TORRE UNIPOLSAI DI MILANO, IL “NIDO VERTICALE” IN ACCIAIO ZINCATO A PORDENONE

Oltre mille tonnellate di acciaio lavorate nella Zincheria B&B di Bordignon Group, che ha sede principale nel Vicentino. L’amministratore delegato, Walter Bordignon: “Orgogliosi di aver partecipato a questo progetto. La zincatura a caldo sempre più al centro delle maxi opere”

 

La Torre UnipolSai è un grattacielo in costruzione nel quartiere di Porta Nuova all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e via Fratelli Castiglioni. L’opera è sotto i riflettori da mesi, cambierà per sempre lo skyline di Milano. I lavori sono iniziati nel 2017 con le palificazioni delle fondamenta. La torre comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, una superficie totale di 33.000 metri quadrati e una altezza complessiva di 126 metri. Il grattacielo avrà una struttura a X, che ricorda un nido; i materiali utilizzati per la costruzione saranno vetro, legno e acciaio. 

Il rivestimento della struttura in acciaio è realizzato dall’azienda trevigiana Maeg costruzioni SpA. Ma per rendere perfetta ed eterna la struttura, si è deciso di zincare l’intera struttura reticolare esterna. Si tratta di 1.100 tonnellate di acciaio che sono state lavorate nello stabilimento di Montereale Valcellina (Pordenone) della Bordignon Group, la Zincheria B&B; i lavori sono stati possibili grazie ad una enorme vasca della lunghezza di 16 metri, larga un metro e mezzo e profonda 3,2 metri dove è stato possibile inserire i singoli pezzi della struttura in acciaio, che poi sono stati montati sul posto.

“Siamo orgogliosi di partecipare alla realizzazione di questa opera che rappresenta una delle strutture più all’avanguardia in Italia e in Europa”, dice Walter Bordignon, amministratore delegato di Bordignon Group. Il Gruppo, che ha sede principale a Rosà, nel Vicentino, fattura 39 milioni di euro e impiega quasi 300 persone capaci di zincare a caldo oltre 100 mila tonnellate all’anno grazie alla vasca di zincatura più grande d’Europa, costruita nel 2014 per megastrutture come ponti autostradali e ferroviari. 

“Noi abbiamo lavorato per realizzare la facciata continua della torre, proteggendo mediante zincatura a caldo l’involucro della costruzione in calcestruzzo, che somiglia come forma ad un nido di uccello: sarà poi la struttura che reggerà le vetrate”, spiega ancora Bordignon. “È una struttura in acciaio zincato a caldo, lavorato a griglia diagonale senza colonne di sostegno, un reticolo di elementi tubolari che sono stati saldati sul posto senza nessun bullone che, una volta concluso, sarà una sorta di pelle per l’edificio”.

Non è peraltro la prima volta che Bordignon Group incide sullo skyline di Milano. La torre Gioia 22, soprannominata «Scheggia di Vetro», è un grattacielo che nella propria anima strutturale avrà acciaio zincato nel Vicentino, un edificio noto per essere orientato al green con oltre seimila metri quadri di pannelli fotovoltaici e una riduzione dell’emissione di anidride carbonica di 2.260 tonnellate rispetto all’edificio precedente.

“E’ la conferma ulteriore che la zincatura a caldo è un sistema perfetto per creare opere eterne”, conclude Bordignon. “Per questo stiamo lavorando da anni per cambiare le norme e permetterne l’utilizzo anche sui ponti stradali e ferroviari, aumentando il loro ciclo di vita e minimizzando i disagi creati dalle interruzioni per lavori di manutenzione. Molto c’è ancora da fare, ma il futuro delle maxi opere è nella zincatura a caldo”.

 

LA STORIA DI BORDIGNON GROUP Fondata nel 1972 a Rosà, la Zincheria Valbrenta, che oggi fa parte del Bordignon Goup, si estende su un’area di 50 mila metri quadri, con una superficie coperta di 12.000. Nel 1993 il gruppo acquisisce la Zincheria Se.Ca di Ala in provincia di Trento (azienda galvanica attiva dal 1980). Nel 2005 viene fondata DMW Logistic Srl, azienda di trasporti funzionale alle attività aziendali che oggi si basa sul lavoro di sette mezzi. Nel 2012 viene fondata la Zincheria SA a Bucarest, in Romania: il nuovo stabilimento occupa un’area di 25 mila metri quadrati, di cui 5.200 dedicati alla linea di produzione. Nel 2020 è stata acquisita in Friuli Venezia Giulia Zincheria B&B, un’azienda nata nel 1983, a Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone che si sviluppa in un’area di 150.000 metri quadri, di cui 7.000 completamenti coperti. L’azienda è in possesso di una vasca della lunghezza di 16 metri, larga un metro e mezzo e profonda 3,2 metri. Grazie all’ultima acquisizione, Bordignon Group oggi ha una capacità produttiva, nei quattro impianti, di 20 mila tonnellate al mese di acciaio zincato a caldo. Il gruppo dà lavoro a circa 300 persone e vanta una rete commerciale che copre tutta l’Europa centro-orientale e un fatturato che oggi ha raggiunto i 45 milioni di euro (in crescita del 26% sul 2019).

LA RICERCA La zincatura a caldo non ha ancora applicazioni in Italia nel campo dei ponti stradali e ferroviari. Il motivo è la mancanza di studi specifici sul comportamento a fatica di dettagli strutturali zincati a caldo per immersione. Per questo motivo Bordignon Group ha incaricato un team di studiosi di portare avanti campagne di indagini sperimentali per analizzare il comportamento sotto carichi ciclici dei particolari strutturali più comuni nei ponti di acciaio. Iniziati prima con l’Università di Trento e poi proseguiti con quella di Padova, gli studi proseguono da dieci anni e sono stati portati avanti da due vicentini, ex docenti dell’Università di Padova, l’ingegner Francesco Mutignani e dal collega Filippo Berto, che oggi insegna al dipartimento di ingegneria meccanica e industriale dell’università di scienza e tecnologia Ntnu, in Norvegia. Si aprono quindi scenari interessanti per gli addetti ai lavori, ma anche per gli enti pubblici. Recentemente è stato fatto il primo passo: all’interno della normativa EN1090, che regola progettazione e costruzione delle strutture metalliche, sono stati introdotti in modo chiaro i coefficienti di attrito per i giunti zincati a caldo, permettendo a progettisti ed ingegneri l’utilizzo di questa soluzione. L’impiego della zincatura a caldo sulle strutture metalliche può garantire valori di protezione alla corrosione sensibilmente superiori a quelli della maggior parte dei cicli di verniciatura.

 

AL VIA IL CONCORSO CREATIVITY START UP DELL’ANNO, PREMI PER OLTRE 50 MILA EURO

Aperte le candidature per il premio dedicato a tutti i creativi d’Italia lanciato da Treviso Creativity Week 2021. Il founder Gianpaolo Pezzato: “Cerchiamo idee innovative per lo sviluppo del territorio in una logica di circular economy.” La finalissima venerdì 5 novembre nella sede della Provincia di Treviso

 

Dopo il successo di adesioni della scorsa edizione, Innovation Future School, promotrice della Treviso Creativity Week (dal 2 al 7 novembre 2021), rilancia il “Premio Creativity Start Up dell’anno” per trovare le migliori idee e soluzioni innovative che possano apportare un beneficio significativo e che sia riconducibile ad uno o più dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Grazie ad una autorevole rete di partnership nel settore dell’innovazione, quest’anno i premi ammontano ad oltre 50 mila euro. Il founder Gianpaolo Pezzato: “Il Premio rivolto alle start up è uno dei cavalli di battaglia della Treviso Creativity Week perché porta alla luce le idee e le visioni dei migliori talenti del nostro Paese capaci di dare un vero valore aggiunto alla nostra economia territoriale. La creatività è targata Italia”. 

 

Le categorie a cui candidarsi sono le tre F del Made in Italy (Fashion, Food and Forniture), Social Innovation, Mobilità, Turismo & Cultura. Al concorso possono partecipare le neoimprese di tutta Italia avviate al massimo entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del bando, i progetti d’impresa i cui promotori intendono collocare una sede operativa in territorio nazionale e quelli in cui almeno uno dei promotori vi è nato o domiciliato. Per la candidatura gli aspiranti startupper devono inviare il file di presentazione a: startup@trevisocreativityweek.it. Le candidature devono pervenire entro le ore 24.00 di 22 ottobre 2021. Entro venerdì 29 ottobre una giuria tecnica selezionerà le dieci startup finaliste del premio che saranno chiamate ad esporre i propri servizi e prodotti nella finalissima della mattina del 5 novembre dalle ore 9.00 alle 11.00 presso l’auditorium della Provincia di Treviso. 

 

Il primo classificato conquista il premio IMPACTHUB, un percorso di mentorship personalizzata presso la sede di Impact Hub Milano. Grazie al coinvolgimento di un team dedicato, il vincitore sarà supportato nella fase di lancio della startup, con un particolare focus sul tema dell’accelerazione d’impresa e dei Business Angel. Tra i premi speciali, c’è “A4W – Angels For Women” alla startup con team al femminile o a forte impatto sulla questione di genere, il “premio” LABOMAR , alla startup che avrà proposto una soluzione/idea particolarmente interessante ed innovativa nel miglioramento del Benessere delle persone, il premio “YARIX”, alla startup che proporrà una soluzione particolarmente innovativa nell’ambito del settore della ciber security ed il premio “Sellalab” alla startup che proporrà una soluzione particolarmente innovativa nell’ambito del settore digital. Come ad ogni edizione della Treviso Creativity Week non manca la partecipazione attiva del pubblico che potrà votare i dieci progetti finalisti sulle pagine Social del festival e proclamare così il vincitore “popolare”.

UN TERMOARREDO CON L’IMMAGINE DEL “FERO” DI UNA GONDOLA VENEZIANA

A realizzarlo è l’impresa specializzata Maarmo, sul modello di un vero “fero da próva” risalente a 100 anni fa. Sabato 9 ottobre alle 11.00 l’inaugurazione della nuova sede aziendale a Villotta di Chions (PN)

 

VILLOTTA DI CHIONS (PN) – VITTORIO VENETO (TV)

Sabato 9 ottobre alle 11.00 ci sarà l’inaugurazione della nuova sede di Maarmo,  azienda che realizza termoarredi e scaldasalviette con processi produttivi improntati a riciclo e sostenibilità. Il nuovo stabilimento, 2 mila mq di spazio totale, al suo interno avrà anche uno spazio adibito a showroom. Si trova a Villotta di Chions (PN), in via Cadore, n. 20 

Con l’occasione sarà ufficialmente presentata al pubblico anche la grande novità della collezione di Maarmo. Il nuovo termoarredo di altissimo design denominato VENEZIAA. Un pannello radiante con il simbolo di una gondola veneziana, il ferro da prua (“fero da próva” in veneziano), realizzato grazie all’utilizzo di uno pezzo storico originale. 

L’idea è nata dall’incontro con Arzanà, associazione non-profit veneziana che ha come fine statutario lo studio, il restauro e la conservazione delle imbarcazioni tradizionali della laguna di Venezia (arzana.org). C’era l’idea di realizzare un termoarredo ispirato a Venezia e l’associazione ha dato concretezza a quest’idea fornendo l’oggetto a cui ispirarsi. Un “fero da próva” originale di 100 anni fa messo a disposizione da uno degli associati di Arzanà. Si tratta di Gianfranco Munerotto, storico ed artista, da trent’anni impegnato nello studio delle imbarcazioni tradizionali ed autore di diversi volumi, saggi e articoli sul tema. Il prezioso oggetto è stato utilizzato come modello da riprodurre realizzando una stampa da applicare su questo nuovissimo termoarredo. Anche i colori in cui viene realizzato si ispirano a Venezia: il nero di “Gondola” (nero color pece tipico dell’imbarcazione veneziana), l’azzurro di “Laguna” e il marroncino di “Lido” (il colore della sabbia del lido). Le finiture saranno realizzate invece in corten, materiale ferroso molto elegante. Il modello di termoarredo VENEZIAA è realizzato cona la stessa filosofia cui si ispira tutta l’attività di Maarmo, azienda che punta tutto sulla sostenibilità. “E’ prodotto infatti con il solo utilizzo di polvere di marmo riciclata – fanno sapere dall’azienda – senza necessità di cottura e verniciato a mano solo con colori ad acqua. Un oggetto testimone di quella che è la “più antica città del futuro”. Infine, in abbinamento al termoarredo, i clienti di Maarmo potranno acquistare anche il volume “La Gondola nei Secoli. Storia di una continua trasformazione tra architettura navale e arte” scritto dallo stesso Gianfranco Munerotto. Si tratta insomma di un vero e proprio tributo a Venezia e alla sua gondola.

Il modello di termoarredo VENEZIAA sarà presente in un apposito spazio all’inaugurazione di sabato 9 ottobre. All’evento parteciperanno anche i 10 artisti autori delle stampe con cui è possibile decorare la linea di termoarredo liscio di Maarmo. E’ la Temporary Collection “MioByMaarmo”, una selezione di tutte le proposte creative arrivate da giovani artisti internazionali, tra cui francesi, inglesi e giapponesi. Si tratta di Anna Marmolada, Nicolas Sterin, Giorgia Ricci, Cristiano Coppe, Donatella Ottolini, Elisa Rossetto, Greta Bernini, Jason Mitchell, Marie Astrid, Makiko Asada.

L’inaugurazione è aperta al pubblico. Per accedere è necessario essere muniti di Green Pass.

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: MAARMO

Maarmo come materia prima riutilizza e ricicla gli scarti della lavorazione del marmo, recuperati grazie ad un certosino lavoro di selezione nelle cave dell’area veronese. La formula, sviluppata e perfezionata con pazienza nel reparto di Ricerca e Sviluppo di Vittorio Veneto, nel Trevigiano, ha permesso di generare una linea di termoarredi di design, che non necessita di una fase di cottura, ma di una dolce fase di stagionatura, che dura dalle quarantotto alle settantadue ore. Si passa poi alla verniciatura, realizzata esclusivamente con vernici a base d’acqua, e all’imballaggio, composto di materiali provenienti da cartone riciclato e certificato. L’azienda inaugura ora la propria sede centrale in via Cadore, 20 a Villotta di Chions, in Provincia di Pordenone. “Tutti i nostri prodotti, sia la versione elettrica che idronica, a fine vita, una volta tolti gli elementi strutturali riscaldanti (ad esempio il rame o le resistenze elettriche) possono essere rimacinati per rientrare nel ciclo produttivo”, spiegano dall’azienda. “In questo senso Maarmo agisce creando flussi circolari di materia, capaci così di rigenerarsi. Inoltre, essendo tutti i processi produttivi eseguiti a basse temperature, le quantità di energia usate sono minime. Per chiudere il ciclo green, per ogni radiatore venduto piantiamo un albero grazie alla partnership con la piattaforma Treedom. Così la terra può respirare meglio grazie a noi”. Un modello produttivo unico nel suo genere, che adesso si sta imponendo all’attenzione dei mercati. Dopo una fase iniziale di studio, il 2021 ha visto il rafforzamento della compagine societaria, con l’ingresso di nuovi imprenditori sia dell’area pordenonese (Alain Bottos, Stefano Mascarin e Andrea Del Ben), che dell’area trevigiana (Marco Caliandro e Gianpaolo Pezzato), per sostenere il progetto di crescita e sviluppo in Italia e nei mercati esteri. Per maggior informazioni www.maarmo.com