Le sostanze chimiche tossiche producono un effetto femminilizzante nel nostro organismo

Le sostanze chimiche tossiche nella nostra alimentazione e nell’ambiente si accumulano nel corpo e agiscono come ormoni femminili. L’Institut Marquès presenta al 37° Congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) uno studio che confronta gli effetti dei tossici sulla fertilità maschile e femminile. L’uomo è molto più esposto della donna a soffrire di infertilità a causa degli inquinanti

(01-07-2021) Barcellona (Spagna) – “Le sostanze chimiche tossiche che alterano il sistema endocrino influenzano lo sviluppo del sistema riproduttivo maschile ma non sembrano influenzare quello femminile” è il titolo dello studio scientifico presentato questa settimana dall’Institut Marquès al 37° Congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE).

Secondo questo studio, le sostanze tossiche che si trovano nel nostro habitat, nell’ambiente e nel nostro cibo alterano il sistema endocrino e agiscono come ormoni femminili. Si depositano nel grasso di animali e persone in modo tale che, durante la gravidanza, possono causare malformazioni nei genitali della prole maschile e influenzare la qualità del loro sperma in futuro. D’altra parte, non influenzerebbe la gestazione di una bambina, né la qualità degli ovuli. In conclusione, lo studio dell’Institut Marquès dimostra che “l’inquinamento ambientale con sostanze chimiche tossiche è la causa principale della cattiva qualità dello sperma. Ora, abbiamo dimostrato che il maschio è molto più esposto della femmina a soffrire di infertilità per l’azione delle sostanze inquinanti, dato che non alterano la riserva ovarica” spiega la Dottoressa Marisa López-Teijón, direttrice di questo centro internazionale di Riproduzione Assistita.

Gli interferenti endocrini sono una lunga lista di sostanze chimiche create dall’uomo negli ultimi decenni. Sono comunemente usate nell’industria, nell’agricoltura e in casa: pesticidi, plastiche, pitture, vernici, tappeti, detergenti, coloranti, diossine rilasciate dagli inceneritori di rifiuti, ecc. Sono molto resistenti alla biodegradazione, la natura non sa come metabolizzarli o degradarli. L’obiettivo dello studio che l’Institut Marquès ha presentato al congresso ESHRE è quello di analizzare le variazioni geografiche nella contaminazione da perturbatori estrogenici e valutare se influenzano allo stesso modo lo sviluppo embrionale e fetale nei due sessi. I risultati dimostrano che non influiscono sulla riserva ovarica.

 

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WomenX Impact, l’evento internazionale più atteso dell’anno dedicato all’empowerment femminile arriva in Italia: annunciato il programma e le date

Tre giorni ricchi di ispirazione, formazione, aggiornamento per supportare la crescita personale e professionale delle donne leader di oggi e di domani. In autunno Bologna si tinge di rosa per un appuntamento nuovo, fresco, pieno di ispirazione e arricchito da una community di donne dall’energia contagiosa che, ogni giorno, cresce a dismisura.

 

(17-06-2021) Bologna – Annunciato il programma completo di uno degli eventi più attesi d’Italia interamente dedicato alla leadership femminile e al futuro del lavoro. I prossimi 18, 19 e 20 novembre 2021, al FICO Eataly World di Bologna e Online arriva il Summit WomenX Impact, con un palinsesto ricco di grandi nomi e case study di successo con un focus particolare sui tantissimi temi di ultima generazione.

Oltre 100 speaker si alterneranno su tre palchi e tre sale in contemporanea all’interno della prestigiosa location; sarà un importante momento di riflessione, formazione e networking. Tre giorni per dare voce alle donne che sono riuscite a distinguersi nei loro percorsi di vita e carriera e alle aziende che si sono impegnate con progetti importanti in ambito Diversity & Inclusion. 

Le speaker arrivano da Londra, Lisbona, Parigi, Francoforte, Bruxelles, Stati Uniti e oggi lavorano per aziende e realtà di fama globale come: UniCredit, Google, LinkedIn, Spotify, Nestlé, Mattel, The Kraft Heinz Company, BBC News, We Are Social, Coop Italia, Barclays, Hewlett Packard Enterprise, Financial Times, Talent Garden, FCB Partners, DLV BBO, Discovery Inc., MBE Worldwide, Edelman Italia, Havas PR, Leroy Merlin e ancora, per la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea.  Una tre giorni ricca di contenuti interessanti e stimolanti, di storie di vita e carriera di successo, di nuovi modi di affrontare scelte personali e professionali che possano far riflettere, proporre soluzioni e spunti per tutte le professioniste che vogliano crescere, evolversi e moltiplicare le proprie opportunità in ambito lavorativo e non.

“Ho deciso di creare un evento nuovo, diverso dal solito, di respiro internazionale – spiega Eleonora Rocca, Founder & Managing Director di WomenX Impact – che potesse proporre dei role model di riferimento, che raccogliesse storie di donne diverse tra loro ma accomunate dalla passione per il proprio lavoro, le doti di leadership, la capacità di credere nei propri sogni e la voglia di avere un impatto positivo sul futuro. Hanno risposto alla chiamata diverse professioniste e aziende da tutto il mondo per puntare i riflettori sul tema della leadership femminile, ispirando altre donne a credere in loro stesse e a condividere con aziende progetti e campagne inclusive e di successo, al fine di poter immaginare una società sempre più ricca di donne in posizioni di leadership. Un posto che purtroppo, troppo spesso, è ancora negato”. 

“Riceviamo centinaia di messaggi ogni giorno da parte di donne più o meno giovani – continua Eleonora – che ci dicono di aver finalmente trovato una community che può davvero fare la differenza, esser loro di supporto e apportare un cambiamento importante nello scenario femminile professionale e sociale. Amo definire la nostra una vera e propria rete in cui ci si può sostenere per crescere insieme e creare modelli di business innovativi che possano dare vita a un domani in cui ci sia più consapevolezza del valore della donna”.

Tra gli sponsor dell’iniziativa: UniCredit, The Kraft Heinz Company, Fondazione Libellula, Luxury Lab Cosmetics e IDEM-Mind The Gap.

Il Covid non fa paura alle imprese: il 70% assumerà personale nei prossimi 6 mesi

E’ l’esito di uno studio di Fòrema, società di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, su un campione di 213 aziende del territorio. Nella metà dei casi le nuove assunzioni sono dovute ad un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia. Il 34% dei nuovi contratti sarà a tempo indeterminato, crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali

 

PADOVA. Ad un anno dall’esplosione della pandemia e con l’avvio ora della fase di “ripartenza”, uno dei temi caldi di cui si sta discutendo riguarda il blocco dei licenziamenti che di fatto sta ingessando il mercato del lavoro. I dati che arrivano dal mondo delle imprese fotografano una situazione alquanto particolare.

Il 70% delle imprese venete nei prossimi 6 mesi ha programmato di assumere nuovo personale. Le assunzioni sono dovute in metà dei casi ad un aumento delle commesse e quindi della mole di lavoro da volgere, avvenuta in piena pandemia. Insomma il Covid-19 non fa più paura alle imprese venete, che sono già in piena fase di riavvio e a fronte di un aumento del lavoro hanno programmato nuove assunzioni. Ma c’è di più. Il 61% delle assunzioni dei prossimi mesi saranno assunzioni dirette da parte delle imprese. Il 30 % avverranno nei reparti produttivi e saranno in gran parte assunzioni stabili. Il 34% del totale infatti saranno assunzioni saranno a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage. Crollano sotto la soglia del 10% (precisamente al 9%) le assunzioni tramite agenzia interinale (lavoro somministrato). Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti. 

Sono i dati più significativi emersi dall’ultimo studio promosso da Fòrema, ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova diretto da Matteo Sinigaglia. Una survey intitolata “Veneto 20.21 – Indagine sui fabbisogni professionali della imprese”. Uno studio svoltosi nel mese di marzo 2021 su di un campione di 213 aziende del territorio (51% Padova, 44% Vicenza, 3% altro in Veneto, 2% fuori veneto). Imprese intervistate da Fòrema per comprendere quali siano i fabbisogni e le esigenze del mondo industriale e produttivo nei mesi della ripartenza primaverile/estiva 2021. Le aziende intervistate sono suddivise in queste categorie: 10% grande imprese, 37% media, 53% piccola. Tra i settori di appartenenza delle imprese quasi il 50% fa riferimento al metalmeccanico, il 20% appartiene all’ambito gomma-plastica-chimico, il resto ai settori commercio, grande distribuzione organizzata, edilizia, moda, sport, servizi, alimentare, cartiero, legno. 

“I risultati dell’indagine indicano che le imprese sono attualmente in fase di espansione – spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema, che si è occupato dello studio sui fabbisogni occupazionali delle aziende – i dati ci dicono anche che da un lato c’è un fabbisogno occupazionale, dall’altro che oggi si ricercano nuove professioni e un mix di competenze (professionali, soft e digitali), capaci di innovare i ruoli e le mansioni in azienda. Competenze digitali affiancate a quelle relazionali, oltre che tecnico-operative. Gli enti di formazione in quest’ottica hanno un compito importante, quello della riqualificazione professionale, di saper aggiungere competenze nuove e complementari ai lavoratori, rendendoli capaci di operare in realtà complesse come sono le imprese di oggi. Questo affinché nello scenario attuale non vi sia un’espansione “monca” ovvero priva delle figure professionali adeguate. Per evitare dunque che ben presto, quanto vi sarà lo sblocco dei licenziamenti, si arrivi ad una disoccupazione strutturale del tessuto economico veneto, perdendo le opportunità degli hybrid jobs”.

 

Il 70% del campione intervistato (148 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi. Il 61% saranno assunzioni dirette, mentre crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali. Le percentuali crescono nei singoli settori (gomma/plastica e chimica – 80%; metalmeccanica – 78%, alimentare – 76%). La maggior parte delle assunzioni riguardano le grandi imprese.

Il 30% delle nuove assunzioni avverranno nei reparti produttivi, il 14% in area commerciale, il 12% in area tecnica, a seguire il resto sotto del 10% (amministrazione, commerciale marketing, risorse umane, logistica, qualità, ricerca). L’indagine ha evidenziato una grande attenzione all’ambito “operations” (produzione + acquisti + logistica) che in totale pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale. Per quanto riguarda in particolare le imprese metalmeccaniche, il 50% di inserimenti avverrà in area “operations”, 26% in ufficio tecnico e ricerca, 10% marketing e commerciale.

Quasi la metà del panel (49%) ricerca nuovo personale per far fronte ad un aumento delle attività aziendali. Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all’avvio di nuove attività o processi (10%) o per la necessità di nuovi ruoli e professioni (14%). Il 34% delle aziende che assumono lo farà a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage, il 9% tramite somministrazione (agenzia interinale) mentre solo il 2% ricerca collaboratori esterni in p.iva

Le assunzioni dirette da parte delle imprese rappresentano il 61% del totale degli inserimenti previsti. L’apprendistato mantiene il ruolo di canale di ingresso in azienda (17%; per le piccole imprese 20%), seguito dal tirocinio (11%). Le nuove assunzioni tramite agenzia interinale saranno il 9% del totale (nelle grandi imprese il valore arriva al 16%, nelle piccole invece si ferma al 3%). In merito alle competenze ricercate per i neoassunti le imprese mettono al primo posto le competenze tecniche di base (41%), poi le avanzate (33%), infine le trasversali (15%), di settore o di ruolo (11%). Tra le competenze trasversali le più richieste vi sono: il problem solving, l’apprendimento continuo e il senso critico. Le competenze trasversali, relazionali, digitali, da abbinare dunque a quelle di base, risultano fondamentali requisiti per il nuovo personale.

Tra i profili introvabili per le aziende alla ricerca di personale vi sono al primo posto gli addetti alla produzione meccanica, macchine CNC, saldatori, carpentieri e simili (29%). A seguire tutto il resto, addetti marketing (9%), ingegneri (8%), tecnici (8%), programmatori (6%), impiegati (6%), manager (6%), manutentori (6%), progettisti (6%), altri profili (16%). Il 69% delle imprese dichiara di aver sperimentato difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali per il proprio organico. Il fenomeno interessa più le piccole imprese (72%) che le grandi imprese (62%).

Nasce “Ncode”, la prima startup in Italia ad usare lo sviluppo No Code per aiutare imprenditori e professionisti a sviluppare competenze e prodotti digitali

Giovani in prima fila nello sviluppo dell’innovazione. Si chiama “Ncode” (www.ncode.it) ed è la prima startup in Italia che aiuta imprenditori e professionisti a sviluppare nuove competenze per trasformare le idee in prodotti digitali senza utilizzare linguaggi di programmazione.

 

(19-05-2021)

Milano – Una startup italiana, che parte dall’idea che l’innovazione digitale sia la chiave per superare la crisi. È stata fondata a Milano da due giovani under 30, che accomunati dalla passione per il digitale, mettono a sistema creatività, talento e conoscenze: Lorenzo Lodigiani Giuseppe Stranieri. La loro idea si è poi trasformata a fine 2020 in startup grazie all’advisory di Rainmakers, uno dei venture accelerator più attivi nel mondo dell’innovazione italiano, ed oggi esce fuori dalla sua fase “stealth” durante la quale ha affinato la sua offerta e il suo business model.  

Cos’è il “No Code”?
«Le piattaforme di sviluppo senza codice sono mezzi di creazione molto potenti attraverso cui pressoché chiunque tramite semplici interfacce grafiche ha la possibilità di sviluppare applicativi con cui esprimere la propria creatività ed estro imprenditoriale» spiega Lorenzo Lodigiani, CEO di Ncode. «Chiunque voglia creare un prodotto digitale, qualunque esso sia (si parla di applicazioni web o native, piattaforme web, gestionali, flussi di lavoro automatici) ma non disponga di competenze tecniche ora può comunque farlo attraverso questi sistemi»

Due importanti aziende di consulenza strategica e di ricerche di mercato, quali Gartner e Forrester, parlano di sviluppo senza codice da ormai diverso tempo, convinte che sarà il denominatore comune della prossima ondata tecnologica e che sarà un vero abilitatore per il mercato. Non solo, Forrester prevede che verranno investiti 21 miliardi di dollari nel mercato “No Code” da qui ad un anno e questo arriverà ad avere un valore di 45,5 miliardi di dollari nel 2025. Gartner scommette sul fatto che entro il 2024 il 65% delle applicazioni sarà creato senza scrivere codice, o comunque scrivendone una quantità minima. Un’affermazione coraggiosa, ma non troppo lontana dalla realtà.

Il No Code al servizio di grandi aziende e startup
Nonostante i pochi mesi di lavoro Ncode, attraverso il suo Lab, ossia la sua digital agency del no code, ha già sviluppato una vasta rete di collaborazioni con i migliori nocoder presenti in Italia e ha proficuamente aiutato numerose startup e PMI a sviluppare il proprio prodotto digitale. Diversi colossi tecnologici stanno investendo su queste tecnologie realizzando le proprie piattaforme di sviluppo no code/ low code: Google con AppSheet, Amazon con HoneyCode, o Microsoft con Power Platform per citarne alcuni.  Ed è proprio con Microsoft che Ncode ha recentemente stretto una partnership per l’utilizzo della loro Power Platfom.  Oltre a Microsoft, Ncode si sta attivamente muovendo per creare relazioni con le principali piattaforme e community di No Code del panorama italiano e internazionale. 

«In Italia il mercato del “No Code” è  appena nato ma ha immense possibilità di sviluppo. Essere abilitati a creare in maniera autonoma applicativi software consentirà a una nuova ondata di creatori di testare i propri progetti imprenditoriali a costo bassissimo» è la convinzione di Giuseppe Stranieri, COO della Startup. «L’impatto sarebbe immenso: diminuzione della disoccupazione giovanile, minor tasso di abbandono o di fallimento per progetti imprenditoriali e una spinta immensa all’innovazione». 

Ncode Academy: l’insegnamento del No Code per i professionisti del futuro
«In Italia esiste una ingente domanda di programmatori in costante crescita anno dopo anno e un’offerta di professionisti ridotta che non sarà mai in grado di soddisfarla» rimarca Francesco Inguscio, CEO di Rainmakers che accelera la neonata startup. «Ncode punta a contribuire a colmare questa lacuna che gli esperti quantificano in ben 150.000 digital job vacanti, lanciando, nel prossimo mese di giugno, la prima No Code Academy in Italia, realtà che mira a formare i nuovi professionisti del settore e ad aiutare a creare alcuni dei digital job mancanti in Italia».

Imprenditori, designer, marketer e studenti avranno l’opportunità di acquisire nuove competenze digitali grazie alla piattaforma di e-learning di Ncode, registrandosi al sito www.ncode.it.

È una nuova sfida da vincere. L’augurio è che i limiti presenti oggi nel mercato siano abbattuti applicando il motto “Impara. Crea. Innova”.


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Ncode – Impara. Crea. Innova. è una startup innovativa fondata a Milano nel 2020 che ha l’obiettivo di democratizzare l’accesso alla creazione di software e abbattere le barriere all’ingresso nel mondo imprenditoriale. Tramite la sua community, prima in Italia sul tema, aiuta a trasformare le idee in prodotti digitali senza utilizzare complessi linguaggi di programmazione.
Ncode mette inoltre a disposizione di startup, PMI e grandi aziende, i migliori nocoder Italiani in grado di sviluppare soluzioni digitali adeguate alle esigenze delle varie realtà.
Per raggiungere il suo obiettivo sta lanciando Ncode Academy con l’ambizione di formare i nocoder del futuro.
Ncode collabora con le aziende internazionali più all’avanguardia del settore No Code tra cui Microsoft, Airtable, Bubble, Landbot e Integromat.

a start up veronese Thrive X lancia quattro App per fare Digital Marketing dallo smartphone grazie all’Intelligenza Artificiale

La startup lancia quattro App che sfruttano l’Intelligenza Artificiale per fare Digital Marketing dal proprio smartphone. Si va da applicazioni nate per il mercato dell’automotive a quelle per i corsi online, senza dimenticare l’estetica e beauty e le dinamiche connesse al cashback di Stato.

 

Sono finalmente disponibili sui maggiori App store le applicazioni della start up italiana Thrive X. Si tratta di quattro app che sfruttano l’Intelligenza Artificiale per trovare contatti ideali e in target con le aziende. L’obiettivo principale è proprio generare nuovi contatti e trovare nuovi clienti in target senza dover far riferimento ad una Web Agency o a un Social Media Manager.  

Matteo Garoli, CEO & Co-Founder di Thrive x Company, sostiene che l’Intelligenza Artificiale rappresenti il futuro del Digital Marketing e proprio per questo hanno deciso di rendere questa tecnologia accessibile a tutti coloro che scelgono i loro prodotti. Garoli aggiunge: “I nostri prodotti sfruttano l’intelligenza Artificiale soprattutto nella pratica di Lead Generation, cioè per farti trovare nuovi clienti perfettamente in target con la tua azienda e il tuo prodotto”.  

Nel dettaglio le 4 applicazioni sono le seguenti:

– TurboBot: applicazione dedicata al settore dell’ Automotive che permette di generare contatti ideali interessati a comprare/ noleggiare veicoli. L’app sfrutta un’ Intelligenza Artificiale interna in grado di fornire a chi la utilizza solo contatti di potenziali compratori. L’imprenditore che la scarica può in qualsiasi momento chattare con l’assistenza, impostare la velocità di generazione di nuovi contatti e controllare i dati in tempo reale. Inoltre, TurboBot permette di rimanere sempre in contatto diretto con gli sviluppatori dell’app. È come avere un Social Media Manager alla ricerca di nuovi contatti sempre in tasca.

– Clickster: si tratta di un’Intelligenza Artificiale che serve a trovare nuovi contatti in target per i servizi di high ticket, cioè beni con un alto margine di profitto come ad esempio un corso online. Questa applicazione utilizza un algoritmo per trovare clienti ideali e in target per le imprese.   

– My Cashback BOT: applicazione verticale per le Aziende appartenenti al circuito Cashback. L’Intelligenza artificiale è in grado di portare clienti alla porta delle imprese desiderosi di comprare i loro servizi a fronte di un piccolo riconoscimento di Cashback. Di recente è stata pubblicata anche negli App Store più famosi.   

– Beauty BOT: Ultima novità’: applicazione per il settore Estetica. L’ app aiuta i centri estetici a trovare clienti per aumentare prenotazioni ed erogazione di servizi. L’algoritmo, grazie alla geolocalizzazione, a trovare i clienti interessati nella propria zona. Non è ancora negli App Store ma arriverà presto.

Le app Thrive X sono facilissime da usare e servono da interfaccia mentre l’Intelligenza Artificiale lavora autonomamente per trovare i contatti in target. Inoltre, le applicazioni non hanno nessun vincolo temporale e funzionano ad abbonamento, un po’ come Netflix o Spotify.  



Thrive X
Thrive X è una Marketing Factory, una vera e propria fabbrica, che realizza tecnologie, tra le quali le applicazioni appena lanciate, che hanno lo scopo di semplificare l’attuazione delle strategie di Digital Marketing delle Aziende. Nasce a Verona nel 2019 da Matteo Garoli, Enrico Pisani, Danny Settembrini, Christian Coli.
Non si tratta di una Web Agency, ma di un’azienda completamente diversa che offre un’alternativa innovativa ed efficace rispetto alle concorrenti sul mercato. I servizi di Thrive X si rivolgono a tutti quei professionisti del Marketing ma soprattutto agli imprenditori che vogliono investire nel Digital Marketing con la garanzia di successo. Per farlo ha sfruttato un’alleata che in pochi ancora conoscono (e ancora meno quelli che la usano per il Digital Marketing e il Social Media Management): l’Intelligenza Artificiale



Per scoprire il mondo di Thrive X Company, il team ha creato dei contenuti davvero interessanti sul loro canale YouTube, aggiornato costantemente con tutte le novità e con la spiegazione di tutti i prodotti.

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Matteo Garoli
info@thrivex.it

NASCONO I SOCIAL MEDIA MANAGER DELLA CULTURA, UN PROGETTO DELLA PROVINCIA DI PADOVA E FÒREMA

Concluso il corso per i nuovi “promoter digitali” del polo museale padovano. Sinigaglia: “Si rinnova la collaborazione tra Provincia di Padova e Fòrema”

Con il ritorno alla zona gialla in Veneto i musei possono riaprire al pubblico, con le adeguate precauzioni. La Provincia di Padova da tempo ha deciso di spingere nella promozione del polo museale padovano, puntando sulle forme di marketing digitale.

Nasce così il progetto “Mus.Net – MUSeum NETwork – Building Bridges between Cultures” frutto di collaborazione tra la Provincia di Padova e Fòrema, società di Assindustria Venetocentro dedicata alla formazione diretta da Matteo Sinigaglia. Si tratta di un progetto finanziato tramite fondi europei (UE-Creative Europe) per la valorizzazione dei musei sul territorio padovano, un centinaio in tutto. Si rinnova attraverso questo progetto la collaborazione tra Provincia e l’ente di formazione Fòrema, finalizzata alla valorizzazione e promozione del territorio locale, della cultura e del polo museale padovano.

 

“Siamo orgogliosi di aver portato a termine questo corso di formazione che ha messo in relazione un ente pubblico come la Provincia e uno privato come Fòrema per raggiungere un comune obiettivo”, dichiara Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Noi abbiamo messo a disposizione le competenze formative, la Provincia un progetto da implementare. Siamo riusciti a formare delle persone, a proporre delle idee per valorizzare la rete museale padovana che tanto indotto genera sul territorio. Ora si tratta di mettere a terra le competenze e i piani sviluppati. In ogni caso, di questa esperienza rimane il dialogo produttivo tra Provincia di Padova e Fòrema, un modello che auspichiamo prosegua nei prossimi anni”.

 

“Sono particolarmente soddisfatto della sinergia realizzata con Fòrema, – ha dichiarato Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova – perché la formazione è fondamentale e strategica in tutti i settori, soprattutto in questo momento particolarmente difficile. La nostra rete museale è un fiore all’occhiello, sono luoghi da vivere, ricchi di arte, storia e cultura ed è giusto farli conoscere con piani di comunicazione adeguati perché la nostra regione fonda la sua ricchezza in questo grande patrimonio sul quale ruotano il turismo, la ricettività e l’accoglienza. I musei della Provincia sono ben inseriti nel contesto ambientale e storico del territorio e offrono dei momenti di svago in assoluta sicurezza. La ripartenza ci sarà se adesso riusciremo a mantenere viva la vitalità intellettuale e la creatività. Auspico che questo progetto sia solo l’inizio di una collaborazione più continuativa e proficua anche in diversi ambiti, un impegno, una sollecitazione e una responsabilità per non ribadire il presente, ma per costruire il futuro”.

 

Il progetto si è concretizzato in un corso di formazione finalizzato a formare operatori capaci di fare una capillare promozione della rete museale di Padova, attraverso gli strumenti digitali e i social network. I social media manager della cultura e dei musei padovani. L’iniziativa si è sviluppata attraverso un corso intensivo on line di 72 ore nel mese di dicembre 2020 per un totale di 3 settimane di formazione. Vi hanno partecipato persone provenienti da esperienze lavorative diverse, sia di tipo amministrativo che commerciale.

A condurre le lezioni è stato Mauro Mazzetto, esperto nell’ambito della comunicazione, nuovi media e organizzazione aziendale. I partecipanti al corso hanno sperimentato la nuova modalità didattica implementata per l’occasione e definita “learning by doing” (imparare facendo), elaborando un piano attuativo di marketing per i musei padovani.

L’approccio non è stato quello della lezione teorica da parte del docente, quanto quello pratico. Per imparare infatti i discenti sono stati chiamati ad elaborare, con l’assistenza di Mazzetto, un proprio progetto di marketing per il polo museale di Padova. Le linee guida su cui si è sviluppato il progetto sono state presentato durante un incontro avvenuto il 3 dicembre cui ha partecipato Alessandra Tormene della Provincia di Padova.

Il corso si è concluso il 23 dicembre con la presentazione del progetto di marketing elaborato dai partecipanti. Un piano da sviluppare nell’arco di un anno e mezzo attraverso alcuni “Open Day” da realizzarsi presso le sedi museali.

 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

 

IL DOCENTE: MAURO MAZZETTO Mauro Mazzetto, nato a Venezia, è un esperto nell’ambito della comunicazione, nuovi media e organizzazione aziendale. Ha sviluppato e lavorato in progetti sia in ambito strettamente aziendale fino al socio-culturale nonché in ambito tecnico/produttivo e consulenziale/formativo. Esperto di grafica, video, UX/UI design e linguaggi web collabora con molte aziende ed enti per lo sviluppo di progetti che vanno dal design Thinking, lo sviluppo di prodotto e le campagne di marketing attraverso metodologie ispirate al Growth Hacking.

 

FÒREMA Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia: tra il 2017 e il 2019 ha mobilitato oltre 16 milioni di euro per la formazione delle imprese tra Fondimpresa, Fondirigenti, FSE e altri fondi. Solo nel 2019 ha formato 23.000 persone, tra occupati (dagli apprendisti ai manager), soggetti in cerca di lavoro o di ricollocamento (neet, giovani under 30, disoccupati e over 50), personale della pubblica amministrazione e delle scuole. Nel mentre, ha erogato 58.400 ore di formazione a 1.548 aziende, oltre a 50.000 ore di e-learning.

 

All Toys for Good, gli sportivi donano (via social) giocattoli ai bimbi malati

Iniziativa natalizia di All Stars for Good, la start up che ha messo in vendita la maglia di Ronaldo. Giovinco, Iori, Alfonso e Ballan avvieranno su Facebook e Instagram una raccolta di fondi per Vicenza for Children: il ricavato finirà nell’acquisto dei giocattoli chiesti a Babbo Natale dai piccoli pazienti di oncologia
All Stars For Good, la start up benefica che ha recentemente messo in vendita le maglie di Buffon e Chiellini, lancia una iniziativa natalizia. Il progetto è stato battezzato “All Toys for Good” e unisce i campioni dello sport ai bambini ricoverati nei reparti oncologici. L’idea è quella di lanciare una raccolta fondi tramite i social network degli sportivi che aderiscono. I soldi raccolti saranno poi destinati a Vicenza for Children con l’obiettivo di far tornare il sorriso ai bambini ammalati. Tutti hanno scritto una letterina a Babbo Natale, i volontari di Vicenza For Children porteranno loro i regali chiesti direttamente a casa.
I primi a scendere in campo sono stati l’ex portiere del Brescia e attuale portiere della Cremonese, Enrico Alfonso, ma anche Manuel Iori, capitano del Cittadella, e Giuseppe Giovinco, fratello di Sebastian che oggi gioca col Renate. Si mobilita anche il mondo del ciclismo con Alessandro Ballan, trevigiano iridato. La campagna sulle loro fan page di Facebook e Instagram inizia in questi giorni, è possibile aderire all’iniziativa con donazioni minime di pochi euro, tutte le informazioni su www.allstarsforgood.com.
Si chiude così un anno dedicato alla solidarietà per All Stars For Good, start up benefica fondata in Veneto che ospita calciatori, pallavolisti e campioni sportivi di ogni disciplina mettendoli in relazione coi loro fan grazie alla solidarietà. Il meccanismo è semplice: il campione mette a disposizione un’esperienza o una maglia. Il ricavato viene devoluto in beneficenza ad un’associazione scelta o dal campione stesso oppure dall’utente che si aggiudica la maglia. Tra le altre realtà a cui sono destinate i fondi, gli ospedali di Cittadella, nel Padovano, di Vicenza, di Cosenza e di Brescia, ma anche fondazioni, come quella per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. Il progetto ha raggiunto in questi mesi una dimensione internazionale: dalla maglia numero 10 di Federico Dionisi del Frosinone, consegnata in Irlanda, alla maglia di Alessandro Ballan, indossata nel podio delle Fiandre per l’incoronazione a campione del mondo, recapitata in Lussemburgo. Da segnalare, nel corso del 2020, anche la cena solidale “Dinner for Love” nella quale sono state messe in vendita, tra le altre, le maglie delle leggende della Juve Buffon, Ronaldo e Chiellini, ma anche le scarpe di Balotelli e, molto ambita in zona, la maglia di Tonali che ha appena lasciato il Brescia per andare al Milan.
A sostenere la promozione della start up c’è Velvet Sport, spin off della holding veneta della comunicazione Velvet Media. Velvet Sport, guidata dal professionista nelle pubbliche relazioni Fabio Volpato, è realtà leader nel Triveneto nel marketing sportivo. Partner delle più blasonate squadre di Serie A, tra cui il Brescia Calcio, Bologna e Udinese, lo spin off si basa su un database di oltre 300 atleti, offrendo la possibilità di entrare in contatto con i grandi campioni del presente e del passato, rendendoli portavoce dei propri valori aziendali.

REMOTE WORKING E DONNE NELL’ERA DIGITAL, IL COVID NON FERMA LA FORMAZIONE DI FÒREMA A PADOVA

Il lavoro nell’epoca della pandemia è al centro di tre incontri formativi. Il 23 ottobre in cattedra i casi di Corvallis, Xylem e Crispy Bacon per spiegare com’è cambiato il modello di azienda veneta in smart working. Il 29 ottobre a relazionare il campione del rugby Mauro Bergamasco. Il 3 novembre si parla del ruolo delle donne nel mondo del lavoro digitale con Paolo Gubitta

 

Le restrizioni del Covid non fermano la formazione di Fòrema a Padova. Nei prossimi giorni sono fissati tre importanti appuntamenti, che alla luce delle recenti normative saranno tutti gestiti come webinar on line per garantire la sicurezza di relatori e ospiti.

Il primo, “Smart working let’s do it”, è programmato per il 23 ottobre. Nel pieno della pandemia di questa primavera, le aziende hanno dovuto accelerare sul fronte dell’introduzione di modalità di lavoro agile. Fòrema ha riflettuto attorno al tema col progetto “Smart organization per donne, senior e talenti in azienda”, realizzato grazie al contributo della Regione Veneto e al finanziamento del Fondo Sociale Europeo.

“Smart working, work-life balance, nuovi modelli organizzativi, lavoro agile, persone flessibili e competenze dinamiche: sono questi i driver che le aziende oggi devono affrontare con dedizione, il ruolo della struttura HR è sempre più importante”, spiega il direttore di Fòrema, Matteo Sinigaglia. “La nostra idea è quella di supportare l’ufficio hr coinvolgendo donne, lavoratori senior e i cosiddetti millennials a sviluppare le competenze necessarie a queste nuove grandi sfide”.

A guidare la giornata e il racconto degli imprenditori ci sarà Luca Giuman, membro del comitato scientifico Digital Meet, presidente del Cda di Datasoil. In particolare, saranno spiegate le esperienze di tre aziende che durante il lockdown hanno reinventato il loro approccio al lavoro: Corvallis col direttore Daniele Melato è riuscita ad organizzare il “remote working” per circa 1.600 dipendenti, dotando i lavoratori di sistemi all’avanguardia per la gestione dei flussi di lavoro in remoto. Ma ci sarà anche Marco Volpe, co-founder di Crispy Bacon, software house che ha trasformato il suo modello organizzativo completamente in modalità smart ed infine Melissa Sanvido, hr business partner per Xylem, che ha avviato il progetto di smart working, prima dell’emergenza Covid intendendolo come driver per un cambiamento culturale per le persone e per il proprio business.

 

Il 29 ottobre sale in cattedra il campione del rugby Mauro Bergamasco, oggi coach e trainer esperienziale, che parlerà ad una cinquantina di persone per accompagnarle in un percorso di rivisitazione delle competenze più richieste nel mondo del lavoro attuale e del prossimo futuro. Le tecnologie digitali oggi pervadono tanto la vita quotidiana che quella professionale e, benché sembri un passaggio semplice, non lo è: impone infatti cambiamenti nella routine lavorativa delle persone. Per questo Bergamasco insieme ai partecipanti trascorrerà una giornata formativa. “L’obiettivo è quello andare alla ricerca del proprio talento e della propria capacità di adattarsi ai cambiamenti, per questo il percorso di formazione ci condurrà ad una maggiore consapevolezza di sé e dei propri punti di forza”, spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema.

 

Infine, il 3 novembre è in agenda un focus sul ruolo della donna nelle aziende che sempre più si stanno convertendo al digitale: la conciliazione dei tempi tra impegni famigliari e aziendali è la nuova frontiera dello smart working. A tenere le redini del workshop di quattro ore dal titolo “Digital skills for hybrid job” sarà Paolo Gubitta, professore di business organisation e family business dell’Università di Padova. “Il nostro obiettivo è favorire le opportunità di inserimento delle donne all’interno del mondo del lavoro attraverso percorsi di ibridazione delle competenze e trasferimento delle digital skills”, conclude Baldo. “Le attività previste dal progetto affrontano sia tematiche inerenti a figure professionali specifiche, quali il digital HR manager, il controller di gestione 4.0 e l’e-commerce manager, sia tematiche relative a competenze informatico-digitali. Inoltre, sarà possibile accedere ad un percorso di coaching di gruppo”.

 

 

FÒREMA Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro Servizi (la nuova holding delle partecipazioni di Assindustria Venetocentro), oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia: tra il 2017 e il 2019 ha mobilitato oltre 16 milioni di euro per la formazione delle imprese tra Fondimpresa, Fondirigenti, FSE e altri fondi. Solo nel 2019 ha formato 23.000 persone, tra occupati (dagli apprendisti ai manager), soggetti in cerca di lavoro o di ricollocamento (neet, giovani under 30, disoccupati e over 50), personale della pubblica amministrazione e delle scuole. Nel mentre, ha erogato 58.400 ore di formazione a 1.548 aziende, oltre a 50.000 ore di e-learning.

TREVISO CREATIVITY WEEK 2020, 50 MILA EURO DI BENEFIT PER LE MIGLIORI STARTUP D’ITALIA

Innovation Future School svela la quarta edizione della Treviso Creativity Week (2-8 novembre 2020) e lancia il “Premio Creativity Startup”. Il founder Gianpaolo Pezzato: “Cerchiamo creativi da tutta Italia con idee innovative per lo sviluppo sostenibile, oltre che per i settori fashion, food e furniture, social innovation, mobilità, turismo e cultura”. Partecipazione gratuita

 

La pausa forzata a causa del Covid-19 non ha spento gli animi più creativi, anzi, li ha stimolati a trovare nuove soluzioni e idee per uscire da questa impasse mondiale più forti e innovativi che mai. Ne è un esempio concreto la trevigiana Innovation Future School, l’associazione promotrice della Treviso Creativity Week, che per la sua quarta edizione in programma dal 2 al 8 novembre, lancia il nuovo bando nazionale “Premio Creativity Startup 2020”. “Dopo il grande successo della scorsa edizione e grazie al sostegno di più di 40 realtà tra imprese ed istituzioni – racconta Il presidente Gianpaolo Pezzato – siamo pronti a rilanciare la TCW con benefit ancora più alti per un valore complessivo di 50 mila euro. Quest’anno cerchiamo anche idee di nuovi prodotti e di soluzioni innovative che possano apportare un valore aggiunto in termini di sviluppo sostenibile”.

Possono concorrere al “Premio Creativity Startup 2020” progetti di impresa o startup di recente costituzione da tutta Italia. Le categorie di maggior interesse per la giuria sono fashion, food e furniture ovvero le tre “f” del Made in Italy, social innovation, mobilità, turismo e cultura. Tra i numerosi premi in palio ci sono percorsi di design e brand identity, l’utilizzo gratuito della piattaforma Storeden per l’avvio dell’ecommerce o del sito web, la partecipazione gratuita a dei workshop formativi della Creativity Academy, free desk presso uno dei coworking partner e percorsi di consulenza finalizzati alla strutturazione di un financial plan e dell’investor deck.  “Arrivano anche da Roma in cerca di nuovi talenti e creativi – conclude Pezzato – Il primo premio infatti quest’anno sarà un percorso di accelerazione e pitch day nella sede di Roma di Starting Finance Deal, società romana di investimenti e consulenza in startup. Una grande opportunità di crescita per una startup emergente”.  Aldilà del vincitore, tutte le 10 startup selezionate per la finalissima del 6 novembre a Treviso avranno a disposizione un desk riservato nell’Area Expo in cui potranno presentarsi ai partner e agli investitori invitati, oltre alla visibilità su tutti i canali digitali della TCW2020.

Per partecipare al premio Creativity Startup 2020: https://trevisocreativityweek.it/partecipa/. Il termine delle iscrizioni è venerdì 26 settembre 2020 alle ore 24.00.

L’anno scorso a conquistare il podio della migliore Startup è stata Gamindo con un’idea originale che permette alle persone di donare, senza spendere, giocando ai videogiochi; grazie anche a questa vittoria i due giovani startupper hanno stretto nuove e importanti collaborazioni, come quella con il famoso imprenditore digitale Marco Montemagno al quale hanno dedicato anche un videogioco.

DESIGN E TECNOLOGIA, LO SPAZZOLINO DI PIUMA VINCE LA MENZIONE D’ONORE AL COMPASSO D’ORO (E TI DICE QUANDO È ORA DI CAMBIARLO)

L’azienda veneziana premiata per le forme iconiche, i brevetti tecnologici e l’anima green del proprio “Piuma Brush”. L’Ad Michele Longato: “Stabilimento pronto, boom di richieste da Europa e Russia”

Le forme sono iconiche, i materiali sono green. La base trasforma lo spazzolino in un elemento di design e d’arredo, consente l’appoggio su qualsiasi superficie e grazie al calendario integrato ricorda di cambiarlo almeno ogni tre mesi. Sono queste le caratteristiche e i brevetti che hanno permesso a Piuma Care Srl, azienda di Noventa di Piave, nel Veneziano, di vincere la menzione d’onore alla XXVI edizione del Compasso d’Oro, il riconoscimento più ambito per chi opera nel mondo del design, con il proprio spazzolino di punta, il “Piuma Brush”, disegnato insieme ad Hangar Design Group.

È questo l’ultimo riconoscimento per la giovane e innovativa azienda oggi guidata dall’amministratore delegato Michele Longato, che ha in curriculum esperienze decennali nel settore: ha rapporti stabili coi top player del settore dal Giappone agli Stati Uniti e il suo focus è la capacità di industrializzare prodotti di nicchia e di design unico. Non a caso, nella sede veneziana sono stati acquistati macchinari capaci di produrre milioni di pezzi dello spazzolino appena premiato. Un brand dalla vocazione internazionale fin dalla fondazione: l’obiettivo è rivoluzionare il mondo del beauty secondo la logica del «la cura della bellezza inizia dal sorriso»: anche gli spazzolini giocano un ruolo fondamentale nella routine estetica delle persone.

“Il mercato cosmetico è il secondo a livello mondiale per crescita dopo quello del caffè”, spiega Longato. “La nostra visione unisce estetica, funzionalità ed innovazione e ci ha subito proiettato tra i marchi più iconici”. Il successo è stato rapido: nel 2019 Piuma Care ha vinto il Red Dot design Award, poi l’Adi (Associazione design industriale) l’ha inclusa nella sua selezione biennale propedeutica per accedere al Compasso d’oro, prima di premiarla nella cerimonia internazionale. “Piuma Brush vanta una collaborazione con un’importante azienda statunitense con la quale abbiamo sviluppato un materiale completamente nuovo per la base che contiene un datario che ti ricorda quando cambiare lo spazzolino. Tutti i materiali utilizzati vantano la conformità Fda per il mercato Usa, per cui garantiscono un’igiene antibatterica altissima”.

Piuma Care peraltro è attiva anche su altri fronti, uno stile che è stato ribattezzato “Piuma Way”. L’azienda è stata la prima a proporre un dentifricio anticarie da 75 ml in confezione con tecnologia airless, molto più igienico, delicato e sicuro in viaggio che permette di usare il 100% del prodotto all’interno, una formulazione con ingredienti d’eccellenza, tutto fatto in Italia. Da poco ha anche proposto un collutorio in un pack di alluminio innovativo, per sottolineare il costante impegno verso l’ambiente.

“Dal 2021 tutti i nostri packaging secondari saranno plastic free”, annuncia Longato, soddisfatto anche degli esiti commerciali della propria attività. “Stiamo riprendendo ora la distribuzione in Italia dopo un anno molto particolare per tutti, sia nel canale farmacia, parafarmacia, profumeria come nelle catene di negozi specializzati oltre alle piattaforme online. Ma abbiamo già trattative in corso con importanti player in Europa ed in particolare in Russia, dove saremmo presenti fisicamente entro il prossimo semestre con un importante operatore locale. Sul fronte del travel retail il primo corner è stato attivato all’aeroporto di Orio al Serio”.

 

SCHEDA “PIUMA BRUSH”

MADE IN ITALY ECO-FRIENDLY Piuma Brush è 100% prodotto, controllato e confezionato in Italia negli stabilimenti di Piuma Care. Il processo di produzione è sorvegliato attraverso certificati di qualità e controlli periodici, in rispetto degli standard Gmp (Good manufacturing practice) e Iso. Confezionato in atmosfera controllata per garantire i massimi livelli di igiene, l’intera produzione dello spazzolino avviene nel rispetto dell’ambiente ed impiega tecnologie green. SPAZZOLATE BREVETTATE Le micro-setole premium in Tynex® arrotondate (0,1mm) progettate per non irritare le gengive e garantire la massima pulizia sono disponibili in due versioni: medie, morbide, con il caratteristico taglio a V che ottimizza la pulizia dentale. MANICO E TESTINA Il manico ergonomico, più lungo degli spazzolini tradizionali, è estremamente flessibile e consente allo spazzolino di essere più delicato a livello gengivale. Con la presa a 360°, si presta ad una impugnatura ideale ed è composto da materiali completamente riciclabili ed antibatterici che ne preservano la durata e impediscono la formazione di muffe. La testina affusolata permette di raggiungere tutti gli angoli della bocca COSTO Il prezzo consigliato è 6,9 euro. Il kit completo che include la base col “timer” costa 19 euro. INFORMAZIONI E CONTATTI Sito: www.piumacare.com Instagram: @piumacare Facebook: @Piuma_Care