RIPARTONO I “VIAGGI NELL’AMORE”: I PERCORSI ESPERIENZIALI DEDICATI ALLA RISCOPERTA DELLA BELLEZZA e DELL’AMORE

Un nuovo concept di viaggio e retreat, per ritrovare la gioia del vivere e manifestare l’esistenza dei sogni.

“Tutti siamo meravigliosi! Tutti siamo destinati alla Meraviglia e l’Universo ci guida in questo”.

Esiste qualcosa di meraviglioso in serbo per ciascuno di noi: ricordarcelo è la nostra più grande risorsa.

I “Viaggi nell’Amore” – nati dall’idea di Federica Botto, autrice di “Twin Flames. Il Viaggio delle Fiamme Gemelle” e di “Tu Vali” – sono veri e propri viaggi, nell’Anima e nel mondo, volti a riscoprire l’Amore che siamo, l’Amore che ci circonda e l’Amore in serbo per noi.

Il nostro mondo non vive una situazione facile, inutile negarlo: ma proprio quando tutto attorno a noi sembra vacillare, riscoprire cosa rende questa Vita unica e stupenda, ritrovare la nostra consapevolezza e risvegliare il nostro infinito potenziale, ci aiuta a manifestare un’esistenza in linea con i nostri sogni (e non con le nostre paure!).

La consapevolezza dell’Amore e della Bellezza – che siamo e che ci circonda – è la chiave magica.

“Siamo tutto e possiamo tutto!”.

Quest’anno i “Viaggi nell’Amore” si svolgeranno in alcuni dei luoghi più suggestivi della nostra Italia e del mondo.

Le prime tappe si terranno sul Lago Maggiore, sulla costa trapanese della Sicilia, sulle bianche spiagge della Sardegna, nell’incantevole Tenerife, considerata “l’isola del Cuore” – con la collaborazione della famosa travel blogger Anna Pernice – e nelle acque del Mar Mediterraneo, a bordo di una barca a vela.

Ecco nel dettaglio le prime esperienze del 2023:

IO SONO MERAVIGLIA

DoveLAGO MAGGIORE, CASTELLO DAL POZZO, 15-16 aprile e

SICILIA, LA TONNARA DI BONAGIA, 28 aprile -1 maggio.

Cosa: Un percorso di ricoperta della bellezza dell’essere e del vivere, e dell’infinito potenziale dell’Energia femminile.

Un’immersione a 360° nella Meraviglia, per ritrovare la propria e quella di questa esistenza.

Con la partecipazione della ballerina e coreografa Simona Esu e la sua masterclass di #iosonomeraviglia.

DREAM IT POSSIBLE!

DoveSARDEGNA, CALA SINZIAS RESORT, 1-4 giugno.

Cosa: Un vacanza esperienziale in Sardegna, sulla bianca spiaggia di Cala Sinzias, alla scoperta del nostro infinito potenziale e della connessione con quest’Universo, che costantemente ci guida verso la realizzazione dei nostri sogni e la nostra Felicità.

VIAGGIO NEL CUORE

Dove: ISOLE CANARIE, TENERIFE, luglio.

Cosa: Un’esperienza itinerante nell’isola del chakra del Cuore, accompagnati da Federica Botto e dalla travel blogger Anna Pernice, che per prima ha svelato la connessione tra le Isole Canarie e i chakra.

Un viaggio nel cuore, di questa Terra e nostro, per scoprire che non c’è distinzione tra i due: tutto è Amore – in noi e attorno a noi.

“CHIEDI E TI SARÀ RISPOSTO”

Dove: navigando nelle acque del Mar Mediterraneo, verso la COSTA AZZURRA. Tutta l’estate.

Cosa: più weekend in barca, per piccoli gruppi, tra mare e cielo, a ‘tu per tu’ con l’Autrice – che può rispondere di persona alle domande di ciascuno su Twin Flames, Fiamme Gemelle, Amori destinici, linguaggio dell’Universo e tutti gli argomenti che tratta nelle sue opere e seminari.

Le esperienze sono tutte diverse, uniche, ma accomunate da approfondimenti, riflessioni, condivisione, emozioni e, soprattutto, immersione nella meraviglia.

“Perché non si può parlare di bellezza, senza vederla e viverla con tutti i sensi” dice Federica Botto.

Si viaggia insieme per ritrovare:

  • la bellezza – del nostro cuore e di questa Terra
  • la gioia – dell’essere e del vivere
  • la consapevolezza di meritare Amore, felicità e abbondanza
  • e la capacità di manifestarli

Un concept innovativo, per riapprezzare la gioia del vivere, e l’incanto che questo mondo può ancora svelare.

Federica Botto oggi vive e lavora a Torino. Ora autrice e ricercatrice spirituale, è stata modella per 12 anni, ma ha lavorato anche nel cinema con Dario Argento e per la televisione, con Fabio Volo. Poi si è specializzata nell’organizzazione di eventi sportivi internazionali e nel marketing emozionale ed esperienziale dopo la laurea in relazioni pubbliche e pubblicità. Da anni attiva nel sociale, al servizio di senzatetto e dei sofferenti, ha lavorato per il Principe Alberto di Monaco per la sua Star Team For The Children.

Oltre ad aver scritto il libro “Twin Flames”, è autrice di “Tu Vali”, macro progetto “Tu abbi fede” e ideatrice dei “ TF Viaggi nell’Amore”.

Contatti:

www.tuabbifede.it

@tuabbifede

CIRO INSEGNA A FAR LA PIZZA AI DETENUTI. “LI AIUTO A TROVARE LAVORO”

Il pizzaiolo originario di Napoli, titolare della pizzeria “San Ciro”, entra in carcere a Brescia, per due mesi insegnerà i segreti di impasti e cottura. Ciro Di Maio: “La ristorazione ha bisogno di lavoratori, vogliamo aiutare chi vuole crearsi una seconda opportunità. Se altre pizzerie vogliono partecipare al progetto, sono le benvenute”

 

Ciro Di Maio è un giovane pizzaiolo, classe 1990, originario di Frattamaggiore, nel Napoletano. Nel 2015, dopo aver lasciato gli studi all’Alberghiero, per trovare qualche nuova opportunità decise di trasferirsi in Lombardia. È così che è iniziata l’avventura di “San Ciro”, la sua pizzeria con sede a Brescia. Il nome del locale deriva da quello dei nonni, sia materno che paterno, di Ciro. Figure importanti nella sua vita, come quella del padre, che per rimediare al suo passato ha dedicato il suo tempo al volontariato e ad aiutare i giovani ad uscire dalla droga collaborando con una comunità per salvare i tossicodipendenti.  

Dalle difficoltà iniziali alla realizzazione lavorativa: Ciro oggi si considera un privilegiato e, dopo aver superato le difficoltà connesse alla pandemia e ai successivi rincari delle materie prime, ha deciso di donare a chi è meno fortunato la possibilità di trovarsi un lavoro. La pizza come forma di rinascita. Il lavoro come via di fuga dalla criminalità. 

Dal 28 febbraio, infatti, Ciro sta insegnando l’arte della pizza ai detenuti del carcere Canton Mombello di Brescia, grazie ad un progetto ideato in collaborazione con Luisa Ravagnani, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Brescia, e sostenuto dalla direttrice del carcere stesso, Francesca Paola Lucrezi. Un progetto nato ancora nel 2019, poi sospeso per via del Covid, e che adesso può decollare. 

Per due mesi Ciro entrerà in carcere due volte a settimana, per realizzare lezioni di teoria e pratica su come si fa la pizza perfetta. Dal ruolo del sale alla temperatura dei forni, passando per i segreti dell’impasto e quelli legati al pomodoro. Alle lezioni presenzieranno sette detenuti, tutti accusati di reati minori e dunque pronti a scontare un (breve) periodo di detenzione in carcere. In tutto, quaranta ore di un corso professionale che userà le strutture del carcere (come il forno elettrico) e sarà supportato da “San Ciro”, almeno per la gestione dei primi impasti. 

Luisa Ravagnani è  garante dei diritti delle persone private della libertà personale a Brescia. “Imparare un mestiere in carcere rappresenta una concreta possibilità di utilizzare il tempo della pena per prepararsi a un futuro lontano dalle scelte devianti che in precedenza hanno condotto al carcere”, dice. “L’impegno di Ciro in questo progetto dimostra che la collettività esterna è in grado di abbandonare pregiudizi e stigma per trasformarsi in elemento fondamentale del percorso di reinserimento. Non resta che sperare che l’entusiasmo di Ciro contagi anche altri imprenditori che, come lui, sappiano credere nelle seconde possibilità.

Francesca Paola Lucrezi è la direttrice del carcere. “Il corso di pizzaiolo nella Casa Circondariale di Brescia ha riscosso sin da subito moltissimo apprezzamento tra i detenuti che ne hanno chiesto , in numero di gran lunga superiore rispetto ai posti disponibili, la partecipazione”, dice. “L’attività professionalizzante, oltre a conferire competenze è particolarmente “appetibile” per la spendibilità nel mondo del lavoro. È senz’altro auspicabile la ripetizione dell’attività all’interno del carcere e sarebbe un importante risultato se altri pizzaioli accettassero la proposta di Ciro di consorziati in tal senso: fare sistema garantisce efficacia e tenuta nei risultati”.

“Un ragazzo che finisce in carcere, magari per reati minori, poi ha una difficoltà enorme nel reinserirsi nel mondo lavorativo”, spiega Ciro. “Lo so per esperienza personale, ho visto molti amici finire male. Per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona per aiutarli. In questo momento storico, tra l’altro, c’è una richiesta sempre maggiore di pizzaioli e di persone che si vogliano impegnare nell’ambiente della ristorazione. Abbiamo pensato di proporre un corso di questo tipo proprio per garantire in modo quasi automatico l’assunzione alle persone che seguiranno il corso”.

L’obiettivo nel medio periodo di Ciro è quello di creare una sorta di consorzio di pizzaioli che, come lui, vogliano dare una possibilità a chi ha sbagliato e contemporaneamente ricoprire quei ruoli che sono ancora vacanti. “Lancio un appello ai miei colleghi che lavorano nella ristorazione”, conclude Ciro. “Vorrei fondare un’associazione di persone che vogliano aiutare gli ex detenuti a reinserirsi con una nuova professionalità. In questo periodo nel quale mancano lavoratori è un modello positivo per tutti”. 

Va detto che Ciro non è nuovo ad iniziative benefiche. Qualche tempo fa, si era dedicato alla formazione anche nel Rione Sanità di Napoli, una zona che a lui ricorda la via dove è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha abbracciato il suo progetto è stato quello alberghiero D’Este Caracciolo. Nello specifico, le classi che hanno seguito le videolezioni sono state quelle ad indirizzo enogastronomico e a indirizzo sala e accoglienza. 

 

SCHEDA SAN CIRO Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare.  Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia  (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. 

L’architettura è sempre pubblica, C+S ARCHITECTS a Varese

Il nuovo appuntamento “dialoghi di architettura” ideati dall’Arch. Fulvio Irace, moderatore e curatore della rassegna VISIONARE 2023 che l’Ordine degli Architetti Varese ha organizzato per il mese di febbraio ospiterà C+S ARCHITECTS

Con la collaborazione del FAI nell’elegante scenario di Villa Panza a Varese

 

 

 

L’architettura è sempre pubblica

Cresciuti a Venezia, dove il campo è lo spazio di tutti che viene usato e si trasforma durante l’arco della giornata (spazio gioco per i bambini, spazio di vendita, di sosta, di attraversamento, spazio per eventi o per gli aperitivi, spazio di sbarco delle imbarcazioni, ecc…), Cappai e Segantini lavorano in ogni progetto per restituire ai cittadini una percentuale di spazio pubblico: trasformano in piazza una ‘gated community’, rendono ibridi edifici pubblici superspecializzati come un palazzo di giustizia o una scuola aprendoli alle comunità, riportano il verde all’interno delle città rigenerando complessi industriali dismessi, introducono spazi comunitari in edifici residenziali e trasformano le relazioni tra architettura e paesaggio. L’approccio progettuale dello studio rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura: Aequilibrium è la parola che Cappai e Segantini usano per descrivere la sintesi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei loro interventi. ‘L’architettura ci permette di giocare ruoli diversi: rispondiamo al nostro cliente da un lato, ma allo stesso tempo produciamo valore restituendo ai cittadini parti di città intercluse una percentuale di spazio pubblico libero, ben disegnato e durevole in attesa di essere attivato dalle persone, dai loro sogni, dalle loro esperienze per depositarsi nei loro ricordi e rafforzare l’identità delle comunità’- affermano Cappai e Segantini.

 

VISIONARE dialoghi di Architettura a cura di Fulvio Irace

L’architettura è sempre pubblica

C+S ARCHITECTS
Relatori:
Arch. Alessandra Segantini
Arch. Carlo Cappai

Mercoledì 15 marzo ore 19:00

 

LINK WEBINAR: https://attendee.gotowebinar.com/register/201184669087799128

 

 

Agli architetti saranno riconosciuti 2 cfp

C+S Architects Bio

Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e Londra dove ha sede lo studio C+S ARCHITECTS da loro fondato a Venezia nel 1994. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come visiting professors in varie università tra cui MIT, Cambridge Massachussetts, USA e Syracuse University, NYC, USA e Hasselt University. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge University, UK. La loro ricerca e realizzazione di scuole, esposta alla 15° Biennale di Architettura di Venezia, ha contribuito a riscrivere le Linee Guida del Ministero sulla progettazione delle scuole italiane. L’approccio progettuale dello studio rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura. Oltre al recentissimo Premio Architetto dell’Anno del CNAPP, lo studio ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali ed ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali, tra cui il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia, il Museo di Oslo, Il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano.

PFAS E FERTILITA’: SCOPERTO UN POSSIBILE TRATTAMENTO PER RIMUOVERE QUESTE SOSTANZE DALLE MEMBRANE DEGLI SPERMATOZOI

Il professor Foresta: “I PFAS, integrandosi nella membrana degli spermatozoi, non solo alterano la capacità fecondante, ma possono essere iniettati nell’ovocita durante le tecniche di fecondazione in vitro. Abbiamo individuato un possibile trattamento per il lavaggio dei PFAS dalle membrane degli spermatozoi”. La ricerca è stata presentata al Convegno “Natalità e denatalità: fotografie di sviluppo del Paese” organizzato da Federsanità Anci Veneto

 

Quando si parla di PFAS, la maggioranza della popolazione pensa che sia un problema connesso alle aree del Veneto. In realtà, l’inquinamento è diffuso quasi ovunque, a causa dell’esteso utilizzo di queste sostanze in prodotti di uso quotidiano, tanto che si stimano oltre 2000 aree in Europa in cui la loro concentrazione è considerata pericolosa per la salute, con costi sanitari fra i 52 e gli 84 miliardi di euro all’anno.

Tra i principali effetti sulla salute derivanti dall’esposizione ai PFAS, la riduzione della fertilità è certamente uno degli aspetti più investigati a livello internazionale. Già in uno studio del 2019, il prof. Foresta aveva riportato segnali di alterazione dei parametri seminali in giovani diciottenni esposti a elevato inquinamento da PFAS. 

Più recentemente il gruppo del prof. Foresta, in collaborazione con il dott. Andrea Di Nisio e il dott. Luca De Toni dell’UOC di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Ferlin, ha riportato la presenza di PFAS sulla membrana cellulare degli spermatozoi, con conseguente compromissione della loro capacità fecondante. Tuttavia, se da un lato la fecondazione naturale prevede che lo spermatozoo si spogli della membrana al momento della penetrazione nell’ovocita, prevenendone l’eventuale tossicità, questo non avviene nella fertilizzazione in vitro, esponendo la cellula uovo agli effetti di queste sostanze. “Questi dati sono veramente inquietanti – spiega Foresta – poiché ad oggi non è noto quali possano essere le conseguenze dell’interazione tra PFAS e lo sviluppo embrionale”.

Recentemente è stato ipotizzato l’utilizzo di sostanze in grado di rimuovere i PFAS dalle membrane delle cellule, come ad esempio le ciclodestrine: oligosaccaridi ciclici naturali tipicamente utilizzati come eccipienti naturali per veicolare principi attivi nell’organismo. La loro trascurabile tossicità le porta ad un largo impiego nell’industria cosmetica, farmaceutica e alimentare. Le ciclodestrine però non solo possono essere usate come vettori per il trasporto di sostanze nell’organismo, ma anche come agenti sequestranti. Grazie a queste caratteristiche, le ciclodestrine sono state studiate anche per la detossificazione naturale di sostanze inquinanti, tra cui anche i PFAS, dimostrandosi efficaci già nella bonifica delle acque e in studi su modelli animali esposti a PFAS. 

Al convegno “Natalità e denatalità: fotografie di sviluppo del Paese” che si è tenuto il 9 marzo presso l’auditorium San Gaetano di via Altinate a Padova il prof. Foresta ha presentato nuovi dati sperimentali che dimostrano come le ciclodestrine riescano, in vitro, a rimuovere quasi completamente i PFAS dalle membrane di spermatozoi inquinati da queste sostanze. “Questi risultati aprono nuovi scenari di applicazione clinica nell’ambito delle tecniche di fecondazione assistita, soprattutto per le popolazioni residenti nelle aree esposte ad elevato inquinamento da PFAS.”

FÒREMA, GESTIONE DEI BANDI: DIECI MILIONI DI EURO PER GLI IMPRENDITORI VENETI

Bilancio 2022, continua a crescere l’ente di formazione con sede a Padova, fatturato a 7,7 milioni di euro (+10%). Oltre 26 mila persone formate nel corso dell’anno, aumentano anche le ore erogate per i corsi. La tendenza: sempre più richieste in ambito green e innovazione. Il direttore generale, Matteo Sinigaglia: “Il Governo rinnovi le misure dedicate all’industria 4.0 e alla trasformazione sostenibile”

 

Ogni azienda che si rivolge a Fòrema ha la possibilità di accedere ad agevolazioni economiche per sostenere i progetti di formazione e consulenza. La società di formazione dell’ecosistema confindustriale veneto nel corso dell’ultimo anno ha messo in campo la capacità tecnica di realizzare i progetti e di indirizzare le scelte strategiche di crescita delle aziende facendo ottenere circa dieci milioni di euro di contributi pubblici ad un migliaio di imprenditori, che hanno sviluppato progetti molto differenti tra di loro.

“Riteniamo che nel bilancio della nostra attività questo sia il valore più importante”, dichiara il direttore generale, Matteo Sinigaglia. “Stiamo restituendo al territorio quei contributi pubblici di cui tanto si parla e che spesso vanno persi. Penso ad esempio al Pnrr e a quanti soldi siano potenzialmente a disposizione delle imprese per rendere il nostro tessuto industriale più competitivo. Ma anche ai bandi connessi all’industria 4.0: sono stati leva abilitante per cambiare molte nostre aziende che dal tornio analogico sono passate alla filiera dell’automotive con strumenti digitali di controllo della produzione. Erano deduzioni fiscali, aiutavano solo chi voleva veramente far crescere la propria azienda. Tali misure dovrebbero essere riproposte”. 

Per Fòrema il core business è la formazione: mettendo i partecipanti ai vari corsi tutti insieme formerebbero un paese di medie dimensioni. Sono infatti 26.368 le persone che durante il 2022 hanno seguito corsi di formazione organizzati da Fòrema. Tra corsi in presenza e in remoto, aggiornamenti e iniziative ad hoc l’anno si è concluso con un nuovo record: nel 2021 furono 24.314 (+14% sul 2020), un dato che segna dunque una nuova crescita del 9% di chi si rivolge a Fòrema per trovare una nuova occupazione o per entrare nel mondo del lavoro con le skill necessarie. In tutto, sono state erogate più di quarantamila ore (precisamente 41.641) in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5%. Grazie a questi numeri, per Fòrema il 2022 si chiude con un fatturato a 7,7 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno scorso (quando si era già registrato un +12% sui 6,3 milioni del 2020). 

Per quanto riguarda i trend e le aree di interesse delle aziende che si rivolgono a Fòrema, va evidenziato che sempre più ci si sta focalizzando sulla Lean & digital transformation (+33% sull’anno prima) pur mantenendo alto l’interesse per le soft skills (+12%) e per la sicurezza (+10%). Un discorso a parte merita il tema della sostenibilità, che ha fatto registrare un +26% anche grazie ad una accelerazione dovuta alla crisi energetica. Visti gli aumenti dei costi, infatti, molte aziende si sono dovute preoccupare di formare i propri dipendenti. Un caso su tutti è quello dell’energy manager, figura specializzata nel controllare i flussi e i costi dell’energia in un’azienda, macchinario per macchinario. Una professione praticamente inesistente prima della guerra in Ucraina, che invece adesso è tra le più ambite nelle aziende. Fòrema ne ha formati un centinaio, ma le richieste continuano ad arrivare. 

“Altro ambito di estremo interesse nel corso dell’anno è stato quello della formazione tecnica in ambito digital”, spiega Sinigaglia. “I corsi per formare gli “hacker buoni”, ossia quei tecnici informatici capaci di respingere gli attacchi dei pirati del web hanno generato un piccolo esercito di 400 persone che adesso stanno mettendo le loro competenze nel difendere le aziende on line. Tra le altre attività portanti dell’anno di Fòrema, la decisione di avviare il progetto per la collana “Strategie”, una serie di pubblicazioni dedicate ai manager. Ma proseguono anche le survey con le quali l’ente padovano indaga nel mondo del lavoro per scoprire i nuovi trend e per poi realizzare le proposte formative ad hoc per le aziende. “Va detto che notiamo sempre più l’esigenza di fornire piccole pillole di formazione on line per le aziende, composte da corsi anche di soli 5 minuti su un argomento specifico che i lavoratori possono guardare quando preferiscono”. 

Il tutto dai 1.700 metri quadri nel centro direzionale “La Cittadella”, sull’asse dove si stanno localizzando le aziende più innovative del Padovano. Un investimento da 2,5 milioni di euro portato a termine nel 2021 e che garantirà all’azienda di acquisire valore e di ridare forma agli spazi dove oggi lavorano i 48 dipendenti guidati dal consiglio di amministrazione presieduto da Enrico Del Sole e composto dall’amministratore delegato Luca Passadore e dal direttore generale Matteo Sinigaglia e che adesso sta valutando progetti green friendly di alcuni studi di architettura per rivoluzionare gli spazi aziendali.

 

 

FÒREMA – Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. Nel corso del 2022 sono state 26.368 (+9% sul 2021) le persone che hanno seguito corsi di formazione (nel 2021 furono 24.314; +14% sul 2020). In tutto, sono state erogate 41.641 ore in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5% sul 2021. Grazie a questi numeri, per Fòrema il 2022 si chiude con un fatturato a 7,7 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno scorso (quando si era già registrato un +12% sui 6,3 milioni del 2020).  Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, nel 2022 ha fatturato 7,7 milioni di euro (+10% sul 2021); occupa 45 persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio di amministrazione è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Giada Marafon, responsabile progetti a mercato, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole. 

 

LA NUOVA SFIDA DEGLI IMPRENDITORI: GESTIRE QUATTRO GENERAZIONI IN AZIENDA

Fòrema organizza il 4 marzo a Padova un evento per hr manager e imprenditori sul tema di “Intergenerazionalità in azienda: vincolo od opportunità?”. Giada Marafon, learning designer di Fòrema: “C’è un cambio di paradigma, serve far convivere persone nate in epoche completamente diverse”

 

Silent Generation, Baby Boomer, Gen X, Millennial e Gen Z. Oggi si ritrovano a convivere nell’ambiente lavorativo quattro, a volte cinque generazioni diverse, con annesse problematiche che fino a qualche tempo fa non esistevano. Peraltro, di ricambio generazionale si parla da tempo, nel Veneto dei capannoni dove il tema fondamentale fino ad un ventennio fa era aiutare i padri a “consegnare” ai figli le imprese costruite con duro lavoro. Adesso tutto si complica, considerato che in alcune aziende al timone ci sono ancora figure chiave nate tra gli anni Quaranta e Cinquanta, mentre i ventenni bussano alla porta coi loro smartphone in mano: generazioni accomunate solo dal dover convivere sotto il tetto della stessa azienda.

Fòrema, ente di formazione del sistema confindustriale veneto, ha deciso di accendere i riflettori su questo tema con l’evento “Intergenerazionalità in azienda: vincolo od opportunità?”, organizzato per proporre il bilancio di alcuni mesi di attività formativa. L’evento si celebrerà il prossimo 4 marzo, dalle 9 alle 13, presso la sede di Confindustria Veneto Est, in via Masini 2 a Padova. Un meeting  moderato da Pino Mercuri, esperto nella gestione e nella valorizzazione delle risorse umane aziendali, nel quale si parlerà anche di case history con due manager nelle risorse umane che nel corso della loro carriera hanno lavorato per aziende multinazionali: Elisa Gallo, talent, learning & development leader e Luca Nascimben, oggi people director della Rigoni di Asiago. Nella seconda parte della mattina sarà anche analizzato un “business case” durante il quale il pubblico sperimenterà la risoluzione di una situazione connessa alla convivenza generazionale.

L’evento è il momento di chiusura di un progetto formativo che ha destato grande interesse in termini di partecipazione e che ha visto impegnati i professionisti di Fòrema per circa quattro mesi nel corso del 2022. Questi i numeri: coinvolti 207 lavoratori veneti, 460 ore di formazione erogate presso la sede Fòrema e online per un totale di 28 corsi divisi in quattro aree tematiche (soft skill, innovation, digital e language). Il progetto prevedeva che le attività si svolgessero al di fuori dell’orario di lavoro, perciò i corsi sono stati organizzati di sera e nel weekend; nonostante questo sono stati molto partecipati da lavoratori di tutte le generazioni (il range di età era 20-70 anni, con una età media di 47,5) con queste percentuali di partecipazione: under 35 (14%); 35-45 anni (20%); 45-54 anni (28%) e over 54 (37%).

“La sfida che gli imprenditori di oggi devono affrontare in tema di capitale umano passa dal ricambio alla convivenza generazionale. Oggi infatti in azienda convivono, con professionalità completamente diverse, almeno 4 o 5 generazioni”, spiega Giada Marafon di Fòrema. “C’è chi prende appunti con carta e penna e chi non ha mai imparato a scrivere, abituato a digitare fin dalla nascita: queste diversità di approccio sono presenti in contemporanea nelle aziende più grandi, ma adesso anche in quelle familiari. Tra i vari lavoratori, le esigenze sono diverse anche dal punto di vista del welfare e in generale nel modo di intendere il lavoro. Qualche anno fa l’offerta migliore sarebbe stato il contratto a tempo indeterminato. Adesso i giovani chiedono flessibilità, programmi di crescita e alto coinvolgimento in azienda. Sono sfide fondamentali per il futuro del tessuto economico del Nordest, come Fòrema stiamo facendo il possibile per aiutare gli imprenditori ad affrontarle”. 

 

FÒREMA – Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. La formazione coinvolge migliaia di aziende e decine di migliaia di persone ogni anno. Questi i numeri del 2021: 38.397 ore erogate fra formazione e consulenza (+12% su 2020), 24.314 persone formate (+14% su 2020) e 100.005 ore di attività di e-learning e webinar (+37% su 2020). Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, nel 2022 ha fatturato 7,7 milioni di euro (+10% sul 2021); occupa 45 persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio di amministrazione è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Giada Marafon, responsabile progetti a mercato, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole. 

ECOMMERCE NENCINI SPORT, META PREMIA STUDIO CAPPELLO. “CASE HISTORY DA IMITARE”

Campagne Ads su Facebook e Instagram per il sito ecommerce specializzato nello sport, dati record: aumento degli acquisti del 31% e un ritorno sulla spesa pubblicitaria del 28%. Il gigante del tech di Mark Zuckerberg inserisce la digital company padovana Wmr Group tra i migliori casi a livello mondiale di gestione della nuova piattaforma Advantage+ Shopping. Il ceo, Andrea Cappello: “Continuiamo a essere faro per lo sviluppo del digital marketing”

 

Da anni Studio Cappello è partner per il digital marketing e la digital strategy di Nencini Sport, brand toscano di fitness e outdoor con un e-commerce di abbigliamento e attrezzatura sportiva da oltre 100 mila articoli a catalogo. Per aumentare le vendite on line del proprio cliente, la digital company padovana del ceo Andrea Cappello ha avviato una campagna promozionale a suo modo storica, tanto che Meta (l’azienda di Mark Zuckerberg che gestisce, tra l’altro, WhatsApp, Facebook e Instagram) ha deciso di inserire l’attività svolta da Studio Cappello tra le proprie migliori case history a livello mondiale grazie all’uso innovativo delle campagne Meta ASC (Advantage+ Shopping Campaigns). 

“Nel 2022 abbiamo testato a lungo nuove funzionalità di Meta per gli inserzionisti”, spiega Andrea Cappello, ceo di Wmr Group. “Siamo riusciti a gestire al meglio le innovazioni e le nuove piattaforme messe a disposizione dal social network e se ne è avvantaggiato Nencini Sport, che ci ha dato la possibilità di utilizzare le nuove funzionalità Advantage+ Shopping su Facebook e Instagram, un’operazione pioneristica in questa fase pilota”.

Per i non addetti ai lavori, va precisato che le funzioni Advantage+ Shopping Campaign servono ai professionisti della pubblicità sul web per attivare un’innovativa campagna semi-automatica, con un unico gruppo di inserzioni, che lavora tramite contenuti video, foto e testuali prodotti sia per il remarketing (strategia pubblicitaria basata sulle azioni compiute in precedenza dagli utenti per mostrare inserzioni mirate alle persone che hanno già interagito con il brand) che per il prospecting (attività di ricerca dei nuovi clienti).

Grazie alla combinazione di vari formati Ads e alla riduzione delle audience overlap (due o più inserzioni possono avere delle persone-target in comune, ossia l’overlap) delle due campagne attivate è stato possibile ottenere una diminuzione dei costi di acquisizione e un incremento delle vendite e del Roas, il Return on advertising spend, ossia il calcolo dell’incasso reale in proporzione ai soldi spesi per la campagna pubblicitaria.

Entrando nel dettaglio dell’attività svolta, l’obiettivo che si era posto l’agenzia era quello di capire se il nuovo formato di campagna proposto da Meta fosse più efficace di quelli precedenti. I tecnici della digital agency hanno così realizzato un test mettendo a confronto due pacchetti di inserzioni diversi: il primo era quello standard, senza la nuova Advantage+ Shopping Campaign (ASC); l’altro invece ce l’aveva in pancia. Affinché il test fosse valido tutte le campagne hanno lavorato con le medesime creatività (sia lato grafico che lato copy). Inoltre, a entrambe è stato fornito lo stesso budget giornaliero, garantendo alla nuova piattaforma Meta almeno il 30% del budget della sua cella. 

I risultati raccolti dopo due settimane di test hanno mostrato qual era il valore incrementale nell’attivare la nuova tipologia di campagna promozionale: a parità di importo speso, le due celle hanno raggiunto un numero di utenti in linea ma la cella con l’ASC attivato aveva generato il + 31% di acquisti, il – 27% di costo per acquisto e un + 28% sul fronte del Roas. In altre parole, si è venduto di più, spendendo meno e quindi migliorando il rapporto tra costi e risultati. 

Le conclusioni, che hanno meritato l’attenzione dei professionisti di Meta tanto da inserire questa case history nell’apposita pagina di Facebook tra quelle più interessanti a livello globale, sono sintetizzate da Andrea Cappello.  “A permetterci di raggiungere questo risultato è stato un insieme di fattori, tra questi l’essere agenzia partner Meta con un referente a noi dedicato e l’avere attiva una solida struttura di campagne, tracciamenti e feed, efficaci e performanti”, commenta. “La principale conclusione a cui siamo arrivati tramite questi dati è che apparentemente le normali campagne di prospecting dinamico tendono ad andare anche su un pubblico di remarketing, più caldo, con un conseguente costo per sessione più basso, mentre le nuove campagne ASC lavorano maggiormente in acquisizione, su pubblici più freddi ma maggiormente propensi a convertire in tempi brevi”.

“Abbiamo provato le campagne di Advantage+ e i risultati sono stati migliori di quanto ci aspettavamo, con più conversioni del previsto e un costo più basso per le acquisizioni”, conclude Allegra Galli, ecommerce manager di Nencini Sport. “Sicuramente continueremo ad usare questo format, testandolo ancora su prodotti e target differenti”. 

I risultati di questo test sono oggi know how anche per Meta e le altre agenzie partner Facebook. 

 

SCHEDA APPROFONDIMENTO: WMR GROUP 

La digital marketing agency Wmr Group opera nel digital marketing, dalla consulenza strategica ai servizi di advertising e promozione, ed è specializzata nel performance marketing oltre a vantare expertise per le aziende che operano a livello e-commerce e omnichannel, in particolare quelle retail. I progetti sono guidati dalla consulenza strategica e includono il miglior mix di search e social advertising, search experience optimization (SEO), data analytics, data intelligence, conversion marketing, marketing automation, formazione e affiancamento al management. Fanno parte di Wmr Group l’agenzia  Studio Cappello (digital marketing agency tra le più certificate in Europa grazie ad un approccio data-driven, alta expertise, tecnologia avanzata), Adviva (web agency specializzata nello sviluppo di siti web ed e-commerce tecnicamente predisposti per massimizzare le performance e le conversioni) e Wmrh (al fianco di hotel e strutture turistiche per la crescita del loro business con servizi di consulenza, revenue management e gestione della reputazione). Tutte le aziende sono certificate “Great Place To Work”.  Il Ceo è Andrea Cappello. Il fatturato 2022 è giunto a 6 milioni di euro (+15%), nel corso dell’anno sono stati gestiti 18 milioni in adv e ads. Oggi i dipendenti sono 75, l’azienda è certificata “Great Place To Work” grazie ad innovative scelte di gestione dello smart working e agli spazi del nuovo headquarter di Campolongo Maggiore, nel Veneziano. 

PROGETTI STRUTTURALI, GLI INGEGNERI PRESENTANO UN VADEMECUM PER AIUTARE I PROFESSIONISTI

Duecento ingegneri radunati nella sede della Provincia di Treviso per presentare le Linee guida sui contenuti minimi dei progetti strutturali. La presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Treviso, Eva Gatto: “Un prezioso aiuto per la nostra attività che ha come obiettivo la tutela della collettività, il nostro modello è supportato anche dal Genio Civile”

 

Il mondo dei progetti strutturali è irto di regole e norme complicate da rispettare. Ci sono leggi nuove che modificano normative consolidate da anni, procedure che cambiano e nuovi protocolli. Un ginepraio nel quale non è facile orientarsi, anche perché nel mondo dei “progetti strutturali” c’è di tutto, dal ponte al tetto, passando per la casa e il grattacielo. E ognuna di queste costruzioni ha bisogno di certificazioni e documenti specifici, che spesso persino i professionisti rischiano di presentare in modo incompleto.

“Capita anche agli specialisti del settore di trovarsi in difficoltà ad assolvere a tutti gli adempimenti richiesti per la prestazione dei progetti”, spiega Eva Gatto, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Treviso, associazione di categoria che raduna 2.500 professionisti nella Marca Trevigiana. “Il nostro Ordine è stato il primo in Veneto ad agire per fornire ai professionisti un documento d’indirizzo a supporto della propria attività. Per dare forma a questo importante strumento di lavoro c’è stato anche il supporto dei tecnici del Genio civile di Treviso”.

Per questo l’Ordine degli Ingegneri di Treviso in cooperazione con l’Associazione Ingegneri della Provincia di Treviso ha organizzato il 15 febbraio nella sede della Provincia di Treviso un seminario al quale hanno partecipato  oltre duecento professionisti e tecnici della pubblica amministrazione, molti altri si sono collegati via web da tutto il Veneto. Il seminario ha avuto come scopo quello di illustrare il documento redatto, le “Linee guida sui contenuti minimi dei progetti strutturali”, una sorta di libriccino sintetico e in punti che vuole essere “un valido aiuto al progettista strutturale – così spiegano dall’Ordine – puntando all’uniformazione dei contenuti e l’organizzazione dei progetti, pensato per una applicazione sia alle nuove costruzioni sia agli edifici esistenti nel rispetto delle norme tecniche vigenti. Si tratta di un importante strumento di lavoro che speriamo diventi un concreto e snello supporto per creare delle buone prassi operative che come fine ultimo hanno la sicurezza strutturale e la tutela della collettività”.

“Siamo orgogliosi del lavoro svolto e la presenza oltre ogni aspettativa all’evento ne è la prova, abbiamo lavorato sulla qualità”, conclude la presidente Gatto. “In questo momento storico in cui si parla di ristrutturazioni sul patrimonio strutturale italiano, coi bonus che cambiano in continuazione, abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza attorno al tema. In Veneto siamo stati il primo Ordine provinciale a produrre un documento di questo tipo, che è stato apprezzato anche dal Genio Civile, che ha deciso di inviarlo alle varie sedi provinciali. Speriamo che questo strumento possa servire ad agevolare il lavoro di migliaia di nostri colleghi. Il documento è disponibile sul nostro sito internet”.

IN PROVINCIA DI TREVISO SERVONO 500 ASSISTENTI DI STUDIO ODONTOIATRICO

Questo il fabbisogno di assistenti alla poltrona qualificate per i prossimi 5 anni nella Marca. Il presidente ANDI Treviso, Dario Danella: “E’ una grande opportunità lavorativa per i giovani, una figura fondamentale per lo studio odontoiatrico”.

 

 

Nella Marca Trevigiana gli studi dentistici hanno bisogno di nuove “assistenti alla poltrona”. Secondo le stime di ANDI Treviso (sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani) ne serviranno almeno 500 nell’arco dei prossimi 5 anni. Un bisogno da colmare e crescente per gli studi dentistici, ma anche una grande opportunità lavorativa per giovani che vogliano qualificarsi per svolgere questa professione.

 

Parliamo della figura professionale di Assistente di Studio Odontoiatrico. A seguito dell’uscita di uno specifico DPCM del 2018 (e con altri dispositivi di legge successivi) è stata definita la figura dell’assistente alla poltrona qualificata con l’acronimo di ASO (Assistente di Studio Odontoiatrico) e con essa i relativi requisiti formativi e professionali. Regioni e Province Autonome sono state delegate dallo Stato ad organizzare specifici corsi di formazione per qualificare l’ASO. La Regione Veneto ha definito a partire dal 2019 le coordinate del percorso formativo abilitante alla professione. Un percorso completo per chi parte da zero ed uno ridotto per coloro in possesso di “crediti formativi” tra quelli previsti dal decreto (formazione pregressa, titoli o esperienze lavorative di settore, anche per chi sta già facendo questo lavoro, il tutto da valutare caso per caso). Ad oggi, il percorso completo è 700 ore (di cui 300 di teoria e 400 di tirocinio pratico in studio) da svolgersi nell’arco di un anno. Il dato Veneto parla di circa 4 mila assistenti che si  sono abilitate nelle scuole regionali negli ultimi 4 anni, ottenendo la qualifica. Ma il fabbisogno di queste figure cresce e continuerà a crescere nei prossimi anni. Un po’ dovuto alla crescita della mole di lavoro e al numero di studi odontoiatrici, alla necessità di gestire il turnover del personale di assistenza (molti studi rimangono aperti oltre le 8 ore giornaliere), in parte al ricambio generazione in corso in questi anni anche sul fronte degli assistenti.

 

“Si tratta di un’opportunità di lavoro importante, nell’ambito sanitario, per una figura professionale fondamentale per gli studi odontoiatrici – spiega il dottor Dario Danella, presidente di ANDI Treviso – come ANDI stiamo cercando di far conoscere questa opportunità alle giovani generazioni e notiamo anche un aumento delle iscrizioni da parte del genere maschile per questa figura professionale un tempo appannaggio quasi esclusivo delle donne. A livello regionale ANDI sta lavorando con la Regione Veneto per cercare di agevolare in tutti i modi l’inserimento lavorativo per coloro che intendono conoscere e intraprendere questo mestiere. Su questo un bell’esempio da menzionare arriva dalla Regione Friuli Venezia Giulia che ha voluto dare un contributo ulteriore, con un importante finanziamento di 300 mila euro per gli enti di formazione che erogano i corsi di studi qualificanti, abbattendo cosi, seppur parzialmente, i costi di iscrizione degli aspiranti ASO senza abbassare la qualità della formazione. In provincia di Treviso, come in tutte le province venete, ANDI sta altresì attivandosi per favorire l’ingresso dei giovani in questi percorsi formativi e dare così risposta al bisogno crescente di assistenti da parte degli studi”.

 

In provincia di Treviso gli studi dentistici hanno bisogno nel loro team di lavoro in media dalle 2 alle 4 assistenti (alcuni studi peraltro ne hanno anche di più). In termini numerici, ad oggi si stima un fabbisogno da colmare di almeno 500 ASO abilitate nella sola Marca Trevigiana nei prossimi 5 anni. Va tenuto conto del fatto che questi lavoratori e lavoratrici devono fare un regolare turnover per garantire l’apertura per tutta la settimana degli studi, molti con orari di apertura prolungati nel corso della giornata per andare incontro alle esigenze dei propri pazienti, altri lavorano in part-time e pertanto il turnover è anche maggiore. In questi anni inoltre è in corso un vero e proprio ricambio generazione negli studi dentistici, che riguarda non solo i dentisti stessi, ma anche molte assistenti alla poltrona, arrivate alla soglia della pensione e che dovranno essere sostituite con figure qualificate.

 

Nel trevigiano vi sono solamente 5 sedi formative dove poter svolgere i corsi abilitanti. Tenendo conto che il percorso formativo dura un anno, gli ASO abilitati e formati a superare l’esame finale in queste scuole professionali oscillano dalle 80 alle 100 persone massimo per anno.

 

Chi è l’ASO?

ASO è un acronimo di “Assistente di Studio Odontoiatrico”. Un “Operatore di interesse sanitario” che svolge attività finalizzate: all’assistenza dell’odontoiatra e dei professionisti sanitari del settore durante la prestazione clinica, alla predisposizione dell’ambiente e dello strumentario, all’accoglimento dei pazienti, alla gestione della segreteria e dei rapporti con i fornitori. Opera come lavoratore dipendente negli studi odontoiatrici e nelle strutture sanitarie che erogano prestazioni odontostomatologiche, attendendosi alle disposizioni dei professionisti sanitari e alle procedure organizzativo-operative. Maggiori informazioni possono trovare alla pagina dedicata dalla Regione Veneto: www.regione.veneto.it/web/sanita/assistente-di-studio-odontoiatrico1

Per informazioni sul percorso formativo è possibile inoltre scrivere una mail a: formazioneistruzione@regione.veneto.it  Sì può anche contattare telefonicamente Ufficio Rapporti con il Pubblico della Regione, sede di Treviso, al numero 0422.657575

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

 

ANDI Treviso – È la sezione provinciale di ANDI, acronimo di Associazione Nazionale Dentisti Italiani, un sindacato di categoria che accoglie a livello nazionale oltre 27.000 dentisti associati, svolgendo non solo attività prettamente sindacali, ma anche culturali, scientifiche e sociali. Fondata nel 1946 con l’intento di rappresentare i dentisti italiani nel dialogo con organismi nazionali ed internazionali, ANDI è cresciuta sino a diventare l’associazione di categoria più rappresentativa d’Italia. Oggi ANDI si pone quale punto di riferimento ed interlocutore principale per quanti operano, sia direttamente che indirettamente, nell’universo dentale, concretizzando relazioni e vie di comunicazione privilegiate con istituzioni, produttori e utilizzatori, media e opinione pubblica. Le attività svolte da ANDI muovono da una solida base valoriale fondata sul benessere e sull’importanza della salute della persona. In provincia di Treviso sono 530 i dentisti associati ANDI (su di un totale di 800 dentisti operanti). Si occupano non solo del sorriso dei propri pazienti, ma lavorano anche per tutta la loro vita professionale, per diventare un punto di riferimento costante nel tempo per i loro pazienti. Lo scopo è quello di soddisfare i bisogni di tutte le persone che ogni giorno si rivolgono loro, dando risposte efficaci all’esigenza di benessere della comunità. Costante inoltre è l’impegno degli associati nel territorio al fine di sviluppare un rapporto umano e fiduciario tra il medico e il paziente con un servizio di cure al cittadino che sia completo, aggiornato e sicuro, perché basato sulla presa in carico complessiva della persona e il mantenimento della salute del cavo orale nel tempo. La sezione trevigiana ha una sede fisica in via Bressa a Treviso ed un sito internet www.andi-treviso.it

LA TEORIA DI GLAUCO, IL LIBRO CHE RACCONTA LA STORIA DELL’IMPRENDITORE VICENTINO

Dal diritto alle normative ambientali, un vademecum per gli imprenditori che resistono. Esce il racconto a metà tra l’autobiografia e il saggio del broker dei materiali che ha fondato Caneva Consulting in corso Palladio a Vicenza

 

Dalla raccolta di ferro vecchio dentro un letamaio fino alla nascita di Caneva Consulting, società che opera nell’ambito del riciclaggio dei prodotti di scarto e della rivalutazione delle materie prime. Dai pugni presi in faccia sul ring alle epiche battaglie legali contro la burocrazia, controlli fiscali e tributari di ogni genere che è possibile vincere solo con lo studio e con la laurea. Il tutto sempre mantenendo ferma la bussola valoriale: il lavoro, durissimo, per far crescere e migliorare la società nella quale viviamo.

Sono questi in sintesi i temi trattati da Glauco Caneva, vicentino oggi 46enne, nella sua prima pubblicazione, “La Teoria di Glauco”, testo di 170 pagine che si muove su due livelli di narrazione. Si inizia con la storia della vita imprenditoriale di Glauco, vicentino fin nel midollo, che evoca un approccio al lavoro attento e aggressivo, spesso doloroso: sembra quasi un nuovo Vitaliano Trevisan alle prese coi suoi “Works”. Una battaglia fatta di scoperte e fallimenti, di tentativi e bastonate che lo portano in fondo alla scala sociale dopo che il sogno imprenditoriale del padre è naufragato per colpa di tasse e tradimenti.

Da qui però Glauco si rialza, scavando letteralmente con le sue mani nel letame, iniziando a raccogliere ferro vecchio per sopravvivere e dare da mangiare al figlio piccolo, cresciuto ed educato con le sue proprie forze. A poco a poco impara le regole del business e della burocrazia, riuscendo a distillare una missione laica nel suo operare: diventa broker di materie prime. Un lavoro che gli permette di valorizzare le materie prime, comprarle e rivenderle per guadagnarci, certo.. ma allo stesso tempo per dare nuova vita a dei rifiuti che altrimenti inquinerebbero l’ambiente.

Su queste basi autobiografiche si innesta la seconda parte del libro, che diventa quasi un piccolo saggio, un vademecum per imprenditori costretti a confrontarsi con lo Stato italiano, ma anche con l’Europa e con tutte le pastoie burocratiche e legali che impediscono all’imprenditore di fare quello che gli riesce meglio: produrre ricchezza per sé stesso e per l’ecosistema che lo circonda. Ci sono citazioni, riferimenti normativi e una profonda bibliografia e supporto delle tesi espresse nel libro, una sorta di grido di rabbia contro chi tarpa le ali alle iniziative imprenditoriali, che finisce però con una speranza. 

La nascita di Caneva Consulting, che oggi ha sede in un palazzo nel salotto di Corso Palladio in centro a Vicenza, e delle varie academy per la formazione del personale, modelli di condivisione delle informazioni e delle buone pratiche che lasciano una luce di speranza per l’imprenditoria veneta.

“Vorrei che questo libro potesse mostrare l’evoluzione della persona nella realtà quotidiana: così come, per imparare a guidare un’auto, dopo la teoria, si fa la pratica”, commenta l’autore nei giorni della presentazione del libro. “E’ un libro dedicato a tutti coloro che si sono sentiti come me: per l’imprenditore che ha voglia di un riscatto sociale, per chi ha vissuto situazioni difficili, di povertà, di violenza, di solitudine, di mancanza di affetto. Questo libro è per chi ha saputo rigenerare in ricchezza la propria forza; ed ora, avendo creato la ricchezza, si accorge magari di aver trascurato la famiglia. Ma, attraverso il racconto della mia storia, ho dimostrato che è possibile riscattarsi anche nell’ambito familiare”