CON IL RESTAURO RAFFINATO DELLE EX-CARCERI di C+S SI AMPLIA IL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI TRENTO

Il progetto esecutivo di restauro delle Ex-Carceri a Trento sarà consegnato ai primi di settembre per un investimento da venti milioni di euro della Provincia di Trento. Il progetto architettonico porta la firma dello studio C+S Architects, vincitori del premio Architetto Italiano dell’Anno. Segantini: “Il prezioso edificio delle ex-carceri amplia il Palazzo di Giustizia: l’accostamento di nuovi elementi delicati alle masse murarie in pietra dei volumi asburgici valorizza l’edificio storico in un dialogo costante tra antico e nuovo”. Lavori al via il prossimo anno.

 

Accelera a Trento l’iter del progetto di restauro delle ex-carceri che amplieranno il Palazzo di Giustizia esistente. Il progetto esecutivo di restauro dell’edificio asburgico sarà consegnato ai primi di settembre e porta la firma di C+S Architects, studio con sedi a Londra e Treviso di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, da poco insigniti del Premio Architetti Italiani dell’Anno.

Per la prima volta vengono mostrati i rendering del progetto, che avrà un valore di 20 milioni di euro. L’ente appaltante è la Provincia di Trento, peraltro proprietaria dello spazio, che sorge su un lotto di poco più di diecimila metri quadrati con un ampliamento del tribunale esistente di 8.700 metri quadrati. Ottenute tutte le approvazioni nella conferenza dei servizi di aprile, ora la Provincia dovrà approvare il progetto esecutivo e quindi procedere alla gara di appalto europea. Se l’iter burocratico non subirà intoppi, i lavori potranno iniziare già il prossimo anno. 

 

Un progetto che donerà nuova vita all’area. “Il riconoscimento della qualità spaziale e costruttiva del complesso ci ha spinto a realizzare un lavoro di riqualificazione dell’edificio esistente – spiega Cappai – innestando una nuova infrastruttura delicata capace di tradurre e reinterpretare il complesso per adeguarlo al nuovo programma. La filosofia del progetto mira a preservare il più possibile le strutture esistenti. Il piano terra è stato progettato come uno spazio ibrido, che possa essere aperto anche a un pubblico più ampio (previo controllo di sicurezza all’ingresso) per favorire l’idea che gli edifici pubblici sono edifici di comunità e dovrebbero ospitare un pian terreno accogliente e vivibile”. 

 

Una serie di spazi pubblici (ristoranti, caffetteria e una cella-museo) occupano il piano terra dell’ala centrale del complesso, diventando una sorta di ponte pubblico tra le due corti esistenti; l’Ufficio del Casellario e l’Ordine degli Avvocati completano la struttura funzionale del piano terra, occupando le due ali laterali del complesso.

Viene mantenuta la distribuzione verticale esistente e le tre scale esistenti, interamente conservate, sono affiancate da due nuovi ascensori, mentre, per motivi di sicurezza antincendio, vengono inserite quattro nuove scale esterne di emergenza. “La definizione della materialità dei vani scala è stata altrettanto importante per far dialogare il vecchio e il nuovo”, suggerisce Segantini. “I vani scala sono in laterizio vetrificato in equilibrio cromatico con l’edificio esistente. I mattoni sono stratificati in modo da creare una trama di luce e cambiano ogni singolo momento della giornata. In questo modo spingiamo le persone a usare queste scale invece degli ascensori e diventare più sane. Un parapetto strutturale in acciaio definisce le rampe con un materiale simile a quello dei balconi, per stabilire un dialogo con la pietra, materiale molto utilizzato nell’ex carcere”.

 

Il primo piano è interamente occupato dal Tribunale Ordinario, con gli uffici dei giudici collocati ali centrale e orientale, le cancellerie e gli uffici maggiori nelle due ali laterali e la sala delle udienze all’interno dell’ex cappella. Ad ovest, una nuova scala dotata di piattaforma elevatrice collega i primi piani dell’ex carcere e gli attuali uffici del Tribunale. Il secondo piano è destinato ad accogliere ulteriori uffici del Tribunale Ordinario.

Il terzo piano, in origine un sottotetto disabitato, ospita le unità di trattamento aria, mentre l’ala est viene ridisegnata da uno spazio multifunzionale comune, grazie alla sostituzione di alcune capriate esistenti con nuove travi sagomate ad arco in legno lamellare e all’apertura di lucernari che lasciano fluire nello spazio l’illuminazione zenitale.

Il piano interrato dell’edificio esistente ospita gli spazi di servizio e gli archivi dell’Ordine degli Avvocati e dell’U.N.E.P. È collegato da una rampa ad un piano interrato di nuova costruzione, posto al di sotto del cortile-giardino d’ingresso, che ospita l’archivio del Tribunale Ordinario e più locali tecnici. La circolazione verticale avviene sia attraverso le scale esistenti sia attraverso le quattro nuove scale antincendio nei due cortili. Queste ultime sono affiancate da altre due scale esterne che conducono al giardino d’ingresso.


SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

C+S Architects Bio

Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e Londra dove ha sede lo studio C+S ARCHITECTS da loro fondato a Venezia nel 1994. Lo studio C+S ha maturato una profonda esperienza nel settore del restauro avendo realizzato alcuni dei più importanti lavori a Venezia: il restauro della Torre Massimiliana nell’isola di Sant’Erasmo, della Ex-Manifattura Tabacchi e del Fondaco dei Tedeschi solo per citare i più rinomati, tutti progetti che hanno ottenuto premi internazionali, tra cui il BigMat Award 2017. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come visiting professors in varie università tra cui MIT, Cambridge Massachussetts, USA e Syracuse University, NYC, USA e Hasselt University. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge University, UK. La loro ricerca e realizzazione di scuole, esposta alla 15° Biennale di Architettura di Venezia, ha contribuito a riscrivere le Linee Guida del Ministero sulla progettazione delle scuole italiane. L’approccio progettuale dello studio rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura. Oltre al recentissimo Premio Architetto dell’Anno del CNAPP, lo studio ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali ed ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali, tra cui il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia, il Museo di Oslo, Il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano.

 

IL PROGETTO DELL’EX CARCERE TRENTO

 

L’EX CARCERE DI TRENTO – LA STORIA

L’Ex Carcere di Trento sarà trasformato in un nuovo Tribunale, ampliando quello esistente.

L’edificio faceva parte dell’espansione ottocentesca della città, quando divenne parte fondamentale del nuovo reticolo urbano, che seguiva al taglio del fiume Adige.

L’edificio esistente, progettato da Ignazio Liberi, è costituito da una sequenza di due cortili e segue la classica tipologia carceraria, con un vuoto centrale a tripla altezza su cui si affacciavano tutte le celle. Particolarmente interessante è il sistema costruttivo, con spesse murature in pietra a vista e sistemi di volte in laterizio o solai orizzontali in pietra, di cui un esempio molto interessante sono i ballatoi centrali, con una serie di mensole in pietra, su cui poggiano generose lastre anch’esse in pietra che formano il piano di calpestio.

 

I CINQUE INTERVENTI STRUTTURALI PRINCIPALI

Cinque gli interventi principali, tutti indipendenti dall’edificio esistente e quindi reversibili in futuro:

  1. L’inserimento di quattro nuove scale di emergenza, che si innestano nei cortili in continuità con la matericità della pietra, costruendo un nuovo piano sopraelevato alla stessa quota del piano terra e staccato dalle facciate: i vani scala sono progettati in cemento e mattoni vetrificati in equilibrio cromatico con le facciate esistenti. Le nuove scale qualificano lo spazio dei cortili, pavimentati in pietra artificiale e completati da lunghe panchine che contribuiscono a ridefinire il punto di contatto tra vecchio e nuovo;
  2. I ballatoi sono stati rinforzati con lame in acciaio e aumentati di dimensioni mediante l’inserimento di un nuovo cordolo in acciaio in continuità con i nuovi parapetti;
  3. La nuova infrastruttura MEP disegna la facciata interna degli uffici in continuità con i nuovi serramenti. Un sistema di contro-pareti metalliche è inserito nelle strutture esistenti per schermare il necessario isolamento e la distribuzione degli impianti, che saranno ispezionabili;
  4. Il nuovo vano sottotetto è progettato con elementi ad arco in legno lamellare in continuità con le originarie strutture lignee di copertura illuminate zenitalmente da lucernari vetrati;
  5. I pavimenti esterni rimangono in pietra in continuità con le uscite delle scale di emergenza al piano interrato.

 

I MATERIALI SCELTI PER IL RESTAURO

La scelta dei materiali rafforza il concetto di costruzione di un dialogo poetico tra antico e nuovo.

Il progetto unisce la pietra naturale esistente, utilizzata nella pavimentazione dei corridoi e dello spazio a tripla altezza, con una pietra artificiale, che sarà realizzata con lastre di terrazzo prefabbricate con inerti a vista. In questo modo un nuovo materiale può essere armoniosamente combinato con la pietra esistente. Lo stesso materiale verrà utilizzato per la pavimentazione esterna, associata ad una pavimentazione tipo Levocell.

Il secondo materiale, scelto per le sue caratteristiche meccaniche e riconoscibilità, è l’acciaio. Sarà utilizzato per gli elementi strutturali, le balaustre e le contro-pareti che integrano i sistemi meccanici. Per la nuova struttura del tetto, l’acciaio è stato abbinato al legno lamellare, utilizzato sotto forma di travi ad arco in sostituzione delle originarie capriate lignee, che non permettevano di abitare il sottotetto. Nel sottotetto dell’ala est sono state così collocate due nuove sale riunioni, illuminate dall’alto da lucernari.

Gli intonaci delle facciate verranno demoliti e sostituiti con un intonaco termico in grado di migliorare la resistenza termica, senza alterare le superfici e le decorazioni murarie esistenti. Tutte le cornici e gli elementi decorativi saranno accuratamente restaurati, comprese le cornici di gronda.

Il progetto, collocando le nuove quattro scale antincendio nei cortili, ha permesso di preservare tutte le scale interne esistenti e limitare notevolmente le demolizioni. Sono pensati come elementi riconoscibili, ma ben armonizzati con la matericità esistente.

Le scale lungo la parete cieca che separa il carcere dal tribunale assumono una forma lineare e disegnano un nuovo fondale. La scala opposta, invece, si allontana dalle pareti e il suo volume è stato pensato il più possibile sottile e dai bordi morbidi, per ridurre la nitidezza delle ombre proiettate e aumentare la luce degli spazi adiacenti.

Per rafforzare l’identità dell’edificio nelle mappe mentali della comunità, gli spigoli arrotondati rimandano al volume semicilindrico dell’abside della cappella, nonché alla scuola elementare Raffaello Sanzio di Alberto Libera. Anche in questo caso i due corpi scala assumono un profilo curvilineo in grado di inserirsi nel contesto formale fortemente caratterizzato di quella parte di città, costruendo un ponte tra passato e futuro.

La definizione della materialità dei vani scala è stata altrettanto importante per armonizzare il vecchio e il nuovo. I vani scala sono progettati in cemento e laterizio vetrificato in equilibrio cromatico con l’edificio esistente. I mattoni sono stratificati in modo da creare una trama di luce mentre si usano le scale e cambiano ogni singolo momento della giornata. In questo modo spingiamo le persone a usare queste scale invece degli ascensori e diventare più sane! Un parapetto strutturale in acciaio definisce le rampe con un materiale simile a quello dei balconi, per stabilire un dialogo con la pietra, materiale molto utilizzato nell’ex carcere.

Le uscite di emergenza sono completate dalle due scale poste nel giardino prospiciente la facciata est dell’ex carcere. Provengono dal nuovo seminterrato e sono scoperti. In questo caso i parapetti sono in acciaio, il loro rapporto con l’esistente è mediato dalle piante del giardino. La schermatura del parcheggio detenuti a sud segue lo stesso principio; sono infatti costituiti da un telaio in profilati di acciaio e pannelli di tamponamento in lamiera stirata, per la crescita di piante rampicanti che possono trasformare questi elementi in pareti verdi.

Il gioco del progetto è quello di costruire un dialogo tra vecchio e nuovo, favorendo la bellezza dell’edificio originario con una nuova bellezza di dettagli ricercati, capaci di definire un incontro poetico tra tradizione e innovazione.

 

Credits:

Head designers and technical coordination: Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, C+S Architects

Project manager Architecture: Stefano di Daniel, C+S Architects

Collaborators C+S: Sai Anugna Buddha, Tu Bui, Federica De Marchi, Giulia Guizzo, Anamika Gupta, Damla Karabay, Jurgis Prikulis

Structures: Pierluigi Coradello

MEP Engineering: Oscar Nichelatti, Manuele Rolleri

Survey, Fire and Safety and Administrative coordination: Areatecnica srl

Bill of Quantity: Venice Plan srl

IL 21 AGOSTO FESTA PER PIO X A RIESE, PRONTE LE OPERE REALIZZATE PER I PELLEGRINI

Il 20 agosto si ricorda l’anniversario della morte, avvenuta 109 anni fa. Il giorno dopo, la processione. Entrano nel vivo i festeggiamenti in vista del rientro del corpo, ad ottobre. I preparativi: casa natale e museo ristrutturati, nuova pista ciclabile e Curiotto. Sarà realizzato anche un tour virtuale. Tutte le iniziative in corso. L’appello del sindaco: “Prenotate subito la visita sul portale www.papapiox.it, ci sono molte richieste e il rischio è di perdere una storica opportunità”

 

Prima di partire per Roma, dove sarebbe salito al soglio Pontificio, l’allora cardinale Giuseppe Sarto aveva proferito queste parole: “O vivo o morto tornerò”. Erano anni tremendi, quelli del primo Novecento, stava per scoppiare la prima guerra mondiale. Le spoglie mortali di Papa Pio X tornarono a Venezia molti anni dopo, nel 1959. E adesso la promessa viene di nuovo mantenuta: dal 6 al 15 ottobre sarà celebrata la sua “Peregrinatio corporis”. 

L’urna che oggi è a San Pietro, in Vaticano, sarà trasportata per 545 chilometri in un mezzo ristrutturato ad hoc per impedire che le vibrazioni possano danneggiarla, e dopo un giorno in cattedrale a Treviso sarà accolta per più di una settimana a Cendrole, borgo riesino che ospita la chiesa mariana nella quale Bepi Sarto sviluppò la sua fede.

L’attesa per l’evento sta crescendo a Riese Pio X. Il prossimo 20 agosto si ricorderà l’anniversario della morte, avvenuta nel 1914 (c’è chi dice che non resse il dolore dell’incombente guerra mondiale). Il giorno dopo, la solenne processione per la festa del Santo che vede ogni anno la presenza di centinaia di fedeli. A settembre è invece programmato un grande evento per l’inaugurazione della ristrutturata casa Natale di Pio X. 

La Peregrinatio di ottobre sarà preceduta da un programma di eventi religiosi e culturali, che saranno pianificati dalla Fondazione Giuseppe Sarto con Diocesi di Treviso, Comune di Riese Pio X e altri enti, quali il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto e il Consorzio Marca Treviso, solo per citarne alcuni. La peregrinatio proseguirà anche nel Veneziano, ma prima il borgo delle Cendrole, dove abitano poche decine di famiglie, accoglierà migliaia di pellegrini nell’arco dei dieci giorni di eventi, in questi giorni si sta organizzando un centro logistico di accoglienza a due chilometri di distanza. Nell’attesa, il Comune ha messo a terra un piano di maquillage per prepararsi ad accogliere i pellegrini.

CASA NATALE A seguito delle indagini e dei saggi effettuati negli anni scorsi presso la Casa Natale di Pio X, si erano riscontrati alcuni aspetti di criticità conservativa. “È stato perciò deciso di recuperare tutti gli elementi architettonici, costruttivi e decorativi presenti nell’edificio”, spiega Matteo Guidolin, presidente della fondazione Giuseppe Sarto e sindaco di Riese Pio X. “Il progetto, realizzato dallo Studio Scattola e approvato dalla Soprintendenza di Venezia prevede azioni conservative, di salvaguardia e di protezione, con una visione più ampia di recupero dei valori e testimonianze materiali presenti nel territorio, restituendole alla collettività. È stato inoltre previsto un intervento di ritinteggiatura e manutenzione degli oscuri di Casa Maggion, immobile di proprietà della Fondazione, sede della stessa e del bookshop legato alla Casa Natale.

MUSEO PIO X Lo studio Gatto Tonin Architetti sta curando il progetto di riallestimento degli spazi museali, la riorganizzazione dei percorsi di visita e il rinnovo degli ambienti di servizio della casa museo. L’intervento interesserà gli spazi di Casa Maggion – detta anche casa del custode – che in futuro ospiterà anche l’Archivio di Papa Pio X e spazi per esposizioni temporanee e permanenti; per quanto riguarda gli ambienti della Casa Natale e del Reliquiario (Museo), si prevede il riordino delle aree aperte pertinenziali, il miglioramento dell’accessibilità, il ridisegno dei supporti espositivi e l’integrazione all’interno degli ambienti di nuove dotazioni tecnologiche a supporto del percorso espositivo. La riorganizzazione del percorso museale è stata curata da Disma Srl, con predisposizione dei pannelli introduttivi e del contenuto delle didascalie. 

VISITA VIRTUALE In occasione della “peregrinatio corporis” il Museo di Pio X sarà peraltro reso accessibile al mondo intero tramite un virtual tour sul web. Le attività di restauro e di rinnovo del complesso saranno infatti oggetto di un intervento di digital storytelling da parte di Wow Textura. “L’obiettivo è rendere accessibile e fruibile in modo virtuale la visita del museo, con particolare attenzione alla resa fotorealistica e all’inserimento di contenuti arricchiti di esperienzialità, come approfondimenti testuali e multimediali”, spiega ancora Guidolin. “Attraverso la direzione artistica virtuale e la costruzione di contenuti immersivi sarà possibile sfruttare questo strumento in ottica di promozione e presentazione, consentendo al contempo di aumentare la visibilità delle attività di restauro anche verso chi non ha ancora visitato il Museo Pio X”.

IL PAESE La Città di Riese Pio X, oltre a dare supporto economico alla Fondazione Sarto per la realizzazione dei progetti di restauro e riqualificazione del complesso della Casa Natale, sta realizzando altri ambiziosi progetti, che saranno portati a termine in questi giorni. La riqualificazione del sentiero Curiotto, sentiero che Sarto percorreva da giovinetto per raggiungere il Santuario delle Cendrole. Ma anche la realizzazione della pista ciclabile da Cendrole a Spineda, che unirà definitivamente il centro di Riese al Sentiero degli Ezzelini e sarà usata dai pellegrini per avvicinarsi alla Chiesa. Infine, il progetto di nuovo arredo urbano nel centro storico di Riese Pio X, che prevederà l’installazione di elementi d’arredo e la riqualificazione di alcune aree urbane. Il pellegrino potrà inoltre visitare il presepio artistico pluripremiato (presso l’asilo parrocchiale) e una mostra sullo scultore Francesco Sartor (in Barchessa Zorzi). 

“La macchina organizzativa ormai è pronta”, conclude il sindaco. “Tutte le informazioni saranno convogliate sul portale web www.papapiox.it, nel quale sarà possibile anche prenotare le visite. Fioccano già le prenotazioni, ci attendiamo decine di migliaia di pellegrini, speriamo centinaia di migliaia, considerato anche che in un anno normale, i turisti religiosi che visitano la “casetta” del Papa sono migliaia. Per trovare da dormire già adesso serve cercare alberghi e hotel nelle città limitrofe come Castelfranco Veneto, Possagno, Bassano del Grappa e Cittadella. Invito tutti a prenotare la propria visita per non rischiare di perdere una opportunità storica”. 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO – LA PEREGRINATIO CORPORIS DI PIO X

IL PRECEDENTE DI BERGAMO Nella storia recente della Chiesa, infatti, solo un’altra volta è stato organizzato il “ritorno a casa” di un Papa. Era accaduto a maggio del 2018 nel Bergamasco, dove le spoglie di Giovanni XXIII (che quando era Cardinale, col nome di Roncalli, era stato tra i grandi sostenitori del ritorno del corpo di Pio X a Venezia) hanno generato un movimento di massa senza precedenti. Quasi mezzo milione di pellegrini si sono prenotati per la visita, non sono noti i dati di quanti invece siano passati per il territorio senza registrarsi, solo a scopo turistico. 

PIO X IN VENETO Sarà una festa popolare che coinvolgerà tutto il Veneto: tutte le parrocchie del Nord Italia sono state coinvolte dai propri vescovi nell’organizzazione di pullman e trasferte, i sacerdoti ne stanno parlando da giorni nelle comunità. Infatti, Pio X studiò in seminario a Padova, fu cappellano a Tombolo, arciprete a Salzano, nel Veneziano, canonico della cattedrale di Treviso, padre spirituale del Seminario, vescovo a Mantova e patriarca a Venezia. Proprio in quel suo essere stato “un povero parroco delle terre venete”, ha detto il Vescovo Tomasi nel giorno della presentazione del calendario degli eventi, “sta una delle radici forti e buone che hanno sostenuto il suo impegno di guida della Chiesa universale”. Nel progetto di pellegrinaggio, peraltro, è stata coinvolta anche Treviso: l’urna traslata avrà come prima tappa del viaggio la chiesa cattedrale del capoluogo della Marca Trevigiana (il pomeriggio del 6 ottobre), dove rimarrà fino al pomeriggio di sabato 7. Dopo Cendrole, la peregrinatio proseguirà nel Veneziano.

Per aggiornamenti sugli eventi e ulteriori informazioni: www.papapiox.it

 

NASCE E-SSENCE, LA PRIMA STARTUP PER IL BOAT SHARING ELETTRICO

Barche che si guidano senza patente, elettriche e sbloccabili via app, come fosse una bici affittata in una città. E-ssence si presenta a Monaco il prossimo 24-25 settembre, prenotazioni sold out per i primi week end. I fondatori: “Soluzione ideale per visitare i parchi naturali”. Un mercato da 60 milioni di euro in Italia

 

Basta il cellulare. Si cerca nella mappa dell’app la barca più vicina. Ci si avvicina, si sblocca il timone con un click. E poi si naviga, liberamente, senza patente nautica. Ma soprattutto senza inquinare: sono barche elettriche. Nasce in Italia il primo boat sharing elettrico completamente on line, un modello che in Europa esiste solo in Olanda. Il prossimo appuntamento pubblico di presentazione del progetto è fissato al 24-25 settembre allo Yacht Club di Monaco, per la terza edizione della fiera “Smart and Sustainable Marina”.

È questo in sintesi il progetto di E-ssence, ideato da Michele Lauriola, 33enne originario di Manfredonia e ora residente a Montebelluna, nel Trevigiano e Leonardo Caiazza, 34enne originario di Parma e ora residente a Forte dei Marmi (Lucca). Sono due giovani imprenditori che hanno elaborato la loro idea all’interno della Bologna Business School dove, nel 2023, hanno conseguito un MBA in green energy e sustainable business. La loro iniziativa è stata oggetto di due programmi di incubazione: il BigBo di Pixel e Banca Sella e il Nowtilus, il sea innovation hub ligure.

Adesso è ora di presentare il progetto. “Annunciamo l’arrivo della web App, a breve sarà disponibile la versione mobile”, spiegano i due. “Il nostro sistema è completamente automatizzato. Si sblocca la barca, si naviga anche con l’assistenza di un virtual skipper che suggerisce itinerari e mete da visitare, poi si ormeggia e si blocca ma non prima di aver messo in carica la barca. Questo è l’unico obbligo per l’utente”.

La start up, che ha sviluppato sia il software che l’hardware per la gestione delle procedure, ha iniziato l’attività con due barche, prodotte dal cantiere svedese Nimbus: una è ormeggiata nel porto di Mirabello a La Spezia e la seconda è data in licenza ad un operatore sul Lago di Garda, a Lonato del Garda. 

“Le prime settimane di operatività sono andate molto bene: sold out nei week end”, commentano Lauriola e Caiazza. “Ma molte richieste stanno arrivando dalle 22 aree marine protette italiane, ecosistemi fragili da salvaguardare dove muoversi con barche a scoppio danneggia gli equilibri naturali. Lì vorremmo orientare il nostro business”.

Un modello che ben funziona in Austria, in particolare in Carinzia, che è del tutto innovativo in Italia. Sono infatti i primi a proporre un progetto di questo genere, che vede come competitor solo alcune aziende sarde che affittano gommoni a scoppio. A livello europeo, ad Amsterdam ci sono dei sistemi simili che uniscono alta tecnologia e una scelta di trasporto totalmente green. Il business attorno al noleggio di barche elettriche, peraltro, è in crescita. Stando alle ricerche più recenti (Fonte: report Mordor Intelligence), il mercato a livello mondiale dovrebbe salire del 5% da qui al 2027, arrivando a 20 miliardi, quello europeo a 6,5 miliardi nello stesso periodo. In Italia al momento sono “solo” 60 milioni di euro.

“A breve sarà offerta in sharing anche l’attrezzatura per fare snorkelling”, concludono i due founder. “Si tratta di pacchetti con l’indicazione di itinerari e punti di attrazione subacquea. Una nicchia molto interessante perché la silenziosità del motore elettrico non spaventa i pesci ed è possibile ammirarli con più facilità. In più offriamo un servizio meteo e SOS bottom per i casi di emergenza. Attraverso l’app il cliente può geo-localizzare le imbarcazioni, prenotare e sbloccare i natanti. Non solo, a breve vogliamo estendere l’intermodalità, coordinandoci con aziende che affittano biciclette e auto elettriche. E magari espanderci all’estero, ad esempio in Austria o sul lago di Lugano, in Svizzera per partecipare al progetto teso ad aumentare la mobilità sul lago riducendo quella su gomma”.

 

SCHEDA – LE BARCHE DI E-SSENCE

La start up metterà a disposizione in un primo momento le due imbarcazioni della flotta di proprietà, alle quali nei prossimi mesi se ne sommeranno altre grazie a delle convenzioni con i cantieri navali che forniranno  i loro mezzi nei periodi di fermo. Le due barche arrivano dalla Svezia, il cantiere Nimbus. Motori da 30 kW, che essendo sotto i 40 CV si possono usare senza patente. La batteria è da 30 kWh e a una velocità di crociera da 12/13 nodi offre un’autonomia da 3/4 ore. Le imbarcazioni sono lunghe 6.30 metri fuori tutto, per una capienza massima di 6 persone e sono dotate di prendi sole a prua e a poppa, tavolino a scomparsa, impianto audio pro, caricatore usb, computer di bordo e simrad con cartografie. Va precisato che sono ad emissioni zero, ma sono arrivate in Italia trasportate da Tir. In ottica green, E-ssence ha deciso quindi di compensare l’anidride carbonica con una piccola quota dello sharing riservata ad una startup (Seathechange) che pianta peonie.

IL PIZZAIOLO NAPOLETANO CREA LA PIZZA “SAN CIRO” PER I DETENUTI DEL CARCERE DI BRESCIA

Ciro Di Maio è entrato in carcere a Brescia per un corso nel quale ha insegnato ai detenuti a far la pizza con le orecchie. A breve la consegna dei diplomi, in quell’occasione proporrà la pizza che unisce Sud e Nord d’Italia: provola di Caserta, porchetta del Lazio e melanzane “casalinghe”. L’obiettivo è solidale. “La ristorazione ha bisogno di lavoratori, vogliamo aiutare chi vuole crearsi una seconda opportunità”

 

Ciro Di Maio, nato nel 1990 a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, è un giovane pizzaiolo. Nel 2015 ha deciso di cercare nuove opportunità trasferendosi in Lombardia. Così è cominciata l’avventura di “San Ciro”, la sua pizzeria a Brescia. Il nome del locale è un omaggio ai nonni di Ciro, sia dal lato materno che paterno, figure fondamentali nella sua vita. Suo padre, in particolare, ha dedicato il suo tempo al volontariato e all’aiuto dei giovani tossicodipendenti, collaborando con una comunità per offrire loro una possibilità di uscire dalla droga e ricostruire una vita migliore.

Ciro si considera oggi un privilegiato e ha deciso di offrire ai meno fortunati la possibilità di trovare lavoro. Nei primi mesi dell’anno, infatti, Ciro ha insegnato l’arte della pizza ai detenuti del carcere Canton Mombello di Brescia, grazie a un progetto sviluppato in collaborazione con Luisa Ravagnani, garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Brescia, e sostenuto dalla direttrice del carcere, Francesca Paola Lucrezi. 

Per alcuni mesi, il pizzaiolo è stato in carcere due volte a settimana, conducendo lezioni teoriche e pratiche sulla preparazione della pizza. Dall’importanza del sale alla temperatura dei forni, passando per i segreti dell’impasto e del pomodoro. Sette detenuti, accusati di reati minori e quindi destinati a scontare un breve periodo di detenzione, hanno partecipato alle lezioni, quaranta ore di un corso professionale.

La giusta conclusione sarà un evento che si terrà dopo l’estate e nel quale Ciro presenterà la pizza che ha pensato come “regalo” agli (ex) detenuti.

“Presenterò ufficialmente “San Ciro”, una pizza che rappresenta per me l’unione tra Nord e Sud d’Italia, tra la mia vecchia vita e quella nuova, e per un certo verso anche una sintesi tra errori che portano in carcere e l’impegno che poi genera una nuova vita”, dice Ciro. “Sarà una pizza semplice, fatta con le orecchie come piace a me: la pizza va fatta a mano e non può essere rotonda, i pomodori devono essere a pezzettoni. Avrà tre prodotti che uniscono l’Italia: la provola affumicata di Caserta, la porchetta di Ariccia Igp del Lazio e delle melanzane messe sott’olio. Quest’ultimo ingrediente è quello che rappresenta per me la casa, sono infatti preparate tutte a mano da mia mamma, mi piace però condividerle con tutti”.

Questa sarà la pizza che Ciro preparerà insieme ai detenuti in autunno, durante la cerimonia di consegna degli attestati. Il suo obiettivo a medio termine è quello di creare una sorta di consorzio di pizzaioli che, come lui, vogliano dare una chance a chi ha commesso errori e, contemporaneamente, colmare le posizioni ancora vacanti. “Lancio un appello ai miei colleghi del settore della ristorazione”, conclude Ciro. “Vorrei fondare un’associazione di persone disposte ad aiutare gli ex detenuti a reinserirsi professionalmente. In un periodo in cui mancano lavoratori, questo è un modello positivo per tutti”.

 

LA RICETTA DELLA PIZZA SAN CIRO

 

IMPASTO: In una zuppiera versare il sale; setacciarvi la farina e versare lo zucchero. Aggiungere anche il lievito. Versare l’acqua e l’olio e mescolare. Coprire con pellicola e far riposare.  Impastare l’impasto così ottenuto su un’asse spolverato di semola.  Mettere l’impasto in una grande ciotola, coprire con pellicola trasparente e poi con alluminio per tenere l’impasto al buio e far riposare in frigorifero per una giornata (24 ore circa). La pizza va tirata a mano, deve avere le orecchie, non può essere un circolo perfetto.

MELANZANE SOTT’OLIO Adagiate le melanzane in un colino e cospargetele con sale. Lasciatele riposare per circa 15 minuti, così da farle perdere parte dell’acqua in eccesso. In una pentola, versate l’acqua e l’aceto e portate il tutto a bollore. Strizzate le melanzane per bene, aiutandovi con un canovaccio se necessario, e poi immergetele nell’acqua e aceto bollente. Aggiungete peperoncino, aglio e rosmarino alle melanzane e cuocete. Scolate. Trasferite le melanzane tiepide in barattoli di vetro da 500 ml. Coprite le melanzane con olio extravergine d’oliva. Trasferite i barattoli con le melanzane in una pentola con acqua fredda, in modo che siano coperti fino al tappo, e portate il tutto a bollore. Lasciate bollire i barattoli con le melanzane per circa 20 minuti. 

POMODORI DEL TERRITORIO Vanno tagliati a pezzettoni per dare colore e vita alla pizza.

PORCHETTA IGP DI ARICCIA Va messa dopo cottura

PROVOLA AFFUMICATA DI CASERTA 

 

SCHEDA SAN CIRO Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare.  Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. Ciro ama le iniziative benefiche. Oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventar pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha accolto il suo progetto è stato l’Istituto alberghiero D’Este Caracciolo, ha portato a termine delle lezioni online a dei ragazzi che seguono l’indirizzo enogastronomico e l’indirizzo sala e accoglienza.

 

MONDIALI DI ATLETICA, ZINCATA NEL VICENTINO LA COPERTURA DELLO STADIO DI BUDAPEST

Bordignon Group utilizza la vasca più grande d’Europa per le 500 tonnellate delle strutture. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’azienda Lanaro Steel Technology, specializzata nella costruzione di strutture architettoniche. Il presidente, Diego Bordignon: “Orgogliosi di rappresentare l’Italia in un momento così importante”

 

La diciannovesima edizione dei campionati del mondo di atletica leggera si terrà a Budapest, in Ungheria, dal 19 al 27 agosto. Tutti gli occhi del mondo saranno puntati sugli atleti e sugli stadi. E ci sarà anche un’anima veneta, precisamente vicentina, in uno dei luoghi iconici della manifestazione: la copertura del tetto e il rivestimento strutturale esterno del nuovissimo National Athletics Centre di Budapest, il nuovo stadio che ospiterà i Mondiali di atletica leggera, sono stati infatti zincate nella vasca più grande d’Europa, nella sede di Zincheria Valbrenta, a Rosà, nel Vicentino, dopo esser stato realizzato da Lanaro, storica carpenteria di Breganze, specializzata in grandi opere. 

Un lavoro enorme, che è consistito nel zincare i connettori dal peso di 7.000 chili l’uno, che serviranno da supporto per la copertura a sbalzo dell’impianto, per un totale di 500 tonnellate di manufatti, poco più del peso di un Boeing 747. Il tutto per uno stadio che sarà in grado di ospitare fino a 40.000 spettatori. 

Entrando nel dettaglio dell’opera, la copertura dello stadio è una tensostruttura ricoperta da una membrana in fibra di vetro, in grado di proteggere gli spettatori dal maltempo o dal sole eccessivo. La sua struttura è concepita secondo il principio della ruota a raggi della bicicletta. Per fornire la rigidità necessaria, inoltre, i cavi sono tenuti separati da una serie di puntoni di acciaio. L’utilizzo di funi in acciaio ad alto rendimento ne riduce ulteriormente il peso complessivo. Questo complesso sistema di funi necessita di particolari connettori per potersi collegare e lavorare tra loro. Tutti pezzi zincati da Bordignon Group.

“Per noi è un grande onore essere presenti all’appuntamento sportivo in rappresentanza della grande capacità italiana nella realizzazione di maxi opere”, dichiara Diego Bordignon, presidente di Zincheria Valbrenta, azienda che ha appena festeggiato il mezzo secolo di storia. “Siamo sempre più convinti che la zincatura sia il trattamento più ecosostenibile ed efficace per rendere eterne strutture come queste, che non avranno più bisogno di manutenzione per la loro futura gestione. Poter metter in mostra il nostro lavoro in un contesto internazionale di questo livello in rappresentanza dell’Italia è motivo di orgoglio”.

Bordignon Group peraltro è nota per la propria abilità nel zincare grandi opere, in questo periodo storico sta ad esempio collaborando in modo attivo per dar vita nuova a molti degli impianti sciistici che saranno utilizzati per le prossime Olimpiadi di Cortina. 

Il Gruppo Bordignon, azienda leader nel settore della zincatura a caldo, ha raggiunto nel 2022 un fatturato consolidato di 52 milioni di euro, in crescita del 19% rispetto al 2021. Stabile l’occupazione: per il gruppo oggi lavorano più di trecento persone. Oggi Bordignon Group detiene cinque società: oltre a Zincheria Valbrenta (Rosà, Vicenza), ci sono Zincheria Seca (Ala, Trento), Zincheria SA (Bucarest, Romania), Zincheria B&B di Montereale Valcellina (Pordenone) e infine l’azienda di trasporti DMW Logistic Srl (Rosà, Vicenza).

 

SCHEDA BORDIGNON GROUP

La storia del Bordignon Group inizia nel 1972 a Rosà, nel Vicentino. In quel periodo venne fondata la Zincheria Valbrenta, nello stesso comune dove oggi c’è l’headquarter delle cinque aziende del gruppo. La sede si estende su un’area di 55.000 metri quadri, con 12.000 metri quadrati di superficie coperta. Nel 1993 il gruppo acquisisce la Zincheria SECA di Ala, in provincia di Trento, un’azienda attiva dal 1980. Nel 2005 viene fondata la DMW Logistic Srl, una società di trasporti dedicata alle attività aziendali del Gruppo. Nel 2012 è stata la volta della Zincheria SA a Bucarest, in Romania, dove il nuovo stabilimento occupa un’area di 25.000 metri quadrati, di cui 5.200 sono dedicati alla linea di produzione. Infine, nel 2020 è stata acquisita la Zincheria B&B, un’azienda nata nel 1983 a Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone, con uno sviluppo su un’area di 150.000 metri quadrati, di cui 7.000 sono completamenti coperti. Grazie all’ultima acquisizione, Bordignon Group ha una capacità produttiva, nei quattro impianti, di 14 mila tonnellate al mese di acciaio zincato a caldo, per un totale di 105 mila all’anno. Oggi il gruppo vanta una rete commerciale che copre tutta l’Europa centro-orientale. In tutto, occupa 300 persone: 95 alla Zincheria Valbrenta (Rosà, Vicenza), 75 alla Zincheria Seca (Ala, Trento), 45 alla Zincheria SA (Bucarest, Romania), 80 alla Zincheria B&B di Montereale Valcellina (Pordenone) e 10 alla DMW Logistic Srl (Rosà, Vicenza). Il gruppo è noto soprattutto per la propria sede madre, quella nel Vicentino, dove è operativo l’impianto di zincatura più grande d’Europa, con una portata di 30 tonnellate di peso, capace di contenere il peso di quattro Boeing 747. La vasca dei record misura 16,5 metri in lunghezza, 2,8 in larghezza e 3,4 in profondità e può contenere fino a 1.119 tonnellate di zinco fuso. 

 

SCHEDA LA ZINCATURA VICENTINA ALLO STADIO DI BUDAPEST Il National Athletics Centre di Budapest, il nuovo stadio che ospiterà i Mondiali di atletica leggera, ha una doppia anima vicentina. La copertura è stata realizzata dalla ditta Lanaro di Breganze e la zincatura da Bordignon Group, con headquarter a Rosà. La copertura con cui lo stadio è realizzato è una tensostruttura ricoperta da una membrana in fibra di vetro PTFE, in grado di proteggere gli spettatori dalle varie condizioni atmosferiche. La sua struttura è concepita secondo il principio della ruota a raggi della bicicletta. Seguendo questo schema, un certo numero di funi disposte in simmetria radiale sulla forma circolare dello stadio, dette Radial Upper e Radial Lower (che sono i raggi della ruota), collegano l’anello di compressione tubolare di acciaio esterno, il Compression ring (il cerchione della ruota) con due anelli di tensione interni. L’anello di tensione superiore e l’anello di tensione inferiore detti appunto Upper and Lower Tension Ring, sono tenuti separati da una serie supporti detti Flying masts (insieme che forma il mozzo della ruota). Per fornire la rigidità necessaria, inoltre, i cavi Radial con funzione rispettivamente di cavo portante, quello inferiore, e di cavo stabilizzante, quello superiore, sono tenuti separati da una serie di puntoni di acciaio, mentre per garantire la forma ed il tensionamento della membrana di copertura, necessaria per resistere ai relativi carichi esterni e metereologici, vengono posti tra i radial degli archi secondari di acciaio. L’efficienza di questi schemi strutturali deriva dal fatto che tutti gli elementi lavorano principalmente in tensione/compressione, poiché il tetto fa affidamento sulla rigidità geometrica per resistere ai carichi permanenti più ai carichi variabili applicati esternamente. L’utilizzo di funi in acciaio ad alto rendimento inoltre, ne riduce ulteriormente il peso complessivo. Questo complesso sistema di funi, assieme alla struttura portante esterna del compression ring, dei flying masts, dei puntoni e degli archi, tutti elementi realizzati con profili tubolari a sezione circolare di acciaio zincato a caldo e verniciato, necessita di particolari connettori per potersi collegare e lavorare tra loro, solitamente ottenuti da fusioni specifiche di acciaio, castings. In questo stadio, questi particolari connettori sono stati studiati ed ingegnerizzati per poter essere ricavati da laminati elettrosaldati, soluzione innovativa capace di ridurne l’impatto sui costi e sui tempi di fornitura. L’industrializzazione di questi connettori, quindi, poteva contare su lamiere commerciali di acciaio alto resistenziale in pronta consegna, costruiti e saldati secondo progetto esecutivo e lavorati poi meccanicamente per garantirne le specifiche tolleranze geometriche, infine protetti dalla corrosione tramite trattamento di zincatura a caldo. Presenti nel progetto differenti tipologie e grandezze di connettori, dai radiali, connettori di circa 170 kg che collegano le funi radiali superiori (Radial Upper) ai puntoni e agli archi secondari, ai connettori dell’anello di tensionamento inferiore (Lower Tension Ring), elementi di 5 tonnellate ottenuti dall’unione a piena penetrazione di lamiere fino ai 150 mm di spessore.

PADOVALAND, IL PARCO ACQUATICO DOG FRIENDLY D’ITALIA (COI CHIRINGUITI PER I PADRONI)

Un’area recintata per ogni famigliola col suo pelosetto, ma anche zone relax al ritmo di mojito e americani. Nel torrido caldo di questi giorni è boom di presenze alle piscine padovane che nascono vicino ad un lago da 30 mila metri quadri

 

Le novità per Padovaland quest’anno sono due. La prima è la scelta green di risparmiare sui consumi d’acqua grazie al rifacimento degli impianti secondo la logica di “nessuna goccia vada sprecata”. La seconda è stata la decisione dell’azienda di abbellire e ristrutturare i vari chiringuiti che puntellano gli spazi verdi dell’area piscine, ampliando l’offerta di cocktail e modificando i listini per permettere agli adulti un soggiorno sempre più trendy: adesso l’offerta comprende i più rinomati cocktail internazionali con un servizio gestito da bar tender professionali.

È l’ingrediente che mancava ad un parco acquatico che già lo scorso anno aveva attirato l’attenzione nazionale per essere il primo ad aver adottato delle politiche dog friendly grazie ad una nuova attrazione che ha fatto impazzire gli amanti degli amici a quattro zampe: la “Dog Area”. Questa innovativa zona, dedicata agli amici pelosetti, si è rivelata una delle attrattive più gettonate in queste prime settimane di apertura estiva.

La “Dog Area” non è una semplice area sgambamento, ma si compone di box privati e recintati, divisi uno dall’altro, ciascuno con una superficie di 16 metri quadri, come una piccola stanza. Spazi amati dalle famiglie, che vanno regolarmente sold out nei fine settimana, integrati in una zona fronte lago dove decine di ombrelloni creano uno spazio fresco dove rilassarsi senza perdere di vista il proprio pelosetto. 

All’interno di ogni box, gli ospiti trovano due sdraio per gli adulti, un ombrellone, uno sdradietto per l’amico peloso, due ciotole e una doccetta ad uso esclusivo. Queste aree private possono essere prenotate per l’intera giornata e si trovano in riva al suggestivo lago naturale di 30.000 metri quadri di Padovaland, dove i cani possono fare il bagno se lo desiderano. L’idea di creare queste aree private è stata ispirata dalla moglie di Johnny Pozzi, titolare di Padovaland, che non si separa mai dal suo amato cagnolino. 

“La stagione estiva è ormai entrata nel vivo”, spiega Pozzi. “Dopo un giugno fresco, il caldo di questi giorni sta portando i padovani e i residenti nelle province limitrofe al nostro parco per trovare un po’ di sollievo. Il restyling delle attrazioni e delle aree di balneazione ha ricevuto un’accoglienza entusiasta da parte dei visitatori. Durante i fine settimana, il parco è completamente esaurito, con numerose famiglie che si godono le attrazioni offerte. Segnaliamo poi che abbiamo sempre più richieste da parte di tour operator stranieri che inseriscono un giorno di fresco da noi all’interno dei programmi per visitare Padova e le splendide città venete limitrofe”.

I 50.000 metri quadrati del parco acquatico di Padovaland ospitano oltre 20 scivoli, la piscina ad onde più grande d’Italia e molte altre attrazioni e divertimenti. Durante il restyling, gli scivoli sono stati completamente rinnovati, sono stati installati ombrelloni in paglia al posto di quelli in tela e sono state ammodernate le aree destinate agli ospiti. Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito www.parcopadovaland.it.

 

Approfondimento su Padovaland

Nel 1989 Enrico Pozzi fondò Padovaland, uno dei primi parchi acquatici in Italia, che attualmente è gestito da suo figlio Johnny. All’epoca, il parco rappresentava una novità assoluta, tanto che gli scivoli e le attrazioni vennero importati dalla Spagna, poiché in Italia non venivano ancora realizzati. Nel corso degli anni, il parco si è ingrandito ed è diventato un moderno parco acquatico di 50.000 metri quadri, con un grande lago al centro e numerose attrazioni. Di recente, molte delle aree riservate agli ospiti sono state ristrutturate e gli scivoli sono stati ridipinti. All’interno del parco si trovano cinque grandi strutture scivolanti per adulti, tra cui il kamikaze (dal quale si può scivolare verso l’acqua), la Treccia (la discesa più veloce del parco, composta da quattro tubi completamente chiusi che si intrecciano), la “Pista Blanda” (uno scivolo con 4 corsie affiancate, ideale per sfidare gli amici) e il “Twin Slide” (due semplici tubi neri per una veloce scivolata al buio, dedicata ai più piccoli). Oltre agli scivoli, ci sono molte altre attrazioni, come i gommoni con cui è possibile interagire durante la discesa, il pallone con corde per arrampicarsi su una grande palla gonfiabile mentre l’acqua cade dall’alto, la piscina con onde artificiali più grande d’Italia, gli idromassaggi per momenti di relax. La zona acquatica per i bambini più piccoli è particolarmente apprezzata, con una piscina dedicata che parte da zero e arriva a una profondità di 70 centimetri, dotata di un castello con arrampicate, tre scivoli, un fungo con acqua dall’alto e la mini pista blanda e il mini toboga. Padovaland ha inoltre stretto importanti partnership, come quella con Aliper, che offre ai clienti la possibilità di ottenere ingressi agevolati o gratuiti mediante la raccolta di punti spesa presso i 90 punti vendita del marchio. Un’altra partnership significativa è quella con Radio Padova, che trasmette in diretta dal parco e regala ingressi omaggio agli ascoltatori. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai protocolli di sicurezza, con regolari interventi di manutenzione su tutte le attrazioni e gli scivoli, senza dimenticare l’attenzione al green con scelte strategiche per il riciclo e il risparmio idrico. Sono state inoltre adottate misure di sanificazione continua per garantire un ambiente igienico, compresa la pulizia dei servizi igienici, delle aree comuni, delle sdraio, delle attrezzature, delle attrazioni e delle zone food & beverage.

RESHORING NEL FASHION, CRESCONO I DUE HUB DI BRACCHI

Logistica per la moda, boom di lavorazioni nelle due sedi di Verona e Padova: qui Bracchi movimenta (e stira) milioni di capi di abbigliamento delle grandi griffe. Il ceo, Umberto Ferretti: “Il trend: le aziende della moda tornano in Italia confermando l’inversione di tendenza dall’era della delocalizzazione”. La strategia dei nuovi investimenti

 

Bracchi, la multinazionale della logistica con headquarters nel Bergamasco, sta crescendo nel settore del fashion sull’onda di un nuovo fenomeno, quello del reshoring. Oggi il dipartimento Fashion di Bracchi lavora con le più note eccellenze Italiane, collezioni che devono essere tutelate dalla sicurezza alla qualità, fino alla segretezza e alla tutela della creatività. Allo stesso tempo, il modello di logistica in outsourcing che Bracchi propone garantisce indipendenza e fornisce un servizio sartoriale, capace di seguire la stagione della moda e le sue esigenze dalla fase iniziale di stiro e ricondizionamento fino alla consegna nei singoli retail a livello europeo. 

Due sono i poli fashion di Bracchi, uno nel Vicentino e uno nel Padovano. 

“La storia di Bracchi nel mondo della logistica fashion è molto lunga, vantiamo trent’anni di esperienza nella gestione delle spedizioni per i top player della moda made in Italy”, spiega il direttore della business unit, Matteo Vaccari. “Negli ultimi anni ci siamo concentrati sullo sviluppo dei servizi collegati alla logistica fashion, un settore storicamente molto difficile per la stagionalità e la manualità necessaria: solo poche aziende riescono a realizzarlo. Un’azienda di moda oggi deve concentrarsi sul suo core business ed affidarsi ai professionisti nel fornire servizi, perché la logistica è una continua ricerca di moderne soluzioni per la gestione di prodotti che hanno esigenze complesse”.

La struttura di Bracchi a Tombolo (nel Padovano) è specializzata nelle attività di stiro, controllo qualità e ricondizionamento. Le attività principali vanno dallo stiro in tutte le sue forme: ferro, manichino, topper e tunnel; il controllo qualità è realizzato a mano. A Tombolo l’azienda ha deciso di investire sempre più in attrezzature all’avanguardia per lo stiro industriale. Così, oggi lo stabilimento ha capacità di gestire oltre 30.000 capi al giorno su un’area di oltre 10.000 metri quadri. L’hub fashion di Bracchi nel corso del 2023 stirerà oltre due milioni di capi. Ma complessivamente i numeri sono maggiori, tra controllo di qualità e logistica siamo a circa 5,5 milioni di capi all’anno. Nei primi cinque mesi del 2023 l’hub di Tombolo ha registrato una crescita dei volumi del 115% sull’anno precedente.

Tecnologia al centro dell’interesse anche del polo logistico Oppeano, in provincia di Verona, dedicato al mondo del fashion e dell’arredo, con specifiche attività rivolte al mondo dell’e-commerce. I numeri sono imponenti: si tratta di oltre 12 milioni di pezzi lavorati e oltre quarantamila referenze gestite.  Su 25.000 metri quadri Bracchi gestisce la logistica integrata di importanti marchi del design made in Italy, qui vi lavorano circa sessanta persone. I tempi di consegna sono ridotti al minimo per rispettare la logica del “just in time” dei negozi, Bracchi li rifornisce a livello europeo. Qui peraltro Bracchi ha installato un innovativo sistema automatico ed elettronico di “pallet scan” per velocizzare le operazioni di misurazione dei colli.

Va precisato che il motivo della crescita di Bracchi nel settore del fashion è da cercarsi in un fenomeno che sta esplodendo in questi mesi, quello del reshoring. A spingere le realtà del tessile abbigliamento verso soluzioni a chilometro zero non è soltanto un problema di costi quanto un’opportunità per consolidare la propria reputazione anche in campo ambientale: la gestione “locale” infatti è vista con sempre maggiore interesse dai consumatori. Ma non solo, sta nascendo il cosiddetto “friend-shoring”, cioè la priorità etica di intessere relazioni di business più forti con Paesi dei quali si ha più fiducia. 

“Molte griffe stanno riportando la produzione in Italia, molte tra quelle più celebri a livello internazionale hanno attivato produzioni in Veneto, dove nel frattempo gli artigiani specializzati nelle lavorazioni conto-terzisti hanno perso la capacità produttiva di qualche anno fa”, conclude l’amministratore delegato di Bracchi, Umberto Ferretti. “Per questo abbiamo deciso di investire nei macchinari di stiratura industriale, ma anche nei relativi impianti di aspirazione: siamo convinti che il mondo della logistica fashion sia ad una svolta epocale, è iniziata l’era del reshoring in tutte le attività di controllo qualità, stiro, imbusto e ricondizionamento dei capi portando a richieste di lavorazioni mai viste prima. Si tratta di attività con necessità di competenze molto elevate che nel corso degli ultimi 20 anni in Italia sono state via via disperse ma che siamo riusciti a recuperare con percorsi di formazione molto stringenti”.

 

SCHEDA AZIENDALE – BRACCHI

Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Negli anni ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi, con l’ampliamento del proprio network logistico e i primi investimenti nel trasporto marittimo e aereo, in Europa e nel mondo. L’espansione della propria flotta mezzi ed i progetti di logistica integrata e in outsourcing hanno permesso all’azienda di imporsi in settori di nicchia altamente strategici, in cui è leader europeo da oltre 40 anni. All’headquarter di Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo), dove vengono coordinate tutte le operazioni a livello nazionale ed europeo, si sono presto aggiunte le filiali estere di Bracchi con sede a Lublin in Polonia, Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa, e di Ettenheim in Germania: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Nel 2020 è la volta di Peterlini, azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate. Grazie a queste acquisizioni Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e aree geografiche, operando nei settori industriale, agricolo, ascensoristico, della cosmesi, fashion, food & beverage, e-commerce e retail. Oggi Bracchi lavora su dodici poli logistici e sette filiali regionali per un totale di 350.000 metri quadri di magazzini complessivi, gli occupati sono circa 650 presenti nei diversi stabilimenti, il 35% è donna. Nel 2022 il gruppo ha chiuso con vendite sopra i 189 milioni di euro, in crescita del 19% sul 2021. Per ulteriori informazioni: www.bracchi.it. L’amministratore delegato dal 2020 è Umberto Ferretti. 

 

NOSTALGIA CANAGLIA, MANTOVA CAPITALE ITALIANA DEGLI ANNI NOVANTA PER UNA NOTTE

Jurassic Park e Baywatch, ma anche Mario Bros e i pacchetti delle gommose Morositas il prossimo 7 luglio nel meraviglioso parco con lago appena fuori Mantova. “90 Wonderland”  farà ballare due generazioni con le hit anni Novanta, dai Rem ai The Chemical Brothers. Ingresso gratuito al Chiringuito club 

Un’oasi alle porte di Mantova. Cinquantamila metri quadri immersi nella natura, un laghetto da seimila metri quadri e al centro una Isla Bonita di divertimento. Ma anche tre cocktail bar e sale da ballo dove le notti diventano indimenticabili. Siamo a Mantova, al Chinguito Club, che il prossimo 7 luglio si trasformerà in un tempio degli anni ’90. 

La suggestiva location lombarda ospiterà il format “90 Wonderland” che sta facendo rivivere con gioiosa nostalgia la storica decade ai fan dell’evento itinerante “Oh Yes Summer Tour 2023”, format che si celebrerà in una quarantina tra piazze e discoteche di tutta Italia ed è destinato a far ballare circa duecentomila persone questa estate. Un format nostalgico, capace di unire due diverse generazioni che per una notte vogliono rievocare una decade storica. L’ingresso è gratuito.

Il prossimo 7 luglio l’atmosfera sarà dominata dal format iconico per gli amanti degli anni dei Nirvana e del primo Jovanotti. Sul palco ci saranno figuranti come Spider Man e Mario Bros accompagnati da scenografie, come quella per Jurassic Park, ma anche la presenza di ballerine in stile “BayWatch”, il format televisivo Stranamore per chi cerca l’anima gemella e giganteschi pacchetti di chewing gum Brooklyn (ma anche le gommose Morositas) accompagnati dalle Wonder girls. Alla consolle, tutte le hit pop, rock e dance mixate, brani indimenticabili da cantare a squarciagola e i singoli che hanno scalato le classifiche di un decennio glorioso. A completare lo show una serie di effetti speciali e una super video sigla: un’ondata di musica e spettacolo, una festa ricca di animazione, dj, ballerini, personaggi iconografici, gadget, effetti speciali e video show. 

Anche per questo il 90 Wonderland è il più grande party show anni Novanta d’Italia, un format che quest’anno compie 15 anni. La direzione del team di lavoro è curata da Willy Bergamin, 43enne direttore artistico di Padova, Francesco Ciconte, 37enne product manager calabrese trapiantato nel Vicentino, e Davide Menegazzo, 40enne manager gestionale di Vicenza. La loro passione – e la loro comune età – li hanno fatto ideare il format ancora nel 2008. Nel corso degli anni sono riusciti ad organizzare quasi 400 eventi, in media una ventina ad ogni stagione con picchi di una settantina all’anno in tutta Italia prima del periodo del Covid (record che dovrebbe venir migliorato quest’anno). Va precisato che il team organizzativo dei tre propone anche altri due format, uno dedicato agli anni Duemila (il Duemila Wonderland) e l’altro è il fratello minore del decennio precedente, il “It’s 90 Time – Il party anni 90”. Una macchina da divertimento senza pari, capace di gestire circa 150 serate nel corso dell’anno. 

Ma adesso il loro pensiero è tutto concentrato sul nuovo tour, che hanno deciso di ribattezzare “Oh Yes Summer Tour”. “Torniamo a farvi divertire senza inibizioni in tutta Italia con il ciclo di eventi più fresco e positivo di sempre”, conclude Francesco Ciconte, product manager dell’evento. “Il nome del nostro tour di quest’anno nasce dalle emozioni che proviamo quando saliamo sul palco e vediamo il nostro pubblico ballare e divertirsi. Questa è la nostra ispirazione e la nostra motivazione per cercare di creare ogni volta qualcosa di originale e autentico. Continueremo a lavorare duramente per mantenere vivo questo ideale, siamo orgogliosi di far vivere l’unica festa incredibilmente contemporanea che ci riporta in un passato che vorremmo rivivere ogni giorno”.

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

LE HIT CHE SI BALLERANNO Durante il format di “90 Wonderland” si suoneranno  le più belle hit pop, rock e dance anni 90 mixate a raffica,  brani indimenticabili da cantare e i singoli che hanno scalato le classifiche dal 1990 al 2000. Eccone alcune: Green Day Basket Case // Corona The Rhythm Of The Night // Snap Rhythm Is A Dancer // Ice Mc Think About The Way //La Bouche Sweet Dreams // Spin Doctors Two Princes // Datura Yerba Del Diablo // Alexia The Summer Is Crazy// Haddaway What Is Love // Eiffel 65 Blue // Gigi D’agostino L’ Amour Toujours // Vengaboys Boom, Boom, Boom, Boom!! // The Soundlovers Surrender // Aqua Barbie Girl // 883 Hanno Ucciso L’uomo Ragno // The Prodigy Firestarter // Lunapop 50 Special // Captain Hollywood More And More // Mabel Bum Bum // Prezioso & Marvin Tell Me Why // Da Blitz Let Me Be // Dr. Alban It’s My Life // Kim Lukas Let It Be The Night // Robert Miles Children // Take That Back For Good // Red Hot Chili Peppers Californication // Britney Spears Crazy // Gun’s N’ Roses Knockin On Heaven’s Door Ace Of Base All That She Wants // Usura Open Your Mind // Spice Girls Wannabe // Backstreet Boys I Want It That Way // Blur Song 2 // R.E.M. Losing My Religion // Neja Restless // The Chemical Brothers Hey Boy Hey Girl // Modo Einszwei Polizei // Nirvana Smells Like Teen Spirit.

TICKETSMS SCEGLIE “CHE FATICA LA VITA DA BOMBER” COME PARTNER DIGITALE

Il portale per la vendita paperless dei biglietti per i grandi eventi sposa la community ironica sul calcio tra le più prestigiose d’Italia, fondata da Emanuele Stivala e Fabio Tocco. Nell’accordo la creazione di contenuti digitali. La prima iniziativa: la presenza all’evento Italia Loves Romagna

 

Da una maglietta a milioni di follower, la storia di “Che Fatica La Vita Da Bomber” è una delle più entusiasmanti del mondo dei social nel calcio. Due amici avevano deciso di vendere una t-shirt, a poco a poco sono diventati degli influencer capaci di muovere milioni di persone sui social, supportati dai volti noti che ormai considerano un “must” indossare il logo di CFVB.

 

La storia di TicketSms è invece più tecnologica, nasce da una start up che ha il sogno di rendere completamente paperless il mondo del ticketing, fornendo biglietti e accessi solo via sms. Un progetto che è nato nel mondo del clubbing e che ora si sta estendendo a tutti i settori, dai grandi eventi alle fiere e che ha già coinvolto milioni di persone.

 

Tra le due aziende è nato un feeling, collegato anche al fatto che recentemente TicketSms ha ottenuto la certificazione per vendere i biglietti della Serie A. Ne è nata una collaborazione che ha come obiettivo quello di mettere in contatto le due community dei fruitori dei concerti e degli amanti dell’ironia nel mondo del pallone, per aumentare scambievolmente la notorietà dei due brand.

 

“Siamo orgogliosi di aver scelto Che Fatica La Vita Da Bomber come partner digitale”, dichiara Andrea Vitali, ceo di TicketSms. “L’obiettivo dell’accordo è quello di creare contenuti personalizzati e in collaborazione e per regalare alle rispettive community numerose sorprese ed iniziative. TicketSms è il punto di riferimento per la vendita on line dei biglietti in modo green ed ecologico, siamo certi che il sodalizio con CFVB sarà un modo stupendo per estendere i nostri valori aziendali anche nelle community di amanti del calcio”.

 

“L’incontro con Andrea Vitali è stato decisivo per dare il via ad una collaborazione a lungo termine”, dichiara Emanuele Stivala, uno dei due founder di Che Fatica La Vita Da Bomber. “Con le nostre aziende parliamo alla stessa tipologia di pubblico, offrendo a loro contenuti e servizi diversi ma che uniti e condivisi presentano le caratteristiche per essere una ricetta vincente”.

 

“Il mondo di CFVB non parla solo di calcio ma grazie alle altre undici community verticali raggiunge gli appassionati di qualsiasi sport”, sottolinea Fabio Tocco, cofounder di CFVB. “Questo sarà a mio avviso un altro tassello importante in questa collaborazione”. 

 

La relazione tra le due realtà decollerà con un evento unico nel suo genere, capace di unire solidarietà e grande musica: Italia Loves Romagna, concerto che si celebrerà il prossimo 24 giugno all’Arena di Reggio Emilia (Campovolo), è il concertone per sostenere le popolazioni colpite dall’alluvione. Per l’occasione, ci saranno due inviati speciali della community CFVB a raccontare l’esperienza live grazie a TicketSms. Sul palco ci saranno Blanco, Elisa, Elodie, Emma, Giorgia Luciano Ligabue, Madame, Fiorella Mannoia Gianni Morandi, Negramaro, Laura Pausini Max Pezzali, Salmo, Tananai e Zucchero.

 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

LA STORIA DI TICKETSMS TicketSms è una piattaforma di ticketing digitale nata a Bologna nel 2018. In cinque anni è diventata il punto di riferimento per organizzatori e clienti nel mondo degli eventi musicali: più di mille locali e discoteche convenzionate, quasi quarantamila gli operatori del mondo delle pubbliche relazioni e i promoter registrati. Fino al 2022, sono stati più di diecimila gli eventi a cui hanno partecipato milioni di persone. TicketSms ha reinventato il modo di organizzare gli eventi eliminando la carta e innovando con prodotti di alta tecnologia, garantendo l’ingresso a concerti, club, discoteche, mostre, eventi culturali in modo veloce e semplice. La piattaforma, certificata da Siae e Agenzia delle Entrate, si può utilizzare anche per accedere a stadi di Serie A, B nazionali e internazionali. TicketSms lavora anche fuori dall’Italia, promuovendo eventi all’estero: con l’ultimo upgrade, la piattaforma è disponibile in sette lingue e si è aperta ai mercati esteri con la multivaluta . Il biglietto è smart, digital e paperless e consiste in un semplice QR Code inviato sul cellulare attraverso sms certificati, utilizzabili anche in assenza di rete. Oggi TicketSms è il primo operatore italiano ad aver recepito la normativa sul secondary ticketing in modo totalmente favorevole per gli utenti: chi decide di vendere il biglietto perché non può più assistere all’happening può farlo sulla stessa piattaforma dove l’ha acquistato. Oggi TicketSms ha una trentina di dipendenti. Oltre all’headquarter in un magnifico palazzo storico del centro di Bologna, ha anche aperto nel 2022 una sede di rappresentanza commerciale a Milano. Alla guida ci sono i due founder, Andrea Vitali (originario di Fermo) e Omar Riahi (di Catania). Informazioni su www.ticketsms.it.

 

 

CHE FATICA LA VITA DA BOMBER  Che Fatica La Vita Da Bomber è la community del mondo dello sport: news, rubriche, format interattivi, curiosità, meme, aneddoti, risultati, dirette e video. Un canale di comunicazione multiforme in grado di miscelare informazione e curiosità. Un punto di riferimento per intere generazioni. Uno stile di vita condiviso sia dai fans che dagli stessi atleti. Il mondo di Che Fatica La Vita Da Bomber conta oltre 3,5 milioni di followers; 30 milioni di impression settimanali; 220 milioni di persone raggiunte all’anno.

ELCO È DISTRIBUTORE ITALIANO DI ATAG

Sistemi di controllo, pompe di calore e caldaie ATAG saranno integrati nella rete vendita diretta di ELCO. Sinergia sui centri assistenza: ora gli utenti potranno contare su una Rete Service ancora più capillare. Presentato anche il nuovo sito aziendale, www.elcoitalia.it

 

ATAG dal 2014 è un brand parte della galassia del Gruppo Ariston e rappresenta insieme ad ELCO uno dei marchi di eccellenza nel riscaldamento commerciale e domestico. Il 2023 segna una svolta storica, da gennaio infatti ELCO Italia Spa è il distributore in esclusiva dei prodotti ATAG. L’annuncio ufficiale è stato fatto recentemente, in concomitanza alla presentazione del nuovo sito aziendale di Elco, www.elcoitalia.it ed il nuovo sito Atag www.atagheating.it.

“ATAG è da sempre alla ricerca di soluzioni all’avanguardia nel campo delle tecnologie energetiche”, dichiarano dalle due aziende annunciando l’accordo. “Grazie alla nostra competenza nelle caldaie ad alta efficienza, ATAG ha sviluppato una gamma di prodotti all’avanguardia in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi cliente. Per questo avvalerci a livello nazionale della distribuzione in esclusiva di ELCO Italia Spa garantisce un approccio destinato a migliorare il rapporto con la nostra clientela: sapremo essere più capillari nel proporre caldaie, pompe di calore e sistemi di controllo, ma anche nei servizi di assistenza rivolti alla clientela.

Per ELCO, dunque, sarà una nuova opportunità di crescita all’interno del Gruppo Ariston, che  oggi vale 2,4 miliardi di euro di fatturato (dato 2022), occupa oltre diecimila persone con uffici di rappresentanza in 43 paesi. L’operatività è distribuita su 31 siti industriali e 30 centri di competenza di ricerca a sviluppo.

“La sinergia tra ELCO e ATAG garantirà un miglioramento del servizio per il brand amato da architetti e installatori professionisti, che lo scelgono quando si tratta di portare l’eccellenza nelle case degli italiani”, precisano ancora dall’azienda. “A seguito dell’accordo commerciale, i centri di assistenza delle due aziende potranno garantire una sinergia che offrirà un servizio più performante per tutti i clienti che possono chiedere ricambi o servizi di controllo”.

ATAG sarà così sempre sinonimo di una gamma di prodotti altamente affidabile e performante. Con le sue pompe di calore ad alta efficienza, ATAG permette di avere un sistema di riscaldamento, produzione d’acqua calda e raffrescamento sempre più green grazie alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di anidride carbonica. Le caldaie murali di ATAG per uso commerciale possono raggiungere una potenza di 960 kW con l’installazione di fino ad otto caldaie a cascata.

Infine, l’ultima novità è ATAG One, sistema di controllo remoto che permette di gestire l’abitazione da tablet, desktop o smartphone. I sistemi di controllo ATAG permettono infatti di impostare la temperatura ambiente in modo facile e remoto, con soluzioni adatte sia per uso domestico individuale che per impianti multipli con comandi di zona.