IL CONVEGNO A TREVISO. MI ILLUMINO D’INGEGNO. QUALE FUTURO PER L’INGEGNERE DEL XXI SECOLO?

Il 6 dicembre convegno nella sala comunale di Palazzo dei Trecento di Treviso. Saranno presenti Eva Gatto, Presidente dell’Ordine degli ingegneri di Treviso , Bruno Barel, Paola Carron, Fabrizio Dughiero, Paolo Feltrin, Angelo Domenico Perrini, Andrea Rinaldo, e monsignor Michele Tomasi

 

 A chiusura delle celebrazioni per il centenario d’istituzione dell’Ordine degli Ingegneri, mercoledì 6 dicembre, dalle 15.30 alle 18.00, si svolge il convegno “Mi illumino d’ingegno. Quale futuro per l’ingegnere del XXI secolo?”, nella sala comunale di Palazzo dei Trecento di Treviso.

I saluti istituzionali porteranno la firma dell’ing. Eva Gatto, presidente dell’Ordine. Parteciperanno alla tavola rotonda il prof. avv. Bruno Barel, BM&A Studio Legale Associato, Paola Carron, Vicepresidente Confindustria Veneto Est e Presidente Ance Treviso, il prof. ing. Fabrizio Dughiero, Prodirettore al Trasferimento Tecnologico Università di Padova, il prof. Paolo Feltrin, Politologo, l’ing. Angelo Domenico Perrini, Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri, il prof. ing. Andrea Rinaldo, vincitore del Stockholm Water Prize Premio Nobel dell’acqua 2023, Università di Padova e Sua Eccellenza monsignor Michele Tomasi, Vescovo di Treviso. Modererà l’incontro la giornalista di Rai 3 Maura Bertanzon. Durante l’evento verrà ricordata Giulia Cecchettin.

Nel corso della giornata, il presidente Cni ing. Angelo Domenico Perrini proporrà una “fotografia” del presente parlando di quanti e quali  sono gli ingegneri oggi, di quali sono le tendenze settoriali, affronterà anche il tema dell’estensione dell’obbligo dell’iscrizione e della complessità della progettazione. 

Paola Carron, vicepresidente di Confindustria Veneto Est e presidente di Ance, parlerà di digitalizzazione e sostenibilità come parole chiave trasversali nell’edilizia. Farà focus sulla digitalizzazione nella progettazione quale attività fondamentale proprio per misurare la sostenibilità e porre obiettivi di miglioramento, quale ad esempio il calcolo  dell’anidride carbonica consumata, la scelta dei materiali, il consumo di suolo, il rispetto dell’ambiente, il riuso e la ristrutturazione..

Il prof. ing. Andrea Rinaldo, recentemente insignito del prestigioso riconoscimento Stockholm Water Prize, porrà il focus su quale sarà l’atteggiamento e il ruolo degli ingegneri di oggi e domani per costruire ancora rispetto alle sfide climatiche e ambientali, e al rapporto tra ambiente naturale e ambiente costruito.

Il prof. Paolo Feltrin, politologo, partendo dal dato che l’Italia è il paese con il più basso numero di laureati in Europa, analizzerà anche gli effetti derivanti dalla crisi demografica, discuterà del fatto che la libera professione non è più attrattiva e degli effetti della digitalizzazione sugli studi professionali. 

Il Vescovo di Treviso, Monsignor Michele Tomasi, tratterà dell’etica nella professione e del ruolo sociale degli ingegneri che operano per realizzare strutture  e servizi che poi servono alla collettività.

Quindi il prof. avv. Bruno Barel, che ragionerà attorno alla progettazione come sistema complesso, a quali saranno i  nuovi ruoli (non solo per gli ingegneri) nel mondo che cambia, alla necessità di essere interdisciplinari in un mondo che chiede la iper-specializzazione.

Infine il prof. ing. Fabrizio Dughiero, prorettore al trasferimento tecnologico Unipd, proporrà un’analisi sui trend tecnologici presenti, sulla necessità di coniugare competenze specialistiche con creatività e di avere trans-disciplinarietà tra ambito scientifico-tecnologico e umanistico.

A ricordo dell’intera manifestazione, il giorno del convegno verrà consegnato una raccolta degli eventi dedicati al centenario. La partecipazione è gratuita. Per aderire all’evento si prega di scrivere a: segreteria@ingegneritreviso.it. Per maggiori informazioni si prega di contattare la segreteria dell’Ordine. Tel. 0422 583665.

 

NASCE UNEXPECTED ITALY, IL PORTALE CHE RACCONTA L’ITALIA “INASPETTATA”

Una “Lonely Planet” di itinerari inaspettati per chi vuole vivere l’Italia come fosse un residente. La Ceo della start up, Elisabetta Faggiana. “Viaggeremo l’Italia per cinque anni per scegliere le eccellenze più autentiche del nostro territorio: non vogliamo masse di turisti, solo quelli che sposano il nostro manifesto”. Le strutture incasseranno il 100% dagli ospiti, ecco le prime scelte

Immaginate una coppia nella vita, che ha fatto del viaggiare la più importante bussola esistenziale. Si sono conosciuti a Londra, dove hanno fatto partire un progetto di turismo responsabile, Unexpected London. Poi sono arrivate la Brexit e il Covid e hanno deciso di tornare in Italia. Nasce così “Unexpected Italy”, un progetto traveltech che ha come obiettivo offrire un’esperienza turistica che impatti positivamente sul territorio e le comunità locali, facendo sentire “locali” i viaggiatori.

La founder è Elisabetta Faggiana. Classe 1982, originaria di Arzignano, nel Vicentino; mamma inglese. Prima di lanciare una startup per scoprire la Londra non turistica, lavora per importanti tour operator come Hotelplan, per poi passare  al mondo dei musical a Dubai al Broadway Entertainment Group e poi nella musica a Londra. A Londra Faggiana incontra Savio Losito, classe 1987, originario di Barletta, un mappatore seriale, oggi suo marito e co-fondatore di Unexpected Italy. Con lui nasce“Unexpected London”, esperienze urbane per piccoli gruppi alla scoperta della Londra più vera. La start up diventa celebre in mezza Europa, riceve premi e riconoscimenti sulla stampa internazionale, le richieste erano in perenne crescita. Poi arrivarono Brexit e Covid e Londra si fermò.

Ma non si è fermato lo spirito della coppia che usa il lockdown per pianificare la loro grande sfida: ampliare all’Italia il loro modo di fare turismo. A Bari hanno fondato la start up di tech-travel che si impegna a sviluppare il loro ecosistema di viaggio, che parte dalla promozione del territorio e dalla ricerca delle realtà indipendenti e autentiche. Per spiegare il quadro di valori dove operano, hanno scritto un manifesto, reperibile su www.unexpected-italy.com.

Il modello di business è molto lontano da Booking, Airbnb e da tutti i portali, che “risucchiano” fatturati agli operatori del turismo chiedendo percentuali enormi sulle camere vendute o sulle esperienze. Elisabetta e Savio sono i paladini della disintermediazione: la struttura, se scelta, deve solo pagare un fisso per essere presente sul portale e incassa il 100% della prenotazione. Ma per rimanerci deve garantire alti standard di autenticità, qualità e attenzione al cliente.

Alla fine, ne nascerà una sorta di “Lonely Planet” 3.0 geolocalizzata e altamente targetizzata, dove il viaggiatore in base alle proprie passioni, interessi e personalità avrà accesso ad itinerari digitali che permettono di organizzarsi il proprio viaggio personalizzato in pochi clic entrando in contatto diretto con posti unici e locali, impossibili da trovare sui classici canali turistici, Lonely Planet e Google inclusi. Sull’app presto saranno disponibili guide digitali di Roma, Matera, Palermo, Vicenza e buona parte della Puglia. Un’app alimentata dal sapere popolare, unico vero garante di qualità e autenticità, grazie ad una crescente rete di curatori locali appassionati e verificati, che permettono di mantenere l’app sempre aggiornata. Più i curatori contribuiscono più hanno accesso a benefit e voucher da usufruire nella rete Unexpected, tra hotel, ristoranti, botteghe artigiane e produttori locali.

“L’Italia inaspettata è tutta una questione di persone”, spiega Faggiana. “Crediamo in un turismo che rispetti l’ambiente, viaggi in piccoli gruppi e favorisca connessioni autentiche tra ospitanti e ospiti. Vogliamo mostrare le incredibili storie e i talenti degli artigiani, dei produttori e degli esperti locali che rendono l’Italia così unica ed inimitabile”.

Lei e Savio adesso sono dei nomadi digitali, si muovono facendo scouting del territorio tra boutique hotel e produttori locali, tra agricoltori e artigiani, ma anche attrattori culturali e ristoranti. Passano tre o quattro mesi in ogni regione italiana, le prossime mete dopo il Veneto saranno la Toscana e la Puglia. Il loro obiettivo è valutare nei prossimi 24 mesi circa duemila strutture in Italia, scegliendo solo quelle che rappresentano l’animo più autentico del nostro paese. Ma il progetto imporrà loro il nomadismo per almeno cinque anni, finché non avranno mappato tutta l’Italia. Fino ad oggi, sono state “timbrate” una cinquantina di strutture, l’obiettivo è arrivare a circa 500 nel prossimo anno. Qualche esempio? Hotel De Ricci a Roma, il primo urban boutique wine hotel al mondo. La scuola vicentina trasformata in bed and breakfast o ancora l’artigiano pugliese che trasforma gli scarti di lana in preziosi oggetti di moda e arredamento. 

“Il nostro focus è sul turismo responsabile e relazionale”, conclude Losito. “Il nostro obiettivo è creare esperienze che migliorino i luoghi che visitiamo senza distruggerli. Collaborando con aziende indipendenti e con le istituzioni locali, possiamo promuovere i valori dell’artigianato, della cucina stagionale e delle tradizioni locali, sconosciuti alla gran parte dei turisti che visitano il nostro paese”.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – IL MANIFESTO DI UNEXPECTED ITALY

0 Abbiamo una speranza incrollabile Che è possibile trasformare il turismo in una forza positiva, non solo per l’economia ma per l’ambiente, per le comunità locali e per la conservazione del nostro patrimonio culturale. Dipende da noi, come viaggiatori e operatori. Dobbiamo cambiare il modo in cui viaggiamo, quando viaggiamo e cosa facciamo quando viaggiamo per combattere l’overtourism e incoraggiare un turismo che sia positivo per la gente del posto, per l’ambiente e per i viaggiatori.

1 Ci crediamo davvero Per raggiungere questo obiettivo è necessario aumentare la consapevolezza sui danni creati dal turismo di massa e mettere in atto un sistema che aiuti i turisti a viaggiare in modo più responsabile, a interagire maggiormente con la gente del posto per esperienze più significative e personali.

2 In un modello sociale Che si basa sul contributo economico, sociale e ambientale alla vita locale, riteniamo che sia necessario costruire un nuovo modello turistico basato sulla stagionalità estesa, sul rispetto dell’ambiente e sul sostegno delle imprese di proprietà locale. Un modello che si basa su standard chiari sia per gli host che per i viaggiatori, affinché ci sia rispetto reciproco e desiderio di diventare una forza positiva per il pianeta.

3 Dalla parte delle imprese locali Sostenere l’agricoltura locale, la produzione artigianale e le tradizioni locali è fondamentale in ciò che facciamo. Lo facciamo raccontando le loro storie in modi significativo e personale e offrendo ai viaggiatori l’opportunità di provarle in prima persona attraverso esperienze uniche. La promozione della filiera corta ha un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni di CO2 (e di altri gas) nell’atmosfera, riducendo così l’effetto serra.

4 Aiutiamo le piccole imprese Con politiche sostenibili, evidenziando le scelte sostenibili che hanno già fatto (dall’uso di prodotti locali, al personale locale, al riciclaggio) e dando loro obiettivi annuali per incoraggiare la sostenibilità economica, ambientale e sociale.

5 Incoraggiamo il turismo lento Lentezza come modo di esplorare, sia in termini di mobilità che in termini di sperimentare le cose dall’interno e prendersi il tempo per comprenderle veramente. Andare in bicicletta, camminare, utilizzare veicoli non motorizzati ed ecologici sono le migliori opzioni per esplorare a livello locale; i treni e altri mezzi di trasporto pubblico a basse emissioni sono ideali per le distanze più lunghe.

6 Sosteniamo le cause locali Ogni viaggiatore dovrebbe essere considerato un “locale temporaneo”, con tutti i diritti e i doveri che ne derivano. La distribuzione dei profitti derivanti dal turismo dovrebbe contribuire in modo significativo al miglioramento delle condizioni di vita dell’intera popolazione locale. Per questo destiniamo parte dei nostri ricavi ad enti e associazioni locali che sostengono attivamente le piccole imprese, l’ambiente e aiutano a preservare le tradizioni e il patrimonio culturale locale (sia materiale che immateriale).

7 Incoraggiamo la collaborazione e il networking Siamo fermamente convinti che solo insieme possiamo cambiare lo status quo. Siamo qui per aiutare le imprese indipendenti di tutta Italia a collaborare tra loro e ad unirsi per creare progetti significativi che possano posizionare l’Italia come leader nel turismo responsabile.

8 Siamo sostenitori dei viaggi accessibili Ci sono ancora troppe barriere per viaggiare. Siamo forti sostenitori del diritto alla mobilità per tutti, garantendo così l’accessibilità a persone con bisogni specifici e aiutando le imprese locali ad essere accessibili sotto tutti i punti di vista.

9 Abbiamo a cuore le scelte che facciamo in termini energetici L’Italia è ricca di acqua corrente, vento che soffia e sole caldo. Queste sono le fonti su cui ci concentriamo, ma siamo sempre alla ricerca di un’innovazione tecnologica che vada nella direzione della sostenibilità ambientale. Lavoriamo con esperti nei settori che manterranno sempre noi e i nostri membri aggiornati sul modo più innovativo per essere sostenibili. Il nostro obiettivo è: energia da fonti pulite e rinnovabili in ogni ristorante, in ogni laboratorio, in ogni fabbrica, in ogni hotel… in ogni attività ricettiva coinvolta con Unexpected Italy.

10 Crediamo nella tecnologia e nel suo potere di cambiare i comportamenti dei consumatori Utilizziamoa la tecnologia e l’intelligenza artificiale per consentire agli host di rivolgersi ad un pubblico specifico durante tutto l’anno e incoraggiarli a sostenere attivamente le piccole imprese locali. Ciò aiuta a combattere l’overtourism e ad alleviare l’impatto del turismo sulle comunità locali, incoraggiando un rapporto più armonico e vantaggioso tra turisti e gente del posto.

FLOWER VIBES AL DECÓ: UNA NOTTE DI EMOZIONI TRA LIBERTÀ, PACE, AMORE E MUSICA

BASSANO DEL GRAPPA

SABATO 2 DICEMBRE, LO STORICO LOCALE DECÓ, COMPLETAMENTE RINNOVATO, SARÀ IL PALCOSCENICO DI UN EVENTO STRAORDINARIO:

FLOWER VIBES, UN VIAGGIO EMOZIONANTE NEL CUORE DEGLI ANNI ’60, ’70 E ’80.

 

DECÓ, CELEBRE PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA NIGHTLIFE, SI TRASFORMA PER UNA NOTTE IN UN TRIBUTO AGLI ANNI D’ORO DELLA MUSICA.

 

Decó, celebre punto di riferimento per la musica e la nightlife, sarà il fulcro di un’esperienza unica che rende omaggio agli anni d’oro del rock, del pop e della disco. Il locale, recentemente sottoposto a un completo restyling, vanta un impianto audio di ultima generazione, un sistema di luci all’avanguardia e un ledwall che garantisce un’esperienza visiva straordinaria.

 

La serata inizia con una cena spettacolo a partire dalle ore 20:00, disponibile solo su prenotazione. Dalle 22:30, ingresso gratuito per coloro che desiderano vivere l’entusiasmante club experience.

 

Flower Vibes, il grandissimo show a tema Flower Power, promette un’esperienza indimenticabile con tre momenti chiave:

 

  1. Cena (dalle 20:00): Un’occasione unica per godere delle prelibatezze culinarie dello staff di “La Casa dei Gelsi” e “Tenuta Villa Peggy’s”.
  2. Show e performance (dalle 22:00): Un coinvolgente viaggio musicale attraverso i successi intramontabili degli anni ’60, ’70 e ’80.
  3. Club Experience (ingresso gratuito dalle 22:30): Una selezione musicale per rivivere i ritmi pop, rock e soul che hanno fatto ballare generazioni di appassionati.

 

Flower Vibes presterà particolare attenzione alla scenografia, al servizio bar e agli spettacoli, creando un’atmosfera unica che trasporterà gli ospiti indietro nel tempo.

 

Non si tratta solo di una selezione musicale, ma di un autentico evento a tema. Si consiglia vivamente di adottare un dress code da “figli dei fiori” per immergersi completamente nell’atmosfera suggestiva della serata.

 

Decó apre le sue porte a chi desidera rivivere i momenti nostalgici della propria adolescenza e giovinezza, ma anche ai giovani curiosi di scoprire un modo nuovo, seppur radicato nel passato, di vivere il club e di apprezzare le leggende musicali come Beatles, Janis Joplin, Rolling Stones, Bee Gees, Jefferson Airplane, e molti altri.

 

Per partecipare a Flower Vibes, è sufficiente prenotare il servizio cena dalle 20:00 o approfittare dell’ingresso libero e gratuito dalle ore 22:30.

 

 

Info:

DECÓ, Contrà Gaggion Basso 11, Bassano del Grappa, Italy, 36061

www.decoclub.it

info@decoclub.it
https://www.facebook.com/DecoBassano/

https://www.instagram.com/deco_bassano/

 

IN SETTECENTO PER IL TEATRO DI IMPRESA, FÒREMA SPEGNE 40 CANDELINE

Sold out l’evento al teatro Verdi, l’ente di formazione del sistema confindustriale festeggia il suo compleanno con un musical anni Cinquanta. Il direttore generale, Matteo Sinigaglia. “Evento emozionante, le aziende dovrebbero provare il teatro d’impresa per raccontare il proprio valore, serve anche per il team building”

 

Il Teatro Verdi di Padova completamente sold out, circa settecento persone assiepate tra loggioni e platea. Fra i presenti molti gli imprenditori e manager, rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico e del volontariato, alla serata hanno partecipato anche i dipendenti ed i familiari di Fòrema. L’occasione è stata il grande evento per festeggiare i 40 anni dell’ente di formazione del sistema confindustriale.

Un progetto di teatro d’impresa condotto in collaborazione con la Compagnia Barabao Teatro di Piove di Sacco, nel Padovano, che ha impiegato decine di persone in un lavoro durato sei mesi e culminato nella serata al Teatro Verdi. Barabao è una compagnia di teatro di movimento e creazione ispirata alla pedagogia di Jacques Lecoq (metodo del Teatro di Movimento) che privilegia una modalità di lavoro corale, nella quale tutti sono attori e autori. Per questo, nel musical messo in scena i protagonisti sono i dipendenti di Fòrema, che si sono messi in discussione con questo particolare progetto di narrazione aziendale. 

Lo spettacolo “Fòrema et voilà – 40 anni di esperienza nel mondo della formazione e del lavoro” è stato pensato come una commedia musicale romantica che strizza l’occhio al mondo del musical anni ’50. Il percorso ha avuto l’obiettivo principale di raccontare non solo la storia di una società che si è evoluta nel corso dei suoi primi 40 anni ma anche e soprattutto l’impatto della stessa sull’ecosistema circostante e la sua mission. Le scenografie sono state realizzate ad hoc dall’artista Stefano Reolon, le musiche sono originali a cura di Ivan Di Noia. In scena non solo i tre componenti della Compagnia (Ivan Di Noia, Cristina Ranzato e Romina Ranzato) ma anche 20 collaboratori della squadra Fòrema in veste di attori e attrici. 

“La prima fase del percorso ha visto interviste e approfondimenti condotti dalla Compagnia stessa con alcuni “campioni” rappresentativi della società, seguita poi da una seconda, di conoscenza con la squadra che si è offerta di mettersi alla prova sul palco”, spiega Cristina Maffia, che ha curato il progetto per Fòrema. “I partecipanti hanno seguito diverse sessioni laboratoriali mettendosi in gioco con esercizi teatrali di gruppo, spazio scenico e improvvisazione. Dall’unione di queste due fasi (raccolta materiale e conoscenza delle persone e delle situazioni tipo) è nato un primo canovaccio, poi diventato una sceneggiatura vera e propria grazie non solo al processo di co-creazione con tutti i partecipanti ma anche alla guida della compagnia”.

L’occasione dell’evento teatrale è stata anche utile per fare un primo bilancio dell’anno. Per Fòrema il 2023 si appresta a chiudersi con un fatturato attorno ai sette milioni e mezzo di euro. Enormi i numeri delle ore di consulenza erogate, si stima siano circa 40 mila, mentre le persone formate superano le 27 mila fra aula e formazione online. Tra le professioni più richieste molte afferiscono all’ambito digital, da segnalare che nel corso dell’anno sono stati attivati corsi su chat gpt, sul cloud developer e per la formazione degli energy manager in azienda. Molti dei corsi si sono tenuti nella sede padovana di Fòrema, negli spazi di proprietà dove l’ente oggi eroga i propri servizi: 1.700 metri quadri nel centro direzionale “La Cittadella”, sull’asse dove si stanno localizzando le aziende più innovative del Padovano. Lo spazio è stato acquisito da poco, un investimento da 2,5 milioni di euro che garantirà all’azienda di acquisire valore e di ridare forma agli spazi operativi. 

E tra le varie offerte formative che Fòrema cercherà di valorizzare nel corso del prossimo anno ci sarà anche quella del teatro d’impresa. “Il risultato di quello che abbiamo fatto è stata un’esperienza inedita che attraverso il fil rouge della storia romantica fa incontrare a teatro le due grandi anime di Fòrema: il mondo delle aziende e quello delle persone in cerca di una nuova opportunità”, conclude il direttore generale, Matteo Sinigaglia. “Sempre più spesso, specie in occasioni speciali da ricordare, i nostri clienti ci chiedono interventi di questo tipo. Da giornate di public speaking con il linguaggio teatrale a veri  e propri progetti di Teatro d’Impresa finalizzati a celebrare traguardi e a raccontare alla collettività i valori di un’organizzazione, citiamo il caso di Rasotto Flotte ha compiuto 60 anni quest’anno e il 7 ottobre sono andati in scena con uno spettacolo dedicato. Siamo certi che il teatro di impresa possa rappresentare un ottimo metodo per raccontarsi e per creare team all’interno dell’azienda”.

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – IL TEATRO DI IMPRESA

Il Teatro d’Impresa nasce in Canada negli anni ’90: qui in Italia è ancora scarsamente utilizzato e forse, anche per questo motivo, è ricco di potenzialità ancora da scoprire e approfondire . La metodologia mette insieme due linguaggi apparentemente agli antipodi: quello artistico del Teatro e quello concreto del mondo del business. Il connubio si presta a una serie di finalità: da quella puramente formativa a quella celebrativa (come in questo caso). La trasposizione teatrale e le dinamiche tipiche della messa in scena aiutano inoltre i partecipanti dell’organizzazione a vedere da un’altra angolazione le dinamiche vissute nel quotidiano e, spesso, anche a trovare risoluzioni o modalità di comunicazione differenti.

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – LA STORIA DI FOREMA

Dopo la fondazione nel 1983 e le prime esperienze di servizi destinati al mondo degli industriali, la storia di Fòrema ha avuto un’accelerata negli anni Duemila con la presidenza di Giovanni Griggio. Era l’epoca dei fondi sociali europei. Allora, Griggio dovette affrontare una delle prime e importanti crisi del sistema formativo confindustriale: il passaggio al mondo del privato dopo anni di puro sostentamento pubblico, era il 2007 e gli imprenditori chiedevano ancora manager specializzati in delocalizzazione nell’est Europa e verso la Cina. A causa di un ritardo nel rifinanziamento dei fondi sociali europei, l’ente per la prima volta dovette affrontare un buco di bilancio, la rivoluzione fu entrare, tra i primi a livello nazionale, nel settore privato. Furono assunti dei commerciali, fu anche il periodo in cui nacque Fondimpresa. 

Subito dopo, al timone di Fòrema fu nominato Marino Malvestio, imprenditore nel settore degli arredamenti per strutture ospedaliere. Sei anni di presidenza, dal 2010 al 2016, ricordati per la scelta di nominare un direttore generale, Cristina Ghiringhello, capace di traghettare l’azienda verso i primi bilanci in utile, a vantaggio di Confindustria Padova. Ma anche l’avventura di Niuko e la nascita de IlCuboRosso. Per la prima volta Fòrema è riuscita in quegli anni a produrre un utile, di qualche centinaio di migliaio di euro. Tra le attività che hanno avuto più eco, va citata l’esperienza de IlCuboRosso, “spazio fisico” di 600 metri quadri per simulare, sperimentare, rielaborare nuovo know how tecnico e manageriale da trasferire al sistema delle Pmi. Due anni dopo, l’altra scelta strategica, quella di far nascere il «super-polo» confindustriale per la formazione d’impresa, primo in Italia per dimensioni, dall’unione tra Padova e Vicenza.

Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. 

Nel corso del 2022 sono state 26.368 (+9% sul 2021) le persone che hanno seguito corsi di formazione (nel 2021 furono 24.314; +14% sul 2020). In tutto, sono state erogate 41.641 ore in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5% sul 2021. Grazie a questi numeri, per Fòrema il 2022 si era chiuso con un fatturato a 7,7 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno precedente (quando si era già registrato un +12% sui 6,3 milioni del 2020).  Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, occupa una sessantina persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio direttivo è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole.

 

Grafì festeggia 46 anni di storia con il passaggio dell’azienda alla seconda generazione

Lo storico studio di comunicazione e marketing di Resana (TV) ha formalizzato qualche giorno fa il passaggio generazionale. Felice Campagnaro passa il testimone ai figli Anita e Dario. “Pronti a nuove sfide, all’insegna del valore dell’unicità”.

RESANA (TV). Ha festeggiato 46 anni di storia con un restyling della sede aziendale. E la formalizzazione del passaggio generazionale. Si tratta dello storico studio Grafì Comunicazione, fondato da Felice Campagnaro con la moglie Gabriella Liviero nel 1977. Agenzia di marketing, digital marketing, comunicazione e casa editrice con una quindicina di lavoratori. I figli Anita e Dario Campagnaro hanno ora preso le redini dell’azienda creata quasi mezzo secolo fa dal padre. Una storia d’impresa che è anche la storia di un intero settore economico, quello della comunicazione e dell’editoria, che in questi 46 anni è cambiato radicalmente grazie alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie.

In 46 anni di storia Grafì ha assistito oltre 4 mila aziende clienti, fornendo servizi di marketing strategico, web marketing, formazione, editoria, foto e video making, comunicazione online e offline. 3 anni fa è iniziato il percorso finalizzato al passaggio generazionale. Un percorso di ricerca, approfondimento e restyling aziendale, atto a rinnovare l’azienda. Qualche settimana fa il passaggio è stato ufficializzato: Felice e Gabriella hanno passato il testimone ai figli Anita e Dario.

“Il futuro del nostro settore è imprevedibile, ma allo stesso tempo molto sfidante – raccontano Anita e Dario Campagnaro – abbiamo voluto fare un sondaggio tra i nostri clienti per capire quali sono le loro esigenze. Il risultato che più ci ha colpito è stato che l’85% delle imprese intervistate è preoccupata dall’enorme concorrenza presente nel mercato. In un mondo così grande ed aperto come quello attuale è comprensibile. Tuttavia questo ci ha fatto riflettere sull’importanza del valore dell’unicità. Ogni azienda, ogni storia imprenditoriale è qualcosa di unico ed è questa la vera forza di un’impresa. Per questo abbiamo deciso di porre l’unicità al centro del nostro lavoro. Valorizzare l’impresa nella sua unicità, realizzare un lavoro unico per ciascuna azienda, evitando i servizi standardizzati. Come un sarto realizza un abito su misura, vogliamo fare la stessa cosa per soddisfare le esigenze dei nostri clienti. Questa è la nostra mission aziendale con cui siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che il futuro ci riserva”.

LA STORIA DI GRAFI’

L’avventura inizia nel 1977 quando Felice apre Fotolipress, studio di progettazione per la grafica, avendo alle spalle 13 anni di esperienza in diversi studi di progettazione grafica di Padova. Decide di portarsi il lavoro a casa, come fecero molti artigiani in quel tempo. La sede aziendale è a casa sua, a Castelfranco Veneto zona borgo Padova. La moglie Gabriella Liviero lo aiuta nel lavoro. Gli strumenti su cui realizzare gli allestimenti per la stampa, i modelli grafici di libri, volantini, pieghevoli da predisporre ed inviare alle tipografie, sono realizzati su alcuni lunghi tavoloni luminescenti, su cui ci si piega per lavorare. Le immagini sono sviluppate in una camera oscura e poi incollate sui lenzuoli di progettazione in plastica trasparente necessari per ottenere la lastra di stampa. Il tutto avviene tra le mura di casa, in alcune stanze adibite ad area lavoro tra cui il salotto e il garage. È un lavoro manuale svolto con l’ausilio di alcune particolarissime apparecchiature. L’ingranditore, dispositivo ottico che consente di ingrandire un’immagine. La reprocamera, che consente di ottenere copie fotografiche di dimensione diversa rispetto all’originale, da posizionare all’interno del modello grafico in allestimento. Il bromografo, strumento utilizzato per la fotoincisione in pellicola. Si fa progettazione grafica di collane di libri, cataloghi, volumi, riviste, volantini, brochure. Nel 1980 il trasloco a Resana. La nuova casa diventa anche nuovo laboratorio e il lavoro prosegue ancora tra le mura domestiche.

È il 1989 quando Felice e Gabriella decidono di fare il grande salto. Viene realizzato l’edificio che diventerà la sede di Grafì, in via Castellana a Resana, il luogo dove ha sede ancora oggi l’azienda. Un ambiente ampio dove si può lavorare più agevolmente. L’azienda nel frattempo cresce, i collaboratori sono divenuti ormai una decina. Sono questi gli anni in cui ha inizio la rivoluzione digitaleI primi anni 90 vedono l’avvento dei primi computer Mac, macchine futuristiche che promettevano di risolvere qualsiasi problema. Ma che al momento creano qualche difficoltà, a tutti gli operatori del settore. “È stata una sfida – raccontano Felice e Gabriella – ci siamo resi conto di essere ad una svolta epocale. Molte aziende del settore hanno chiuso, perché per restare al passo coi tempi si doveva fare un salto di qualità, fare investimenti consistenti, acquistare macchinari che potessero interagire con i nuovi computer. Non ci siamo persi d’animo, gli investimenti li abbiamo fatti e abbiamo affrontato le nuove sfide con il massimo impegno”.

Arrivano le prime unità di fotoincisione digitale, il lavoro inizia a cambiare davvero. Grafì fino ai primi anni ’90 realizza la grafica della gran parte dei volantini e flyer delle discoteche del Veneto. Successivamente a metà anni 90 la voglia di esplorare nuove opportunità cresce sempre di più. Lo studio inizia a curare l’immagine di diverse imprese locali artigiane. Grafì dà un grosso impulso alla creazione del Consorzio Il Terrazzo alla Veneziana, un brand in cui confluiscono gli artigiani dei pavimenti alla veneziana. “Un settore artistico meraviglioso fatto di persone che lavorano piegate a terra e realizzano pavimenti artistici incredibili” raccontano dall’azienda. Viene realizzato ed editato il noto volume “Il Terrazzo alla Veneziana” ed il successo è tale che viene tradotto anche in lingua inglese e spedito in tutto il mondo.

Altro settore che Grafì approccia e conosce da vicino è quello della grande distribuzione organizzata (GDO) alimentare. Si progettano e realizzano campagne di comunicazione in tutto il Veneto per alcune importanti realtà del settore, compresi tutti gli accessori per i punti vendita, i pannelli espositori per i supermercati e manifesti, locandine e cartellini segnaprezzo per gli scaffali.

Grafì nel 1996 diventa casa editrice con il nome di Grafì Edizioni. Pubblica libri, di fotografia, di storia locale. Il figlio di Felice, Dario, dopo anni di esperienza su importanti agenzie di Treviso, nel 2006 entra in azienda, occupandosi degli aspetti commerciali, della vendita. Il salto di qualità avviene superando gli intermediari, andando a trovare clienti diretti cui dare il proprio supporto. Gli anni 2000 sono segnati anche da un’altra rivoluzione. L’avvento del web, e di tutto ciò che vi sta attorno. “Abbiamo compreso che quest’area sarebbe diventata la più importante – racconta Dario – ed abbiamo iniziato subito a formarci e studiare per sviluppare nuovi servizi”. Nel 2009 a questi settori si aggiunge anche l’editoria istituzionale. Viene creata È Edizioni, testata dedicata ai giornali comunali, e inizia il lavoro di redazione di notiziari per i comuni del Veneto. In 15 anni sono 550 i numeri pubblicati, con oltre 4,2 milioni di copie distribuite, e 83 i comuni con cui l’agenzia collabora.

Anita Campagnaro entra in azienda nel 2008 e negli anni successivi passa in quasi tutti i reparti dell’azienda dalla presa degli appuntamenti, alla gestione e organizzazione del reparto editoria per poi arrivare alla supervisione della stessa con la gestione completa di Grafì.

INVASIONE ANNI NOVANTA, SIENA CAPITALE ITALIANA DELL’AMARCORD

Nostalgia canaglia: Jurassic Park e Baywatch, ma anche Spider Man, Mario Bros e i pacchetti delle gommose Morositas il prossimo 7 dicembre alla Vanilla Disco di Siena. Balleranno due generazioni. Sarà un raduno popolare di chi ha amato quegli anni magici, il format è stato battezzato “90 Wonderland Winter Tour”

Inizia la fase natalizia della quindicesima stagione di 90 Wonderland. Per festeggiare è stato ideato un nuovo format collegato al mondo degli anni Novanta, il “90 Wonderland – 15th Years Celebration Tour”. Un evento epico, che arriva a Siena il prossimo 7 dicembre alla discoteca Vanilla Disco, sulla strada provinciale Colligiana, a Casone. Il Vanilla Disco Siena è nato a Natale del 2004 e in questi anni ha offerto al suo vasto pubblico un ampio target di artisti del mondo dello spettacolo e numerosi deejay di ambito nazionale ed internazionale. Punto di riferimento dell’intrattenimento notturno di Siena e provincia, adesso propone l’esclusivo format anni Novanta con tanto di navetta da Siena (infoline 333 6549766) e possibilità di ingresso a vari prezzi a seconda dell’orario di arrivo e della prenotazione del tavolo. 

L’atmosfera del prossimo 7 dicembre al Vanilla Disco di Siena sarà invasa dai figuranti di 90 Wonderland, la pista da ballo sarà pervasa da un’iconica celebrazione degli anni ’90, con il ritmo travolgente dei Green Day e dei Backstreet Boys che farà ballare tutti i presenti. Sul palco, l’incredibile spettacolo vedrà esibirsi Spider-Man e Mario Bros accompagnati da scenografie evocative tratte da Jurassic Park. Non mancheranno le sensazionali ballerine in stile “Baywatch” e l’indimenticabile programma televisivo “Stranamore”, dedicato a chi cerca l’anima gemella. Gli enormi pacchetti di chewing gum Brooklyn saranno protagonisti accanto alle affascinanti Wonder girls.

La data toscana peraltro è molto attesa dal team di lavoro che ha ideato 90 Wonderland, evento che viene portato in circa 150 locali durante l’anno. La direzione è veneta, ed è composta da Willy Bergamin, 43enne direttore artistico di Padova, Francesco Ciconte, 37enne product manager calabrese trapiantato nel Vicentino, e Davide Menegazzo, 40enne manager gestionale di Vicenza.

Sarà una serata dedicata alla nostalgia canaglia quella che si svolgerà nella suggestiva location toscana, per rivivere la storica decade della musica. Alle console, un mix esplosivo di successi pop, rock e dance, brani che hanno dominato le classifiche durante l’epoca d’oro della musica. Ogni canzone inviterà i presenti a cantare a squarciagola e a rivivere i ricordi più emozionanti. Lo spettacolo sarà completato da effetti speciali e una super video sigla, promettendo un’esperienza di musica e spettacolo senza precedenti.

Il format “Winter Tour” che sarà proposto a Siena è un festival itinerante che toccherà circa decine di locali e discoteche in tutta Italia, attirando circa decine di migliaia di persone desiderose di ballare e divertirsi. L’evento è capace di unire due diverse generazioni che, per una notte, vogliono rievocare una decade storica di grandi successi musicali.

La mente degli organizzatori è focalizzata sull’entusiasmare il pubblico durante il nuovo tour. Francesco Ciconte, product manager dell’evento. “Torniamo in giro per tutta l’Italia per farvi divertire senza inibizioni con il ciclo di eventi più fresco e positivo di sempre”, dichiara. “Siete pronti a vivere un’esperienza che vi lascerà senza fiato? Lasciatevi trasportare in un viaggio senza precedenti, dove il divertimento assume una nuova dimensione. Le luci si abbassano, il sipario si alza. Nei corridoi del tempo, quando il passato si fonde con il presente, abbiamo plasmato qualcosa di straordinario per i nostri primi 15 anni. Non sarà solo un semplice tour, ma un viaggio nel tempo attraverso la nostra incredibile storia. Un’opportunità unica per rivivere i momenti più memorabili, le serate indimenticabili ed i ricordi che hanno plasmato 90 Wonderland in quello che è diventato oggi”. 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

90 WONDERLAND – LA STORIA 90 Wonderland è il più grande party show anni Novanta d’Italia, un format che quest’anno compie 15 anni. La direzione del team di lavoro è curata da Willy Bergamin, 43enne direttore artistico di Padova, Francesco Ciconte, 37enne product manager calabrese trapiantato nel Vicentino, e Davide Menegazzo, 40enne manager gestionale di Vicenza. La loro passione – e la loro comune età – li hanno fatto ideare il format ancora nel 2008. Nel corso degli anni sono riusciti ad organizzare quasi 400 eventi, in media una ventina ad ogni stagione con picchi di una settantina all’anno in tutta Italia prima del periodo del Covid (record che dovrebbe venir migliorato quest’anno). Va precisato che il team organizzativo dei tre propone anche altri due format, uno dedicato agli anni Duemila (il Duemila Wonderland) e l’altro è il fratello minore del decennio precedente, il “It’s 90 Time – Il party anni 90”. Una macchina da divertimento senza pari, capace di gestire circa 150 serate nel corso dell’anno. 

LE HIT CHE SI BALLERANNO Durante il format di “90 Wonderland” si suoneranno le più belle hit pop, rock e dance anni 90 mixate a raffica,  brani indimenticabili da cantare e i singoli che hanno scalato le classifiche dal 1990 al 2000. Eccone alcune: Green Day Basket Case // Corona The Rhythm Of The Night // Snap Rhythm Is A Dancer // Ice Mc Think About The Way //La Bouche Sweet Dreams // Spin Doctors Two Princes // Datura Yerba Del Diablo // Alexia The Summer Is Crazy// Haddaway What Is Love // Eiffel 65 Blue // Gigi D’agostino L’ Amour Toujours // Vengaboys Boom, Boom, Boom, Boom!! // The Soundlovers Surrender // Aqua Barbie Girl // 883 Hanno Ucciso L’uomo Ragno // The Prodigy Firestarter // Lunapop 50 Special // Captain Hollywood More And More // Mabel Bum Bum // Prezioso & Marvin Tell Me Why // Da Blitz Let Me Be // Dr. Alban It’s My Life // Kim Lukas Let It Be The Night // Robert Miles Children // Take That Back For Good // Red Hot Chili Peppers Californication // Britney Spears Crazy // Gun’s N’ Roses Knockin On Heaven’s Door Ace Of Base All That She Wants // Usura Open Your Mind // Spice Girls Wannabe // Backstreet Boys I Want It That Way // Blur Song 2 // R.E.M. Losing My Religion // Neja Restless // The Chemical Brothers Hey Boy Hey Girl // Modo Einszwei Polizei // Nirvana Smells Like Teen Spirit.

Buon compleanno Fòrema, un musical a teatro e un libro per 40 anni di formazione

Oltre 27 mila persone formate nel corso dell’anno, è il momento dei bilanci per l’ente padovano. Il direttore generale, Matteo Sinigaglia: “Nuove competenze digitali, manager per il risparmio energetico e la svolta green: queste le priorità”

 

Correva il 1983, fu allora che venne fondato l’embrione di Fòrema. Nata a Padova in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, nel corso degli anni l’ente ha cambiato pelle più volte, evolvendo sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista dell’offerta formativa. Dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti specializzati nella formazione dei settori ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, sostenibilità e transizione energetica e servizi per il lavoro. L’ente ha sede negli uffici di proprietà (acquisti recentemente) che sono collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova.

In occasione dei 40 anni Fòrema ha deciso di organizzare un evento speciale, il prossimo 30 novembre, un progetto di teatro d’impresa condotto in collaborazione con la Compagnia Barabao Teatro di Piove di Sacco, nel Padovano, che culminerà nella serata al Teatro Verdi. Barabao è una compagnia di teatro di movimento e creazione ispirata alla pedagogia di Jacques Lecoq che privilegia una modalità di lavoro corale, nella quale tutti sono attori e autori. Per questo, nel musical che sarà messo in scena i protagonisti sono i dipendenti di Fòrema, che si sono messi in discussione con questo particolare progetto di narrazione aziendale. 

“Credo sia arrivato il momento, anche per noi imprenditori, di fare una seria riflessione”, dichiara in occasione del compleanno il presidente, Enrico Del Sole. “Diventa fondamentale costruire una cultura aziendale condivisa, fare propri comportamenti responsabili e sostenibili. Non è una questione di retribuzione, di auto o telefonino, ma di avere un contesto lavorativo che si preoccupa della salute mentale e del benessere sociale del proprio dipendente, e parallelamente ha la capacità di creare una crescita professionale del capitale umano. Insomma reskilling (imparare nuove competenze) e upskilling (migliorare quelle già presenti), career path, talent management, programmi di potenziamento della leadership, sono termini che dovranno sempre di più permeare lessico e cultura delle nostre aziende. Rispettando l’insegnamento di Adriano Olivetti, che vedeva nel valore dell’individuo e dell’educazione un vero e proprio paradigma di crescita, dobbiamo puntare ad una visione olistica e centrata sull’umano per forgiare il futuro della formazione e della consulenza”. 

In quest’ottica è stato dato alle stampe un libro, a firma di Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema e Roberto Baldo, responsabile della progettazione e attività finanziate, intitolato “Il valore del capitale umano” (218 pagine, 14,9 euro, edizioni Fòrema), che ha come obiettivo raccontare questi quarant’anni. “Ma anche di guardare al futuro”, spiega Sinigaglia. “Nel libro infatti si parla dell’evoluzione del lavoro e dell’organizzazione, ma anche della preparazione scolastica in Italia per il mondo del lavoro, le competenze che si dovrà avere in futuro, l’impatto della trasformazione digitale e come collegare il sistema educativo alle imprese. Il tutto con una bussola chiara: evidenziare il valore del “capitale umano”, ossia le competenze che i lavoratori portano dentro le aziende”. Aggiunge Baldo: “Il meccanismo dei fondi di finanziamento per le imprese ed i lavoratori deve restare al passo coi tempi per riuscire ad essere un reale strumento utile per l’ingresso nel mondo del lavoro e per riqualificare efficacemente le competenze delle persone che già operano all’interno delle organizzazioni”. 

L’occasione del compleanno è anche utile a fare un primo bilancio dell’anno. Per Fòrema il 2023 si appresta a chiudersi con un fatturato attorno ai sette milioni e mezzo di euro. Enormi i numeri delle ore di consulenza erogate, si stima siano circa 40 mila, mentre le persone formate superano le 27 mila fra aula e formazione online. Tra le professioni più richieste molte afferiscono all’ambito digital, da segnalare che nel corso dell’anno sono stati attivati corsi su chat gpt, sul cloud developer e per la formazione degli energy manager in azienda. Molti dei corsi si sono tenuti nella sede padovana di Fòrema, negli spazi di proprietà dove l’ente oggi eroga i propri servizi: 1.700 metri quadri nel centro direzionale “La Cittadella”, sull’asse dove si stanno localizzando le aziende più innovative del Padovano. Lo spazio è stato acquisito da poco, un investimento da 2,5 milioni di euro che garantirà all’azienda di acquisire valore e di ridare forma agli spazi operativi. 

“Il 2023 è stato un anno davvero importante per Fòrema”, conclude il direttore generale Matteo Sinigaglia. “Abbiamo affrontato infatti dei cambi di paradigma notevoli nell’approccio al mondo del lavoro. Basti pensare allo choc dell’arrivo dell’intelligenza artificiale su vasta scala con Chat Gpt, destinata a cambiare il mondo del lavoro. O al cambiamento nell’approccio al mondo dell’energia, con la nascita di figure sempre più attente ai consumi in azienda, anche in ottica collegata alle certificazioni green”. 

 

SCHEDA LA STORIA DI FOREMA

Dopo la fondazione nel 1983 e le prime esperienze di servizi destinati al mondo degli industriali, la storia di Fòrema ha avuto un’accelerata negli anni Duemila con la presidenza di Giovanni Griggio. Era l’epoca dei fondi sociali europei. Allora, Griggio dovette affrontare una delle prime e importanti crisi del sistema formativo confindustriale: il passaggio al mondo del privato dopo anni di puro sostentamento pubblico, era il 2007 e gli imprenditori chiedevano ancora manager specializzati in delocalizzazione nell’est Europa e verso la Cina. A causa di un ritardo nel rifinanziamento dei fondi sociali europei, l’ente per la prima volta dovette affrontare un buco di bilancio, la rivoluzione fu entrare, tra i primi a livello nazionale, nel settore privato. Furono assunti dei commerciali, fu anche il periodo in cui nacque Fondimpresa. 

Subito dopo, al timone di Fòrema fu nominato Marino Malvestio, imprenditore nel settore degli arredamenti per strutture ospedaliere. Sei anni di presidenza, dal 2010 al 2016, ricordati per la scelta di nominare un direttore generale, Cristina Ghiringhello, capace di traghettare l’azienda verso i primi bilanci in utile, a vantaggio di Confindustria Padova. Ma anche l’avventura di Niuko e la nascita de IlCuboRosso. Per la prima volta Fòrema è riuscita in quegli anni a produrre un utile, di qualche centinaio di migliaio di euro. Tra le attività che hanno avuto più eco, va citata l’esperienza de IlCuboRosso, “spazio fisico” di 600 metri quadri per simulare, sperimentare, rielaborare nuovo know how tecnico e manageriale da trasferire al sistema delle Pmi. Due anni dopo, l’altra scelta strategica, quella di far nascere il «super-polo» confindustriale per la formazione d’impresa, primo in Italia per dimensioni, dall’unione tra Padova e Vicenza.

Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. 

Nel corso del 2022 sono state 26.368 (+9% sul 2021) le persone che hanno seguito corsi di formazione (nel 2021 furono 24.314; +14% sul 2020). In tutto, sono state erogate 41.641 ore in corsi di vario genere, con una crescita del 7,5% sul 2021. Grazie a questi numeri, per Fòrema il 2022 si era chiuso con un fatturato a 7,7 milioni di euro, con un balzo in avanti del 10% rispetto all’anno precedente (quando si era già registrato un +12% sui 6,3 milioni del 2020).  Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, occupa una sessantina persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio di amministrazione è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole.

TREVISO WONDERLAND, IL VILLAGGIO DI NATALE INAUGURA SABATO ALL’ARSENALE DI RONCADE

Nuova vita per gli spazi del centro commerciale, il 25 novembre inaugura il parco tematico dedicato al Natale, al coperto e riscaldato su una superficie di diecimila metri quadri. Gli organizzatori: “Il primo parco natalizio di queste dimensioni in Italia”

Il centro commerciale “Arsenale” di Roncade è stato scelto dagli organizzatori di Treviso Wonderland per ospitare il villaggio natalizio, che inizialmente doveva essere dislocato negli spazi Ex Pagnossin nell’ambito del format di eventi “Fast Food Gourmet”. 

“Conoscevamo la struttura e per sviluppare il nostro progetto abbiamo ritenuto che fosse la migliore opzione”, commentano gli event manager Dreams’ Factory, azienda fondata da un pool di imprenditori veneti che operano nell’entertainment e food da molti anni, coordinati da Loris Gatto. “Roncade attendeva da tempo che il centro commerciale assumesse una nuova vita e siamo orgogliosi di realizzarvi dentro un’esperienza unica, il primo villaggio natalizio completamente al coperto”. 

 

Di fatto, nasce in Veneto il primo parco tematico dedicato al Natale, al coperto e riscaldato, su una superficie di diecimila metri quadri che sarà allestita in clima “jingle bells”. Le sale riservate ai negozi diventeranno spazi di intrattenimento, le grandi aree interne cortili con food truck; ci sarà una zona dove ballare e fuori sarà allestito un luna park. L’intento è solidale, è in corso una collaborazione con Sogni Onlus: una parte dell’incasso sarà devoluto a loro e Sogni Onlus avrà una sua bancarella in cui avrà l’esclusiva della vendita di panettoni per poi usare il ricavato per la propria causa.

 

L’inaugurazione è programmata per sabato questo. La mattina è previsto alle 10 il taglio del nastro istituzionale, con le autorità e gli sponsor. Seguirà l’apertura di tutte le attrazioni del parco tematico alle ore 17. L’intrattenimento musicale inizierà con lo show del coro Singers Melody Gospel Choir in collaborazione con Sogni Onlus, a seguire ad ogni ora uno spettacolo diverso: Clownerie show, Pascalmagique, Arriva il Conte Von Tok e Juggling Show. Dalle 21 l’apericena al ritmo del party Freak. 

 

“Da sempre i proprietari e la direzione del centro è disponibile alla collaborazione con territorio”, dichiara Marco Verpelli, direttore del centro commerciale. “Siamo contenti dell’attività che andremo a svolgere e siamo disponibili anche ad accogliere altri progetti di questo tipo”.

 

“Il Natale è soprattutto dei bambini, ed è proprio ai bambini meno fortunati che si rivolge ormai da quasi vent’anni l’attenzione dell’associazione Sogni, che si occupa di realizzare i sogni di bambini e ragazzi affetti da patologie oncologiche”, racconta il fondatore e presidente, Rudi Zanatta. “Siamo davvero grati a Treviso Wonderland per averci coinvolto in questa magica iniziativa, grazie alla quale potremo farci conoscere ancor di più dai trevigiani, condividere con loro la nostra missione e, perché no, raccogliere i fondi necessari per realizzare i sogni di quanti più bambini e ragazzi possibile. Chi lo vorrà, ci potrà venire a trovare dal giovedì alla domenica presso lo stand che l’organizzazione ci ha messo generosamente a disposizione, e potrà acquistare i panettoni e i pandori di Sogni, sostenendo così la nostra missione”.

 

Sull’esterno del centro commerciale è allestito un luna park con una ventina di attrazioni. All’interno dell’Arsenale si vivrà un mondo parallelo. Oltre al mercatino con le bancarelle caratteristiche, ecco la “Bottega degli Elfi”, dove viene allestito un bosco e degli scultori bellunesi creano le statue di legno. Ci sarà poi il “Rovaniemi”: dentro, nevicherà, ci sarà musica e si potrà percepire il vento. Per gli amanti dell’enogastronomia di strada, l’Arsenale vivrà una nuova vita con il Food Truck Festival. Ma ci sarà anche il villaggio del cioccolato realizzato in collaborazione con Cioccolateria Veneziana. 

 

CONTATTI E INFORMAZIONI “TREVISO WONDERLAND”

Treviso Wonderland apre dalle 17 alle 24 il 25 novembre presso il centro commerciale “Arsenale” di Roncade (Treviso). Dal 26.11.23 al 07.01.2023 gli orari saranno dalle 09:00 alle 24:00, aperto tutti i giorni 

Contatti e informazioni: www.facebook.com/trevisowonderland, www.Instagram.com/trevisowonderland, infoline 3761529165, mail: info@trevisowonderland.it

Costi di ingresso: 10,00€ (2 genitori + tutti i figli al di sotto dei 6 anni);  adulti 5,00€; bambini dai 6 anni ai 14 anni 3,00€. Disabili, portatori di handicap con accompagnatori e Over 75 omaggio. Biglietti su www.ticketsms.it

 

SOGNI – CHI SIAMO?

Sogni è un’organizzazione no profit che realizza attività e sogni a sostegno di bambini, ragazzi e giovani adulti affetti da patologia oncologica e terminale, per permettergli di uscire anche per un solo giorno da una quotidianità fatta di ospedali e terapie ed entrare in una dimensione spensierata che gli appartiene di diritto, perché quel “solo giorno” può essere la linfa per affrontarne tanti altri meno spensierati.

Sogni è costituita da due realtà: l’Associazione Sogni Onlus, che opera dal 2004 e l’Impresa Sociale Sogni S.r.l. Le due realtà, che assieme si supportano nelle loro attività, mettono al primo posto il benessere di tutte le famiglie con figli affetti da patologia oncologica e terminale per fare in modo che non smettano mai di credere al potere dei propri sogni.

Associazione Sogni ONLUS – Impresa Sociale Sogni Srl

Via San Rocco, 12/B 31040 Cusignana di Giavera del Montello (TV)

Contatti: www.sogni.tv, info@sogni.tv, tel. 389 9125712

Convegno e festival organistico di Riese Pio X: al via la prima edizione

Le Case della Memoria rendono omaggio al Papa musicofilo in occasione dell’evento del 25 e 26 novembre

Riese Pio X, 16 novembre 2023 – A centoventi anni dall’elezione al soglio pontificio di San Pio X, è stata ideata la prima edizione del “Convegno e festival organistico di Riese Pio X”. L’iniziativa, organizzata da Comune di Riese Pio X, associazione Nazionale Case della Memoria e Iclcm, è in programma a Casa Riese (in via Don Gnocchi 5) dal 25 al 26 novembre. L’evento arriva dopo la “peregrinatio corporis”: il corpo del Papa Pio X, solitamente esposto in una cappella nella basilica di San Pietro in Vaticano, è stato trasportato a Riese per una settimana ed esposto alla devozione dei fedeli. Un momento importante considerato che è stato il primo “ritorno” del Papa nel suo paese natale dopo la sua elezione al soglio pontificio.

Ecco il programma della due giorni nel dettaglio. Sabato 25 novembre, ore 11, sono previsti i saluti istituzionali del sindaco di Riese Pio X, Matteo Guidolin; del presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Adriano Rigoli; del vicepresidente Marco Capaccioli; della sindaca di Ponte di Piave e Coordinatrice Regionale delle Case della Memoria in Veneto, Paola Roma. A seguire, la prima sessione dell’evento, “Le case della memoria rendono omaggio al Papa musicofilo”, coordinata da Adriano Rigoli. Prenderanno la parola: Giorgio Monari della Sapienza di Roma intervenendo su “Verdi e la musica sacra”; Lorenzo Ancillotti del Centro Studi Musicali “Ferruccio Busoni” di Empoli, con “Lo sviluppo dell’arte organaria italiana alla luce della riforma ceciliana: strumenti, autori, repertori e prassi esecutiva”; Cecilia Campa del Conservatorio Santa Cecilia di Roma e della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina con “Cecilianismo, classicismo e catechismo di perseveranza. Ideologia e cronache musicali di monignor. Jean-Joseph Gaume (1802- 1879), teologo tra due Papi”; Johann Herczog della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, con “Il Motu proprio allo specchio delle contraddizioni, tra evoluzione della tecnica compositiva e regolamenti della musica sacra”; don Stefano Tempesta dell’Istituto Musica Sacra di Treviso con “La Musica sacra a Treviso nella seconda metà dell’800. Contesto di crescita e formazione di Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X”. A seguire, nel pomeriggio, dalle 15.30, la chiesa di San Matteo (via Jacopo Monico, 1) ospiterà il concerto d’organo sullo strumento donato alla parrocchia di Riese nel 1908 per onorare il paese che ha dato i natali a papa Pio X. Si esibirà il maestro Andrea Macinanti del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, con le musiche di Marco Enrico, Costante Adolfo e Renzo Bossi, nonché Ireneo Fuser e Lorenzo Perosi.

Alla seconda sessione sarà dedicata la giornata del 26 novembre, coordinata da Marco Capaccioli. Porteranno il loro contributo Nicolas Dufetel dell’Institut de recherche en musicologie (Cnrs) con “Verso il Motu Proprio di Pio X: Franz Liszt, Pio IX e la «rigenerazione» della musica sacra nell’Ottocento”; Gregorio Nardi della Casa Piero Bargellini e Luigi Ferdinando Casamorata con “Firenze: Luigi Ferdinando Casamorata: romantico e riformatore”; Andrea Macinanti del

 

 

Conservatorio Martini di Bologna con “Marco Enrico Bossi e Giovanni Tebaldini alfieri della Riforma”. Alle 11 a Casa Riese “Matineé di pianoforte” del maestro Gregorio Nardi (Casa Piero Bargellini e Luigi Ferdinando Casamorata, Firenze), con musiche di Liszt, originali e trascrizioni. Dopo la pausa pranzo, nel pomeriggio (ore 14.30), l’evento si concluderà con la visita alla Casa Natale e al Museo di Giuseppe Sarto-Papa Pio X (associata dell’Associazione Nazionale Case della Memoria).

«Ci auguriamo che questa prima edizione del convegno e festival organistico abbia la risonanza che merita – dichiara Matteo Guidolin, sindaco di Riese Pio X -. L’evento è anche un’occasione per celebrare nel segno della cultura i centoventi anni dall’elezione al soglio pontificio di San Pio X».

«La casa natale di Pio X fa parte del circuito delle Case della Memoria – dice Adriano Rigoli, presidente dell’associazione nazionale Case della Memoria -. In questo luogo nacque e abitò Giuseppe Sarto, poi Papa Pio X, dal 1903 al 1914, beatificato nel 1951 e canonizzato nel 1954. Eventi come il convegno e festival organistico contribuiscono a tenere viva la memoria di quelle che furono persone illustri ed essenziali, degne di essere ricordate nel tempo, come Pio X».

«Siamo lieti che la nostra associazione sia protagonista nell’ambito di un evento come questo – commenta Marco Capaccioli, vicepresidente dell’associazione nazionale Case della Memoria -. che omaggia la musica sacra e i musicisti protagonisti in Italia tra Ottocento e Novecento».

 

Associazione Nazionale Case della Memoria

L’Associazione Nazionale Case della Memoria mette in rete 95 case museo in 14 regioni italiane (Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) che hanno deciso di lavorare insieme a progetti comuni e per promuovere questa forma museale in maniera più incisiva anche in Italia. Abitazioni legate a tanti personaggi della cultura italiana: Giotto, Giovanni Boccaccio, Francesco Datini, Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Francesco Cavassa e Emanuele Tapparelli d’Azeglio, Agnolo Firenzuola, Pontormo, Benvenuto Cellini, Filippo Sassetti, Lorenzo Bartolini, Silvio Pellico, John Keats e Percy Bysshe Shelley, Francesco Guerrazzi, Giuseppe Verdi, Elizabeth Barrett e Robert Browning, Pellegrino Artusi, Corrado Arezzo de Spucches e Gaetan Combes de Lestrade, Giosuè Carducci, Sidney Sonnino, Giovanni Pascoli, Giacomo Puccini, Ferruccio Busoni, Maria Montessori, Enrico Caruso, Giorgio e Isa de Chirico, Antonio Gramsci, Raffaele Bendandi, Piero Bargellini, Enzo Ferrari, Primo Conti, Leonetto Tintori e Elena Berruti, Indro Montanelli, Italo Zetti, Ivan Bruschi, Ilario Fioravanti, Goffredo Parise, Barbara Marini Clarelli e Francesco Santi, Loris Jacopo Bononi, Giorgio Morandi, Sigfrido Bartolini, Venturino Venturi, Luciano Pavarotti, Robert Hawthorn Kitson con Frank William Brangwyn e Daphne Phelps, Elémire Zolla, Toti Scialoja e Gabriella Drudi, Gabriele D’Annunzio (il Vittoriale degli Italiani), Papa Clemente XII, Giacinto Scelsi, Giulio Turci, Filadelfo e Nera Simi, Secondo Casadei, Carlo Levi, Domenico Aiello e Michele Tedesco, Marino Moretti, Augusto e Anna Maria Radicati, Mauro Giuliani, Carlo Mattioli, Michelangelo Buonarroti, Sofia ed Emanuele Cacherano di Bricherasio, Michele De Napoli, Aurelio Saffi, Giuseppe Garibaldi, Francesco Baracca, Giovanni Verità, Ugo Tognazzi, Salvatore Quasimodo, Cosimo Della Ducata, Tullio Vietri, Galileo Galilei, Giovanni Michelucci, Rosario Livatino, Tonino Guerra, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Berto, Vittorio Mazzucconi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Papa Pio X, Quinto Martini, Mario Bertozzi, Lorenzo Campeggi, Alice Psacaropulo, Gaspare Spontini, Fosco Maraini, Renzo Savini, Paolo Liverani e con il Cimitero di Porta a Pinti (cosiddetto Cimitero degli Inglesi), il Cimitero degli Allori a Firenze.

L’Associazione Nazionale Case della Memoria è in Italia l’unica rete museale di case museo di personaggi illustri a livello nazionale, partecipa alla Conferenza Permanente delle Associazioni Museali Italiane di ICOM Italia ed è “istituzione cooperante” del Programma UNESCO “Memory of the World” (sottocomitato Educazione e Ricerca). Info: www.casedellamemoria.it

NASCE NO CODE SOLUTIONS, LA START UP DEI GESTIONALI LOW COST PER LE PMI

Si presenta il 24 novembre allo Smau Abruzzo la start up innovativa fondata in collaborazione con la factory di Los Angeles. Sarà annunciata la nascita dell’applicativo “M.E.Di.Co”, il manager digitale che gestisce i flussi aziendali. Il founder, Iberio Michieli: “Cloniamo digitalmente le pmi, rendiamo i processi più veloci ed economici”

 

“L’idea è semplice ed è racchiusa dentro la parola “M.E.Di.Co.”, ossia “My enterprise digital coach”. Il nostro obiettivo è creare un gemello digitale dell’azienda, un software capace di gestire tutti i flussi, dai rapporti coi clienti al bilancio. Una sorta di manager digitale che cambierà per sempre la vita delle pmi”.

Le parole sono di Iberio Michieli, founder di “No Code Solutions”, start up innovativa appena nata a Tagliacozzo, in provincia dell’Aquila. Iberio lavora nel mondo digital da decenni, è un sessantenne con quasi quarant’anni di carriera dal mondo assicurativo a quello dei software. Da alcuni anni ha deciso di sposare il sistema gestionale in cloud di GW Apps, fornitore leader di soluzioni SaaS per il mercato delle PMI con sede a Los Angeles. Lui, romano, ha deciso di operare dall’Abruzzo, zona obiettivo dei finanziamenti Pnrr, con il sogno di aiutare le pmi italiane nel processo di digitalizzazione. 

La presentazione ufficiale della start up “No Code Solutions” è fissata il 24 novembre al Roadshow Smau, circuito di riferimento dell’ecosistema dell’innovazione nazionale e internazionale, che fa tappa presso “Visionaria Adriatic Innovation Forum” per la prima edizione di Smau Abruzzo. No Code Solutions in questa sede è stata selezionata come start up innovativa e terrà uno speech. L’evento, realizzato in collaborazione con la camera di commercio di Chieti e Pescara, sarà l’occasione per Iberio Michieli per presentarsi al pubblico degli investitori, numerosi quelli interessati al progetto. 

No Code Solutions si propone nel settore dello sviluppo no-code e low-code. Il modello di business prevede un affiancamento di un anno all’azienda partner, che poi può completamente gestire in autonomia in proprio gestionale, avendo anche imparato ad implementarlo, o chiedere ancora collaborazione ai manager digitali per gli anni a venire. 

“No Code Solutions ha sviluppato un sofisticato motore di workflow che è in grado di interpretare eventi e coordinare azioni sia all’interno che all’esterno dell’azienda”, spiega Michieli. “Le nostre soluzioni basate su workflow sono altamente versatili e possono essere applicate in ambiti aziendali differenti: dal marketing alla pianificazione strategica, dalle relazioni con i clienti allo sviluppo di nuovi mercati. Le strategie usate per aiutare i clienti sono molteplici. C’è ADI, acronimo di “ascolto, disegno, implemento”, che rappresenta la metodologia applicata esclusivamente dai Instant Solutions Architect (ISA), professionisti altamente specializzati nel campo della gestione aziendale e della progettazione di sistemi gestionali, esperti nell’analisi delle risorse e dei processi aziendali esistenti”.

La nascita di No Code Solutions è stata salutata con giubilo anche a Los Angeles, dove ha sede GW Apps, realtà ben consolidata negli Stati Uniti ed America Latina. 

“La partnership tra GW Apps e No Code Solutions promette di inaugurare una nuova era di trasformazione digitale in Italia, portando l’innovazione, l’efficienza e la governance in primo piano nel panorama imprenditoriale locale”, dice Michieli. “La partnership mira a sfruttare la potenza della piattaforma tecnologica No-Code di GW Apps, per accelerare il percorso di trasformazione digitale delle pmi e implementare solidi sistemi di governance che consentono alle organizzazioni di creare, distribuire e gestire applicazioni personalizzate senza la necessità di alcuna codifica”. 

Anche Henry Khalife, CEO di GW Apps, ha espresso entusiasmo per questa partnership. “Siamo entusiasti di unire le forze con No Code Solutions per portare il potere trasformativo di GW Apps alle aziende italiane”, ha dichiarato. “Con la loro esperienza locale, miriamo ad aiutare le organizzazioni in Italia a sbloccare nuove opportunità di crescita, efficienza e conformità”.