Peschiera del Garda. Il risultato complessivo è un “Campus” a misura di studente tra la magia di Verona e la bellezza del Lago di Garda.

 

In questo contesto Vittorio Sgarbi e Sarah Arduini risultano quindi essere due testimonial della ragion d’essere di Side Academy, ovvero diffondere la Bellezza.

CORTE DELLA PELLE, NASCE L’E COMMERCE ISPIRATO AI CALEGHERI VENEZIANI

Il sito di vendita on line delle calzature create dalla famiglia Ballin prende il nome dalla corte veneziana dove sorse nel 1200 l’antica scuola dei “calegheri”. 

 

FIESSO D’ARTICO (VE). Artigiani della calzatura sbarcano on line con un nuovo sito di e commerce. La “Franco Ballin” di Fiesso d’Artico, azienda storica nel distretto della calzatura della Riviera del Brenta, ha attivato la vendita tramite e commerce delle sue calzature. Da qualche giorno sul sito cortedellapelle.it è possibile acquistare le scarpe prodotte artigianalmente dalla Franco Ballin. Una decina di modelli da uomo e realtrettanti da donna sono disponibili on line. Una novità per un’azienda che da 40 anni produce scarpe artigianalmente, seguendo le tecniche dell’antichissima arte calzaturiera veneziana.

E il nome del sito è ispirato proprio a questa antica tradizione. La Corte della Pelle infatti si trova a S. Samuele nel Sestiere di San Marco a Venezia. Qui venne fondata nel 1278 l’antica scuola per calegheri (calzolai). Alla Corte della Pelle si trovavano infatti i depositi di pellame utilizzati per realizzare le scarpe. L’arte calzaturiera a Venezia era particolarmente fiorente. Alla fine del XVIII secolo si contavano 340 botteghe per un totale di 1172 persone occupate nel settore. Successivamente le botteghe degli artigiani calzolai si spostarono pian piano verso la terraferma, arrivando alla Riviera del Brenta sede ora di un florido distretto della calzatura. “Ci siamo ispirati alla Corte della Pelle di Venezia per collegarci idealmente alle origini dell’arte calzaturiera veneziana, al luogo dove quest’arte è nata e si è sviluppata – spiega Stefano Ballin titolare della “Franco Ballin” – è una tradizione da riscoprire e di cui siamo particolarmente fieri. Ci ispiriamo all’antica arte dei caleghari veneziani per realizzare le nostre calzature su misura”.

La storia della “Franco Ballin” inizia nel 1972 sulla Riviera del Brenta, il distretto della calzatura del Veneziano. Franco Ballin, che al tempo lavorava per il calzaturificio del cognato, decise di fondare una società famigliare per la produzione di scarpe da donna: la lavorazione a sacchetto è l’idea vincente che in quegli anni lanciò l’attività. Nei primi anni Ottanta la crescita industriale, grazie all’acquisizione del calzaturificio Garden, di Stra, sempre nel Veneziano. Negli anni Novanta la specializzazione nel terzismo di lusso. 

Dieci anni fa, la decisione di far nascere un marchio di proprietà, che oggi viene proposto a Fiesso d’Artico, giusto di fronte allo stabilimento produttivo. Oggi il flagship è modello per il proprio respiro internazionale: le produzioni vengono vendute anche a Londra e Tokyo. 

Mezzo secolo dopo l’avvio dell’attività, oggi le redini sono in mano ai fratelli Roberto e Stefano, ma la presenza attiva di Franco in azienda è fondamentale: è lui il “mastro calzaturiere” e nel mentre segue in prima persona le attività del Politecnico Calzaturiero, la prima scuola italiana per calzolai. 

Ballin oggi esporta i suoi prodotti in tutto il mondo, occupa una trentina di persone, il fatturato si aggira attorno ai due milioni di euro. La realizzazione di prodotti per le grandi griffe internazionali è il core business aziendale.

Ma quello che caratterizza l’azienda è l’anima artigianale. Franco Ballin propone per il 2021 due linee da uomo e altrettante da donna, una formale e una sportiva. “Molte delle lavorazioni sono fatte ancora a mano, le pelli sono custodite in una stanza protetta, una sorta di caveau dell’eccellenza”, spiega Ballin. “L’azienda fa un vanto di utilizzare ancora oggi, accanto ai macchinari più innovativi, anche una Duer, macchina da cucire degli anni Ottanta che ha bisogno della costante presenza di un tecnico. Ma molti altri sono gli strumenti artigianali, figli di un’epoca antica, quando si curava a mano ogni dettaglio della calzatura. Il nostro obiettivo è di valorizzare la tradizione, produrre calzature di eccellente livello qualitativo, sia per uomo che per donna. Siamo capaci di assemblare, cucire in diversi modi e rifinire ancora a mano le suole, come si faceva un tempo”. 

Grazie a questa conoscenza ancestrale e all’esperienza pluridecennale dei dipendenti (molti sono in azienda dalla fondazione, anche se non mancano i giovani artigiani della calzatura), oggi uno dei segmenti dell’attività che più sta avendo successo è quello delle calzature personalizzate. Alcuni clienti le chiedono per problemi fisici, ma per lo più sono persone che amano il lusso e la raffinatezza e che vogliono scarpe perfettamente su misura e del colore prescelto, un colore che magari si sposi ad un abito di gala. 

“C’è anche chi ci chiede modelli completamente personalizzati, pensati non solo per il comfort dei piedi ma soprattutto per l’eleganza e l’unicità che sappiamo donare”, conclude Ballin. “Abbiamo notato una crescita di questa attività, in particolare col Covid le persone stanno cercando il meglio, vogliono star bene nelle proprie scarpe. Ne siamo felici, sebbene la produzione artigianale rappresenti una piccola fetta del nostro business, è quella che forse meglio rappresenta il nostro amore per la calzatura e la nostra storia di artigiani della pelle”.