COMPLETATA L’ACQUISIZIONE del ramo Insurance di Alliance Risk and Insurance Broker SpA (ARIB)

Wide Group SpA, primaria società di intermediazione assicurativa italiana con oltre 20mila clienti, ha concluso l’acquisizione del ramo d’azienda “brokeraggio assicurativo” di Alliance Risk and Insurance Broker SpA (ARIB), parte del gruppo ALLIANCE, storico consulente assicurativo con sede a Roma.

 

(03-05-2021) A partire dal 1 maggio 2021 l’acquisizione consentirà a Wide Group Spa di estendere la propria attività nel territorio del centro Italia, fondamentale passaggio in previsione di future aggregazioni a livello nazionale.

Wide Group si colloca oggi tra i primi dieci broker in Italia per volume d’affari, grazie a una solida infrastruttura tecnologica e un innovativo modello operativo di Insurtech Broker Aggregator orientato alla digitalizzazione e semplificazione di tutti i processi e delle attività caratteristiche di un broker assicurativo.

La sua crescita esponenziale l’ha portata a registrare nell’ultimo anno fiscale un fatturato di oltre 13 milioni di euro, con un incremento percentuale dell’EBITDA del 53% rispetto all’anno precedente.

L’apertura della nuova sede romana presso gli uffici di Piazza Bologna, già affiancata dalle sedi ufficiali di Milano, Bolzano, Bologna, Treviso, Padova, Verona, Brescia, Biella e Reggio Emilia, rappresenta un importante passo a testimonianza del forte legame e presenza di Wide Group nel territorio nazionale che si espande anche al centro-sud, consolidando numericamente e potenziando le competenze tecniche e i servizi di consulenza attraverso l’aggregazione di una realtà storica, seria, qualificata ed intraprendente.

Il percorso di crescita M&A di Wide Group è infatti in costante evoluzione e orientato ad attrarre le eccellenze del settore, al fine di condividere un modello organizzativo sviluppato da un broker per altri broker, con un’infrastruttura completa a 360°.

L’obiettivo di questa operazione e del nostro approccio al mercato – spiega il CEO di Wide Group Gianluca Melani – è quello di aumentare le competenze tecniche e le capacità operative del gruppo, continuando a reinvestire i profitti nello sviluppo tecnologico, tecnico e nel miglioramento continuo dei processi, al fine di offrire un servizio eccellente ai nostri consulenti e relativi clienti”.
L’elevato livello di automazione e informatizzazione dei processi, la spiccata specializzazione tecnico-assicurativa e la predisposizione al cambiamento, caratterizzata da un team di giovani innovatori, sono i principali motivi che hanno indirizzato la nostra scelta verso questa nuova sinergia” – afferma Roberto Grattacaso Presidente del gruppo ALLIANCE – “quella che assicurerà continuità alla Rete Commerciale, assistenza alla Clientela e miglioramento continuo allo Staff tecnico del Gruppo Alliance-ARIB”.

ELEVIA Investments lancia al White di Milano il Fondo di Equity Crowdfunding Ripresa Italia

In occasione del WHITE di Milano, il gruppo finanziario europeo Elevia Investments lancia “RIPRESAITALIA-Fashion Investment Elevator”, il primo dei dodici Fondi di Equity Crowdfunding dedicati a supportare le PMI italiane in questo delicato periodo.
Elevia Investments ha deciso di investire in questo strumento innovativo con l’obiettivo di offrire solide opportunità alle aziende italiane, che potranno anche beneficiare del supporto logistico e conoscitivo del MODELLO RIPRESA ITALIA “fortemente voluto dal sindacato e associazione di categoria di PMI e professionisti Imprese Italia” come affermano il Presidente Flavio Boccia e il Presidente dell’omonimo Centro studi Mauro Alvisi, “solidamente appoggiato dal partner di marketing e business digitale Velvet Media”.
Il fondo di equity crowd funding è stato studiato appositamente per supportare le PMI italiane in 12 settori principali del tessuto imprenditoriale, primo tra tutti quello della moda. Si partirà quindi con un’iniezione iniziale di liquidità stimata per fronteggiare la prima valutazione e disamina dei progetti, per poi andare ad identificare tutte le aziende che potranno beneficiare del fondo in base al modello di sviluppo strategico imprenditoriale Ripresa Italia (www.ripresaitalia.eu) che guida e ingloba l’intero iter di procedure valutative e attuative.
Sarà fondamentale quindi incontrare a Milano gli operatori nazionali e internazionali della moda nei prossimi giorni, così come un ruolo cardine lo avrà la stretta cooperazione, in un comitato tecnico-scientifico allargato, con i partner di Imprese Italia e della holding di marketing Velvet Media, guidata da Bassel Bakdounes.
Il Fondo di Equity Crowdfunding Ripresa Italia riconosce due tipologie di investitori/soci:
I Soci Investitori. Coloro che aderiscono con apporto di capitale proprio, partecipando così alla ripartizione degli utili relativi ad ogni singolo progetto. Di base hanno un riconoscimento annuale concordato dal CdA del Gruppo Finanziario Europeo Elevia pari al 3,20%, a cui va sommata la ripartizione degli gli utili di ogni singolo progetto e maturati entro la chiusura dell’anno solare al 31 Dicembre.
I Soci Richiedenti. Coloro che dispongono di progetti classificati in base all’entità, all’importanza di scenario e mercato, settore merceologico e categoria di performance stimata, valutati da appositi organi istruttori qualificati e identificabili nei CTS (Comitato Tecnico Scientifico) e CER (Comitato Etico Reputazionale)
Tutti i soci del Fondo di Ripresa Italia usufruiranno anche dei servizi di finanza tradizionale e finanzia agevolata messi a disposizione dalla struttura di ELEVIA Investments Banco zrt e dal partner associativo Imprese Italia con i suoi sportelli nazionali e internazionali.
Il Fondo di Equity Crowd Funding Ripresa Italia, che si struttura in un way in-way out period di 5 (cinque) anni, è comunque fortemente interessato a supportare anche tutte le start up provenienti dai giovani talenti di ogni settore e gli spin off universitari.
“È possibile richiedere tutta la documentazione di adesione al fondo al sito: www.eleviainvestments.com“ sottolinea la CEO di Elevia Investments Annarita Carparelli “ricordando per chi non ne fosse a conoscenza che il gruppo finanziario Elevia è una SCPA pertanto l’adesione al Fondo di Equity Crowdfunding avviene attraverso la sottoscrizione di quote ordinarie / privilegiate.”
“Elevia Investments intende fortemente finanziare e promuovere in solido un nuovo rinascimento del fare” concludendo il Presidente di Elevia Investments Andrea Polegri “Elevia finanzia Il Paese Migliore”.
LE SCHEDE
Gruppo Finanziario Europeo Elevia
Il Gruppo Finanziario Europeo Elevia è una struttura finanziaria completa fortemente innovativa, mirata ad assecondare le esigenze legate al privato, alle aziende e al segmento istituzionale internazionale. Elevia Investments opera attraverso i più evoluti sistemi informatici online. Per info: eleviainvestments.com
Imprese Italia
L’Associazione PMI Imprese Italia è un’associazione dedicata alle Piccole e Medie Imprese che si pone l’obiettivo di offrire tutte le informazioni necessarie per sapere come districarsi tra le normative, i finanziamenti, le agevolazioni, le opportunità di business, la sicurezza sul lavoro. Le PMI sono le protagoniste assolute del tessuto economico italiano, rivestono quindi un ruolo economico fondamentale.
L’Italia è tra i paesi europei in cui il peso delle PMI è più importante. Secondo i dati più recenti dell’Istat, infatti, operano nel nostro paese circa 4,4 milioni di imprese con meno di 250 addetti nel settore industriale e in quello dei servizi (quelle con almeno 250 addetti sono appena 3 mila e 500). Per info:
Velvet Media
Marketing management, vendita online e new media: sono questi gli ambiti nei quali l’agenzia di Castelfranco Veneto (TV) è ai vertici nazionali. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi Velvet è una holding che gestisce il marketing in outsourcing per conto di un migliaio di aziende del Nord Italia grazie ad un organico di oltre 150 persone in continua espansione. Per questo è stata premiata come una delle aziende col tasso più alto di crescita in Europa dal Financial Times. Il core business è il coordinamento della comunicazione aziendale a tutti i livelli e la gestione della vendita online: dalla grafica ai video, dal posizionamento del brand allo sviluppo di siti di e-commerce, dalla gestione dei marketplace fino alla lead generation. Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune divisioni parallele, che hanno sviluppato specializzazioni nel mondo dello sport (Velvet Sport), della moda (Velvet Fashion) e dell’internazionalizzazione con focus in particolare sulla Cina (Velvet International). La storia di Velvet Media è raccontata nel libro “Marketing Heroes”, nel quale emerge lo stile aziendale basato su manga e rock and roll. Informazioni e contatti: www.velvetmedia.it

ECOMM FASHION 2020: A RISCHIO CHIUSURA 17.000 NEGOZI

È in corso su e-comm.events la prima digital convention nazionale interamente dedicata al mondo della moda italiana dove si è da poco conclusa l’Assemblea Plenaria con la partecipazione dei Presidenti di Assocalzaturifici e Federpreziosi oltre al Segretario Generale di Federazione Moda Italiana. Tre negozi su quattro stanno registrando fatturati in calo.

Si è aperta stamattina la digital convention ECOMM FASHION, gli “Stati Generali” della moda italiana, che radunerà nel corso dell’intera giornata molti top player del settore per fare il punto della situazione in un momento di grandi cambiamenti. “È cambiato tutto dopo il COVID, e oggi assistiamo ad uno smarrimento senza precedenti per il nostro settore. Riteniamo quindi che proprio in questo momento ci sia bisogno di unione, e che ci sia bisogno anche di traghettare un cambiamento. Una vera e propria rivoluzione. E la rivoluzione passa attraverso tecnologie, passa attraverso informazioni ma passa soprattutto attraverso un cambio di mentalità”, apre così l’Assemblea Plenaria Bassel Bakdounes, Ceo di Velvet Media, holding veneta organizzatrice dell’evento digitale.

Durante l’Assemblea Plenaria appena conclusa, ove sono intervenuti i principali esponenti delle associazioni di settore, Massimo Torti, Segretario Generale della Federazione Moda Italia, ha segnalato nuovi dati elaborati dal proprio centro-studi inerenti il segmento moda. Dei 115.000 punti vendita in Italia, pari ad una forza lavoro di circa 313.000 addetti, dopo il 18 maggio, data di fine lockdown, hanno riaperto il 94% di cui il 76% hanno fatto registrare forti cali di fatturato, soprattutto nelle grandi città e nei centri storici privi di turismo. Da qui le stime, che prevedono perdite di circa 15 miliardi di consumi con il rischio di chiusura di 17.000 punti vendita e di conseguenza perdita di 35.000 posti di lavoro. Altrettanto significativa la percentuale di digitalizzazione dei punti vendita, a chiusura del 2019 solo il 36,2% dei punti vendita aveva già un sito web mentre il 67,1% utilizzava almeno i social network. “I confini tra fisico e virtuale si attenuano. Il negozio fisico non è destinato a tramontare ma ad evolversi. Evoluzione è il concetto chiave.” sottolinea Torti.

Un quadro altrettanto complesso quello presentato in anteprima da Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici. Dall’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda e presentata in anteprima ad Ecomm emerge un quadro difficile. Nel primo trimestre del 2020 le imprese del comparto calzaturiero hanno accusato una flessione media del fatturato pari al -38,4%, con una perdita complessiva stimata in 1,7 miliardi di euro. Nel dettaglio il 60% delle aziende calzaturiere a campione ha registrato, nei primi tre mesi 2020, un calo del fatturato compreso tra il -20% e il -50% rispetto all’analogo periodo 2019; un ulteriore 20% degli interpellati ha rilevato una contrazione superiore al -50%.  Se guardiamo alla raccolta ordini le prospettive non sono migliori: il 46% delle aziende intervistate ha indicato un calo tendenziale nel primo trimestre compreso tra il -20% e il -50%; il 37% ha subìto un arretramento superiore al -50% con un decremento medio degli ordinativi pari al -46,2%. Spiega Badon: “Ci troviamo chiaramente di fronte a sfide impegnative e definitive nella loro capacità di plasmare l’industria e il mercato. I fattori del cambiamento che ciascuno di noi stava affrontando negli ultimi anni – l’esplosione dei canali digitali di vendita, accelerazione e disintermediazione nei processi di acquisto e progressiva selezione della distribuzione tradizionale multimarca – sono diventati in pochi mesi la condizione normale in cui operano gli imprenditori.”

Infine Steven Tranquilli, Direttore di Federpreziosi, conferma che anche un settore tendenzialmente conservatore come quello dei preziosi sta avviando l’integrazione tra canali tradizionali di vendita e mondo digitale. Sebbene con un po’ più di ritardo nella trasformazione, i dati segnalano che il 48,1% delle gioiellerie ha sia un sito web che un profilo sui social network, di cui il 22,6% ha soltanto profilo social mentre il 29,3% non ha alcuna strategia di comunicazione.

BRACCHI GROUP, MAGAZZINI PIENI E BOOM DI SPEDIZIONI ONLINE: COSì IL CORONAVIRUS HA CAMBIATO LA LOGISTICA

Merci che si muovono al rallentatore, estensione degli spazi di stoccaggio del 20% per la holding di Bergamo. Raddoppiano i flussi sul portale Truckpooling che propone le migliori tariffe web sulle spedizioni tra privati e aziende: ritmi superiori a Natale. Il general manager Mauro Crippa: “La logistica avrà un ruolo ancor più strategico dopo l’emergenza”. Ecco come inizia la Fase 2 nel cuore della zona rossa

Il lockdown ha rallentato le spedizioni di merci, bloccandole nei magazzini. Ma contemporaneamente ha accelerato il “fai da te” nelle spedizioni online perché, non potendosi spostare, in molti per la prima volta hanno dovuto affidarsi ad un corriere. Due tendenze opposte, due sfide (una legata allo stoccaggio, l’altra alla velocità nelle spedizioni) che hanno visto in prima linea Bracchi Group, multinazionale della logistica con sede a Bergamo, nel cuore della pandemia italiana, in una provincia che più di ogni altra ha dovuto patire il Coronavirus.

A livello logistico, Bracchi ha registrato un aumento di circa il 20% della merce in transito per i propri magazzini. “Siamo passati da una saturazione media degli spazi consolidati dell’80% al 100%”, spiega Matteo Perazzoli, responsabile della divisione logistica. “I magazzini del Gruppo hanno ospitato le merci che i propri clienti non avevano modo di distribuire a causa del lockdown. In alcuni casi Bracchi ha anche ricavato degli spazi aggiuntivi per garantire lo stoccaggio dei materiali, mantenendo tariffe competitive e incrementando l’offerta di spazi di un ulteriore 20% per soddisfare nuove richieste. Va precisato che con la Fase 2 questa tendenza potrebbe calare leggermente, a seconda dei canali di vendita e dei settori interessati, ma di sicuro continuerà ancora nei prossimi mesi: i magazzini si svuoteranno molto più lentamente di quanto si siano riempiti”.

Contestualmente, c’è stata una accelerazione delle richieste “on demand” di spedizioni di oggetti piccoli, magari tra parenti o da parte di aziende che prima trasportavano tutto personalmente. Significativo il caso di Truckpooling, il progetto digital di Bracchi Group pensato appositamente per il mondo e-commerce. Il sito truckpooling.it permette a privati e aziende di acquistare in modo rapido ed economico spedizioni online, confrontando i principali corrieri espressi. In linea con tutto il comparto e-commerce italiano che in questo periodo ha vissuto un momento di crescita esponenziale, il sito di Truckpooling ha riscontrato un vero proprio boom: ad aprile, ad esempio, si è registrato un +90% di ordini rispetto al 2019. “Una esplosione spinta principalmente dal mercato italiano”, spiega Lorenzo Annoni, amministratore delegato di Bracchi Group.

Il resto è il racconto di come gli eroi della logistica abbiano affrontato questa emergenza, dotando i camionisti di mascherine e speciali assicurazioni sanitarie per permettere loro di garantire i flussi di merce necessarie. “Un’attenzione al cliente che è valsa il riconoscimento da parte di tanti player internazionali che da decenni ormai si affidano a noi”, spiega Mauro Crippa, general manager del Gruppo. “La logistica avrà un ruolo sempre più determinante dopo il Covid19: il nostro ruolo è quello di continuare a far fluire le merci anche in casi di emergenza totale. Anche quando tutti sono bloccati in casa, noi dobbiamo trovare le soluzioni per supportare le aziende ed evitare la paralisi”. Il Gruppo si impegnerà quindi ad investire per sostenere la crescita dell’azienda nonostante le difficoltà del periodo. Lorenzo Annoni è convinto infatti che “per ripartire sia indispensabile il sostegno di tutti: management, clienti, fornitori, dipendenti e investitori”.

Tra le misure adottate per i propri dipendenti, il Gruppo Bracchi ha predisposto il controllo degli accessi e lo screening del personale esterno presente nei propri siti, regolamentando l’uso degli spazi comuni, provvedendo all’igienizzazione giornaliera dei propri siti e implementando le pulizie straordinarie per le aree più a rischio. Il rientro negli uffici dei dipendenti in regime di smartworking, programmato per le prossime settimane, avverrà con un sistema di turnazione e flessibilità oraria per consentire un corretto distanziamento sociale nelle sedi aziendali. Inoltre, proseguiranno i controlli sul corretto uso di guanti e mascherine usa e getta, la verifica della temperatura corporea per dipendenti e fornitori all’ingresso dei siti aziendali e continuerà il programma di pulizia e sanificazione giornaliera secondo il protocollo dell’istituto superiore della sanità di tutti gli uffici, aree comuni e di riposo.

LA STORIA DI BRACCHI GROUP Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Dopo esser stata acquisita nel 1968 da Tranquillo Annoni, l’azienda ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi nei Paesi dell’Est Europa. Alla fine degli anni Ottanta Bracchi inizia ad investire nella sua flotta mezzi per imporsi nel settore dei macchinari agricoli. Negli anni Novanta sono stati avviati i primi progetti di logistica integrata e di outsourcing per clienti strategici. Nel 1994 Bracchi stabilisce i suoi headquarters a Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo). In seguito, l’azienda investirà nella costruzione di nuovi magazzini in tutta Europa per espandere il proprio network e nel trasporto internazionale, introducendo servizi di trasporto marittimo e aereo. Nel 1997 viene fondata a Lublin, in Polonia, la prima filiale estera di Bracchi, B.P. Transports, destinata a seguire il traffico da e per l’Est Europa. Nel 2009 la struttura logistica della sede di Fara Gera d’Adda viene potenziata con un nuovo magazzino di 20.000 metri quadri e un nuovo allestimento dedicati ad un cliente che ha scelto Bracchi come partner logistico da oltre 30 anni. Nel 2010 e nel 2012 vengono inaugurati i due poli logistici di Levice e Dunajska Streda in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa. Nel 2015 nasce ad Ettenheim Bracchi Deutschland, la filiale tedesca di Bracchi: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Nel 2017 parte il progetto per un nuovo polo logistico hi-tech nel parco industriale di Kostolné Kračany, ancora in Slovacchia. Grazie ad una superficie di 65.000 metri quadri, offre servizi di logistica standard e integrata a diversi clienti. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa (nel Vicentino) formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Logistic Net, Il Corriere, Bas Sped e Bas Express condividono con Bracchi un approccio orientato al cliente e una forte attitudine all’innovazione. Grazie a questa acquisizione il Gruppo Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e a nuove aree geografiche.

CORONAVIRUS, I-TECH MEDICAL DIVISION DONA MIGLIAIA DI SATURIMETRI A REGIONI E OSPEDALI

Il “pulsossimetro” è lo strumento che definisce la presenza di ossigeno nel sangue, sono spariti dal commercio: i medici di base li stanno chiedendo per evitare che i pazienti arrivino in ospedale in dispnea. È boom nelle vendite online, ma i prezzi sono gonfiati. La veneziana I-Tech Medical Division: “Ne abbiamo a disposizione, ma preferiamo regalarli alle istituzioni che venderli”. Le donazioni in tutta Italia

 

Fino a pochi giorni fa era uno strumento che si vedeva solo in ospedale, quella “molletta” messa al dito dei ricoverati. Oggi è uno dei modi fondamentali per capire in tempo se il Coronavirus sta distruggendo i polmoni. È il pulsossimetro: dispositivo medico che permette di misurare il battito cardiaco e la saturazione di ossigeno nel sangue. Da perfetto sconosciuto a strumento introvabile: dopo esser diventato di moda nei talk show, ora in farmacia non si trova più e online ci sono gli sciacalli che lo vendono a prezzi gonfiati.

Ebbene, a Martellago, nel Veneziano, ha sede la I-Tech Medical Division, azienda leader nella creazione e diffusione di dispositivi elettromedicali. Ad oggi, è tra le due o tre aziende in Italia ad avere ancora pulsossimetri in vendita. Ma è l’unica ad averli pronti oggi: sono programmate consegne per oltre centomila pezzi in queste ore. “In alcuni casi piuttosto di venderli preferiamo donarli”, dicono il presidente Massimo Marcon e l’amministratore delegato Matteo Zennaro. “Per questo abbiamo già contattato le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto, zone molto colpite dal Covid-19, e siamo pronti alla donazione agli ospedali di tutta Italia: abbiamo già consegnato mille saturimetri e duecento termometri digitali a infrarossi. Saranno distribuiti alle Usl o ai medici di base, che stanno implorando di averne il più possibile per permettere ai loro pazienti la misurazione autonoma dei valori di ossigeno nel sangue ed evitare che arrivino in ospedale coi sintomi della dispnea o polipnea. In alcuni casi li regaliamo anche alle associazioni di volontariato che ce ne fanno richiesta”.

E quando qualcosa è necessario, c’è sempre chi ne approfitta. A lanciare l’allarme la I-Tech Medical Division, leader nazionale nella distribuzione di apparati medici (i modelli Fox-200 e Fox-300 sono molto noti tra i professionisti). “Alcuni giorni dopo le nostre prime donazioni, lo strumento è diventato di moda, forse troppo, e abbiamo visto prezzi gonfiati online”, spiega ancora Marcon, alla guida di una azienda con mezzo secolo di storia e una settantina di dipendenti, agenti e informatori medici. Per evitare truffe ai danni dei cittadini, l’azienda ribadisce perciò i prezzi ufficiali dei propri strumenti: “I nostri pulsossimetri, che sono dispositivi medici certificati, hanno un prezzo al pubblico che può avere una forbice da 49 a 69 euro massimi, a seconda del modello”.

I-Tech Medical Division in queste ore peraltro si sta concentrando anche sul fronte dell’informazione: è stata attivata una specifica campagna informativa sui social network per spiegare agli utenti come utilizzare questi dispositivi medici che di solito sono usati solo da professionisti. “Il saturimetro viene posizionato su zone anatomiche ricche di capillari, come il dito indice della mano”, spiegano dall’azienda veneta. “Monitorare i livelli di saturazione dell’ossigeno in tempo reale permette di valutare rapidamente, sia in ambito domestico che durante emergenze sanitarie, la necessità di ricorrere alla ventilazione assistita. Ma anche di valutare l’efficacia delle terapie farmacologiche e dei trattamenti fatti per riportare l’ossigeno a valori normali. È uno strumento salvavita, il nostro obiettivo è che chiunque lo possa utilizzare”.

L’APPELLO DELL’AZIENDA VICENTINA: ABBIAMO POLIESTERE PER TRE MILIONI DI MASCHERINE, CERCHIAMO CHI SAPPIA CUCIRLE

La Chioccarello converte la propria produzione “Made in Veneto”: in magazzino pronti centomila metri di tessuto certificato e riciclabile. Già in consegna 20 mila mascherine alla Protezione Civile della Regione Friuli-Venezia Giulia. I titolari, Matteo e Michele Chioccarello: “Vogliamo aiutare chi opera nell’emergenza, non possiamo dipendere dalla Cina per le mascherine”

 

A Torrebelvicino, vicino a Schio, nel Vicentino, ha sede la Chioccarello Srl, azienda tessile, nata nel 1962, che nel corso di oltre mezzo secolo di attività si è specializzata nella produzione e commercializzazione di tessuti di fibre naturali, artificiali e sintetiche per il settore dell’arredamento. Da sempre tutta la produzione è locale. “Siamo 100% made in Veneto”, rivendicano i titolari, i fratelli Matteo e Michele Chioccarello che, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, hanno deciso di cambiare completamente le priorità della produzione, coinvolgendo i 15 dipendenti e attivando degli innovativi processi per creare materiali adatti alle mascherine nei due stabilimenti aziendali, quattromila metri quadri in tutto di superficie.

I primi a beneficiarne sono stati i volontari della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia: hanno consegnato nei passati giorni il loro tessuto all’azienda confezionatrice Prelinea Srl di Treppo Grande, in provincia di Udine, che dopo la lavorazione sta facendo avere in queste ore le prime 20 mila mascherine ai volontari.

Ma si potrebbe far molto di più. A Schio oggi sono accatastati 300 mila metri quadrati di tessuto da destinare al settore per l’arredamento home-office, sedie, poltrone e pannelli per ufficio, forniture contract, sale da cinema e comunità. Negli ultimi giorni 100 mila metri di poliestere sono stati sottoposti ad un trattamento ad hoc, tramite una immersione in un apposito liquido. L’azienda già cinque anni fa aveva ottenuto le certificazioni necessarie per questo processo produttivo, aveva infatti venduto del materiale per mascherine realizzate in Svezia, dove la normativa è molto severa.

“Il tessuto che abbiamo realizzato è riciclabile al 100% e può essere lavato fino a cinque volte a 60 gradi in lavatrice”, spiegano i Chioccarello. “Non è quindi un prodotto usa e getta. Ma il nostro problema è che non siamo produttori di mascherine, servono dei macchinari professionali per tagliare e cucire che noi non abbiamo. Ci stanno contattando molte aziende, anche dall’estero, per comperare il materiale. Ma preferiamo che rimanga in Italia. È ora di finirla con questa dipendenza dalla Cina per gli strumenti di protezione individuali”.

Considerato che in media, da ogni metro si possono ricavare dalle 25 alle 30 mascherine, significa che nei magazzini di Schio sono ferme circa tre milioni di possibili mascherine. “In Italia servono 90 milioni di mascherine al mese”, conclude Michele Chioccarello. “E non le abbiamo. Il fatto di aver delocalizzato la produzione in Cina (non è il nostro caso) adesso è uno svantaggio. Noi stiamo giocando la nostra parte. Chi ha la possibilità di convertire questo tessuto è il benvenuto. Noi esportiamo in 27 paesi del mondo, abbiamo una quota del nostro fatturato di circa il 70% in export grazie a 500 colori di tessuti tecnici sempre disponibili a magazzino e a 300 mila metri di tessuto a stock. In questo caso però vorremmo che il tessuto per le mascherine rimanga in Italia. Aiutateci a trovare chi lo possa cucire”.

 

LA HOLDING DELL’IMPRENDITORE LORENZO SCARSELLA EMETTE UN BOND DA 100 MILIONI DI EURO DA INVESTIRE IN ITALIA

L’imprenditore romano lancia il nuovo business dopo un periodo di studio a Montecarlo. “Ho aperto una holding in Irlanda, questa la mia ricetta per rialzarsi dopo il Coronavirus”. Al via i corsi digitali per i giovani investitori.

 

 

Dalla laurea in Economia e gestione delle imprese fino alla holding che emette un bond da cento milioni di euro. Sta dentro questa parabola la vita imprenditoriale di uno degli enfant prodige della finanza italiana. Lorenzo Scarsella, originario di Tivoli, oggi ha 29 anni ed è finito al centro della cronaca finanziaria per una operazione che sta realizzando in questi giorni sull’asse Italia-Irlanda. Dopo la laurea, Scarsella ha iniziato a comprare aziende, ristrutturarle, renderle redditizie e a rivenderle. La carriera imprenditoriale è iniziata in un’azienda di costruzioni: aveva capito che era il momento di utilizzare lo strumento normativo del project financing. Nel corso degli anni ha partecipato a circa una trentina di bandi, molti li ha vinti. I soldi guadagnati sono finiti in nuovi investimenti, collegati al turismo e alla somministrazione di lavoro interinale.

 

Ma il nuovo obiettivo di Scarsella è ancora più ambizioso: diventare il primo imprenditore italiano ad entrare nella borsa digitale, opzione garantitagli da una nuova normativa entrata in vigore il primo gennaio 2020. La sua ultima iniziativa imprenditoriale, datata metà febbraio, è stata la fondazione in Irlanda, a Dublino, di una società, la Gbgh Capitals Holding Limited, che si è data come obiettivo detenere altre imprese e controllarle finanziariamente, industrialmente e commercialmente. “La mia holding immetterà sul mercato un bond da cento milioni di euro, un prodotto finanziario istituzionale regolato dalle leggi europee sui mercati di capitali, un bond che sarà aperto a tutte le classi di investitori, dai privati ai retail”, spiega. “Con la digitalizzazione dei titoli, sfruttando la tecnologia blockchain e la digital exchange, si ridurranno i costi amministrativi e le obbligazioni emesse saranno comperabili solo con un click. Sarà un prodotto finanziario eccellente, garantiremo il 5% di rendimento con scadenza ventennale. Gli investimenti saranno fatti in Italia”.

 

Le certezze sui rendimenti gli derivano da uno studio che porta avanti da mesi. Infatti, pochi mesi prima dell’emergenza Coronavirus, Scarsella aveva deciso di prendersi un periodo di studio e riflessione a Montecarlo per elaborare le proprie strategie future di business. In particolare, ha analizzato la situazione economica in Cina, e ciò accadeva durante le prime fasi del Codiv-19. Per questo, è riuscito ad elaborare in anticipo una strategia finalizzata ad ottenere un ottimo tasso di rendimento in questo periodo economico di alti e bassi in Borsa, dove alcune aziende eccellono e dove altre invece stanno crollando a picco.

 

Non basta. Scarsella ha infatti affiancato alla sua normale attività imprenditoriale anche dei corsi professionali e formativi sul web per diffondere la cultura finanziaria nel mondo dei giovani. “Questo è il momento ideale per dedicarsi alla formazione online e per analizzare i mercati che si svilupperanno dopo la crisi”, dice. “In molti mi hanno scritto su Instagram, in particolare giovani alle prime armi che non sanno come muoversi in questo momento. Il mio obiettivo è quello di trasmettere loro le conoscenze necessarie per guadagnare, li aiuto ad emergere nel mondo del business in un contesto sempre più complicato. Spero di poterli aiutare e di dar loro un’opportunità in questo periodo così nero”.

 

Per informazioni e dettagli: www.gbghcapitalsholdinglimited.com

On line il “Blog di Vinicio”, l’influencer blogger maschile di Vicenza

Nuovo progetto per l’event planner noto per i suoi eventi glamour e per l’organizzazione dei matrimoni dei vip. “Racconto i trend del momento”. Dal cocchio di vetro alla foresta al mare, ecco come ha realizzato le nozze perfette

 

 

Vinicio Mascarello è un event planner creativo, un generatore di emozioni tra appuntamenti mondani, festeggiamenti privati e aziendali. Originario di Vicenza, conosciuto per essere uno dei trend-setter in Veneto, organizza eventi capaci di impreziosire ogni occasione con gusto, eleganza e modernità. Per cristallizzare le sue esperienze, Mascarello ha lanciato un proprio sito di informazione, un blog allacciato ai fatti che accadono: www.ilblogdivinicio.it.

Dentro si parla di tutto ciò che è moda e fashion, di ciò che è di tendenza sui mass media e dei costumi che evolvono, ma anche di stile per i gentiluomini. “A poche settimane dall’avvio abbiamo registrato decine di migliaia di accessi, oltre ogni aspettativa”, spiega il vicentino. “E’ un chiaro segnale: c’è bisogno di informazione al maschile sui temi di tendenza e per questo noi parliamo di tendenze, news e curiosità del momento, dalla moda al bon-ton, dallo spettacolo agli eventi, tra lusso, tecnologia, cinema, vip e location da sogno. Il segreto del successo? Sono il primo influencer blogger maschile in Italia, gli altri lavorano solo sulle immagini di Instagram”.

Mascarello peraltro ben conosce i trend del momento, lavora infatti come consulente creativo e di comunicazione per numerose realtà italiane e in vari settori imprenditoriali, dal mondo orafo a quello della pelle e del fashion, ed è uno dei wedding planner più stimati e ricercati dalle coppie del Triveneto. Mascarello opera anche nell’ambito del team building organizzando esperienze personalizzate al servizio delle aziende: unico nel genere è il suo corso di cucina gestito da chef stellati come Lorenzo Cogo e Matteo Grandi, capaci di motivare i top manager più dei grafici di crescita aziendale. Ma anche le sue proposte di team building nelle ville venete sono assolutamente innovative.

I suoi eventi fanno parlare a lungo. Come ad esempio quelli chiesti dalla Osmo di Arzignano, nel Vicentino: il tema dedicato a Star Wars ha reso il meeting aziendale qualcosa di epico, coi clienti che ancora oggi ne parlano. Spettacolari anche i suoi matrimoni. Basti citare l’organizzazione delle nozze di Christian Maggio, vicentino capitano del Napoli e giocatore della nazionale, che si è sposato nello spettacolare scenario del Parco Sigurtà, nel Veronese, chiuso al pubblico appositamente per la coppia.

“Ma ricordo anche il romanticismo di quelle nozze a Natale”, dice Mascarello. “Gli sposi volevano la neve e dovetti organizzarmi per spararla. Ad attenderli, fuori, c’era una sontuosa carrozza trasparente, identica al cocchio di vetro di Cenerentola. La sposa c’è entrata dentro mentre lui le leggeva una poesia romantica”. Indimenticabili anche quelle nozze a Jesolo, nell’hotel dove nonni e genitori di lei si erano conosciuti. La sposa però amava la montagna, e ottenne di pronunciare il fatidico “sì” in un ambiente che sembrava una foresta. Oppure quella volta in cui la sposa volle arrivare, dal Lago di Garda, su un motoscafo, mentre modelli sfilavano vestiti con abiti anni Cinquanta. “E’ il giorno più importante per la vita di chi si sposa – chiude Vinicio – io voglio trasformarlo in un evento che nessuno tra gli ospiti possa mai dimenticare”.

 

DOPPIO HEADQUARTER E NUOVE ASSUNZIONI, VELVET MEDIA PREMIATA PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO DAL FINANCIAL TIMES

Fatturato di nuovo raddoppiato nel 2019, una nuova sede e venti assunti. Il 2020 di Velvet Media inizia col premio del maggior quotidiano economico a livello mondiale: ora è tra le aziende a più forte crescita in Europa. Il titolare, Bassel Bakdounes: “Sappiamo osare”

 

Velvet Media si riconferma ai vertici europei nella crescita. A riconoscerlo è il Financial Times, che posiziona Velvet Media al 176° posto su 1000 aziende in Europa all’interno della classifica “FT 1000: Europe’s Fastest-Growing Companies”, realizzata in collaborazione con Statista e pubblicata sul sito ft.com. Un ottimo risultato che arriva pochi mesi dopo un analogo riconoscimento de Il Sole 24 Ore: il primo quotidiano economico italiano ha sancito il posizionamento di Velvet Media al terzo posto tra le agenzie di marketing e pubblicità nel ranking italiano “Leader della Crescita”, grazie a un tasso di crescita tra il 2015 e il 2018 pari al +112,28%.

Un andamento marcatamente positivo che continua a registrare crescite a doppia cifra: nel 2019 il fatturato è di nuovo raddoppiato anche in seguito della decisione strategica di trasformare Velvet Media in una holding che gestisce diverse divisioni di business e incuba progetti innovativi di marketing.

“Il coraggio di saper osare”, commenta il CEO di Velvet Media, Bassel Bakdounes. “È questo quello che ci ha permesso oggi di ottenere un riconoscimento così importante, per il secondo anno di fila. Avere l’audacia di fare scelte diverse dal solito e di cambiare lo status quo non è mai facile, ma è ciò che ti permette di fare innovazione e di fare veramente la differenza. Cosa significa nel concreto? Significa ad esempio essere tra i primi a capire che la vendita online può essere un aiuto per le PMI italiane e non solo una condanna a morte, e significa quindi prendersi il rischio di riassettare tutta l’azienda per offrire alle imprese un aiuto concreto e una guida in questo settore. Significa posizionarci oggi come la prima e unica agenzia completamente strutturata per accompagnare le PMI nella gestione completa di e-commerce, marketplace e social -selling”.

Per supportare la continua specializzazione e la crescita delle divisioni verticali di Velvet Media dedicate ai settori della moda, dello sport, dell’influencer marketing e dell’internazionalizzazione, continuano anche a crescere le figure professionali: tra Store Manager, Marketing Manager, Graphic Designer, Web Developer e Social Media Manager, è stata appena chiusa una campagna di assunzioni che ha visto l’inserimento nell’organico di una ventina di nuove figure.

A conferma della crescita verticale in corso all’interno dell’agenzia c’è anche da segnalare una recente novità nell’headquarter di Castelfranco Veneto. La sede è stata raddoppiata con l’acquisizione di uno nuovo spazio in Via delle Querce dedicato ai reparti fashion, eventi, e foto-video, in fianco alla sede principale. Un headquarter a due gambe, dunque, che si somma alle agenzie sorelle presenti negli Stati Uniti, in Thailandia e negli Emirati Arabi a Dubai.

VELVET MEDIA Marketing management, vendita online e new media: sono questi gli ambiti nei quali Velvet Media, agenzia di comunicazione di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, è ai vertici nazionali. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi è diventata una holding che gestisce il marketing in outsourcing di oltre mille aziende del Nord Italia grazie ad un organico di circa 150 persone in continua espansione. Per questo è stata premiata come una delle aziende col tasso più alto di crescita in Europa dal Financial Times. Il core business è il coordinamento della comunicazione aziendale a tutti i livelli e la gestione della vendita online: dalla grafica ai video, dal posizionamento del brand allo sviluppo di siti di e-commerce, dall’advertising sui marketplace fino alla lead generation. Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune divisioni parallele, che hanno sviluppato specializzazioni nel mondo dello sport (Velvet Sport), della moda (Velvet Fashion) e dell’internazionalizzazione con focus in particolare sulla Cina (Velvet International). Con sedi negli Stati Uniti a Denver, in Thailandia a Bangkok e negli Emirati Arabi a Dubai, Velvet è il partner ideale per qualunque azienda interessata a comunicare e vendere oltre confine. La storia di Velvet Media è raccontata nel libro “Marketing Heroes”, nel quale emerge lo stile aziendale basato su manga e rock and roll; uno stile che ha fatto parlare di sé a livello nazionale anche per il management quasi integralmente femminile e per la presenza in organico della manager della felicità per gestire i rapporti in ufficio. Informazioni e contatti: www.velvetmedia.it.

BRACCHI GROUP, VOLA IL FATTURATO: SUPERATI I 500 DIPENDENTI CON LA LOGISTICA “IN HOUSE”

Il gruppo di Bergamo si consolida leader europeo, personale più che raddoppiato in due anni. La svolta grazie anche alle recenti acquisizioni in Veneto. “Le aziende chiedono sempre più servizi di logistica in outsourcing e in house, abbiamo anticipato i trend del mercato”

 

Bracchi Group inizia il 2020 in crescita verticale. Il colosso della logistica di Bergamo in questi giorni ha registrato un fatturato record, che ha scavalcato l’asticella dei 137 milioni. Un risultato di cui Lorenzo Annoni, Amministratore Delegato del Gruppo, è particolarmente soddisfatto. Per dare un indice nella crescita, nel 2017, prima dell’acquisizione di Bas Group nel Vicentino, i dipendenti erano 220 e il fatturato si era assestato sui 90 milioni. Ma i record sono merito soprattutto dell’infaticabile lavoro di un team di oltre 500 dipendenti, che nel corso di 365 giorni ha permesso la gestione di 850.000 spedizioni, anche grazie al supporto di 690 partner in tutto il mondo, mettendo in connessione 24 ore su 24 ben undici poli logistici per un totale di 290.000 metri quadri di magazzini distribuiti tra Italia, Germania, Slovacchia e Polonia.

Questi numeri collocano Bracchi Group ai vertici italiani ed europei del settore. Una crescita che è arrivata grazie alla lungimiranza del management nell’individuare le evoluzioni nel settore della logistica, dove l’integrazione tra aziende diverse è diventata fondamentale mentre si registra una accelerazione nelle consegne sempre maggiore. Per questo, negli ultimi anni Bracchi Group ha integrato nel proprio parco servizi la gestione logistica in house. La sfida è quella di fornire, oltre alle tradizionali forniture di logistica in outsourcing (il cliente affida a Bracchi il proprio magazzino e le relative spedizioni), una gamma completa di servizi “chiavi in mano” direttamente presso lo stabilimento di produzione del cliente, che si affida ai professionisti del settore e si garantisce un servizio di qualità senza dover sopportare costi fissi o dover far fare ai propri dipendenti qualcosa che non sia legato al core business aziendale.

“Garantiamo una gestione diretta, efficiente e su misura di tutte le esigenze di supply chain management”, spiega Matteo Vaccari, Business Developer di Bracchi Group. “Grazie al know how tecnico qualificato siamo in grado di allestire con nostro personale l’intero ciclo logistico di una azienda, direttamente nella sua sede: dalla ricezione all’imballaggio, dall’etichettatura all’inventario, dalla gestione spedizioni all’approvvigionamento e smaltimento. Tra i casi studio di logistica in-house più interessanti spiccano le stoviglie monouso di DOpla e i capi fashion di Aeronautica Militare nel Vicentino”.

Le due anime del trasporto e della logistica vanno così ad ampliarsi con nuovi servizi su misura che si sommano alle specializzazioni storiche del gruppo, che spaziano dal trasporto su gomma al groupage, dai trasporti espressi e dedicati al parcel, fino al trasporto marittimo e aereo. Oltre all’originale vocazione per il trasporto tecnico ed eccezionale per i settori ascensoristico, elettro-meccanico, automotive e dei macchinari agricoli, il Gruppo Bracchi si è specializzato in soluzioni ad hoc di engineering project e logistica standard e integrata per diversi business.

“I settori privilegiati sono cosmetica, health care, fashion, food and beverage ma anche e-commerce e grande distribuzione”, conclude Matteo Perazzoli, Logistics Manager del Gruppo. “Per molti clienti gestiamo l’intera supply chain, offrendo servizi di logistica inbound e outbound seguendoli in ogni fase, dallo stoccaggio al picking, dalla gestione e ripristino scorte al confezionamento, dal controllo qualità al servizio di stireria per le più importanti realtà del settore fashion fino all’assistenza per l’espletamento delle procedure doganali”.

 

LA STORIA DI BRACCHI GROUP Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Dopo esser stata acquisita nel 1968 da Tranquillo Annoni, l’azienda ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi nei Paesi dell’Est Europa. Alla fine degli anni Ottanta Bracchi inizia ad investire nella sua flotta mezzi per imporsi nel settore dei macchinari agricoli. Negli anni Novanta sono stati avviati i primi progetti di logistica integrata e di outsourcing per clienti strategici. Nel 1994 Bracchi stabilisce i suoi headquarters a Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo). In seguito, l’azienda investirà nella costruzione di nuovi magazzini in tutta Europa per espandere il proprio network e nel trasporto internazionale, introducendo servizi di trasporto marittimo e aereo. Nel 1997 viene fondata a Lublin, in Polonia, la prima filiale estera di Bracchi, B.P. Transports, destinata a seguire il traffico da e per l’Est Europa. Nel 2009 la struttura logistica della sede di Fara Gera d’Adda viene potenziata con un nuovo magazzino di 20.000 metri quadri e un nuovo allestimento dedicati ad un cliente che ha scelto Bracchi come partner logistico da oltre 30 anni. Nel 2010 e nel 2012 vengono inaugurati i due poli logistici di Levice e Dunajska Streda in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa. Nel 2015 nasce ad Ettenheim Bracchi Deutschland, la filiale tedesca di Bracchi: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Nel 2017 parte il progetto per un nuovo polo logistico hi-tech nel parco industriale di Kostolné Kračany, ancora in Slovacchia. Grazie ad una superficie di 65.000 metri quadri, offre servizi di logistica standard e integrata a diversi clienti. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa (nel Vicentino) formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Logistic Net, Il Corriere, Bas Sped e Bas Express condividono con Bracchi un approccio orientato al cliente e una forte attitudine all’innovazione. Grazie a questa acquisizione il Gruppo Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e a nuove aree geografiche.